Coniugare assistenza e innovazione. È la sfida degli infermieri che da sempre hanno questi valori ben radicati nella loro professionalità e, complice un’età media storicamente più bassa di altre categorie di sanitari, si pongono da protagonisti di fronte alle sfide della sanità del futuro.
«Per andare a fondo delle mille sfaccettature di questo momento storico che rappresenta indubbiamente un passaggio epocale per il nostro sistema abbiamo riunito chi lavora all’elaborazione scientifica e culturale nelle università e nei centri di ricerca, le istituzioni a tutti i livelli, dal Governo alle Regioni, dalle Agenzie statali ai Comuni, e chi ogni giorni si misura con il nostro SSN». Anticipa così, Pietro Giurdanella, consigliere nazionale FNOPI e presidente OPI Bologna, temi e ospiti di “Connected Care – Frontiere attuali e fattori di successo nella trasformazione digitale in sanità”, il convegno organizzato dalla Federazione Nazionale Ordini delle Professioni infermieristiche in collaborazione con l’Università di Bologna che propone un confronto qualificato sui cambiamenti che stanno interessando la sanità del territorio e i bisogni di salute delle persone, che implicano un’evoluzione di tutte le professioni sanitarie e sociosanitarie. L’evento si svolgerà il martedì 17 settembre, dalle ore 10 alle ore 17, nella prestigiosa Aula Absidale Santa Lucia dell’ateneo felsineo. A condurre due degli incontri chiamate le firme di TrendSanità.
«Abbiamo voluto questa importante giornata di confronto e formazione perché la sfida è duplice e molto impegnativa. Da una parte il sistema salute viene gradualmente ridisegnato in seguito al DM 77 del 2022 per operare una forte azione di collegamento tra territori, cittadini e strutture sanitarie. Dall’altra il digitale, la telemedicina, la teleassistenza e la nuova frontiera delle applicazioni dell’intelligenza artificiale richiedono una grande capacità di mettersi in discussione per interpretare al meglio il cambiamento» spiega Giurdanella.
«L’elaborazione degli infermieri parte dal nostro position paper sulla Sanità digitale che FNOPI ha diffuso nell’ottobre del 2023. La premessa è che per noi queste innovazioni sono sicuramente un potente driver di cambiamento a patto, però, che il cittadino non sia solo un attore passivo delle scelte. L’evoluzione digitale deve viaggiare accanto all’empowerment dei professionisti sanitari e degli utenti finali del sistema: le persone assistite. Altrimenti, come accaduto in molti passaggi del passato, a cambiare sarà ben poco», riflette il presidente di OPI Bologna.
Il confronto servirà anche a misurare i passi fatti finora a diversi livelli e, racconta Giurdanella, «avremo al tavolo le Regioni che sono le prime chiamate a mettere a terra la sanità digitale, ma avremo anche avremo i Comuni e le Aree Metropolitane, come quella di Bologna che sta testando alcune progettazioni per superare la fragilità digitale dei cittadini. Poi ci saranno le istituzioni sanitarie che sono impegnate in una delle sfide più difficili: far evolvere i modelli organizzativi. Non basta mettere dei computer, o delle soluzioni informatiche, o dei software, all’interno di organizzazioni già di per sé performanti».
IL PROGRAMMA – Connected Care
«Una ricerca a livello internazionale ci dice che fino al 75% delle innovazioni digitali non vanno a regime perché non si è in grado di modificare gli assetti organizzativi, quindi quello che si propone è un’evoluzione in chiave digitale dei sistemi organizzativi. Faccio un esempio: se il cittadino per avere una risposta deve girare tre luoghi diversi e rimangono tre luoghi diversi anche in chiave digitale, allora abbiamo perso l’occasione».
Per chiudere non si può non tornare sull’attualità, dalla carenza di personale alle aggressioni, con medici e infermieri che si devono barricare per non essere malmenati. La nuova sanità, digitale e territoriale, può contribuire a recuperare un clima meno drammatico?
«L’aggressione è un fenomeno complesso che certo non si supererà attraverso l’innovazione tecnologica. Ma, può sicuramente migliorare l’offerta dei servizi e, dunque, incidere su una serie di problematiche che esasperano i rapporti: dall’allungamento dei tempi alle trafile troppo burocratiche e onerose per il cittadino. Inoltre, il miglioramento dei setting organizzativi, anche in chiave digitale, può influire sull’attrattività delle professioni sanitarie, in primis per quella infermieristica. Oggi modelli superati di organizzazione sanitaria incidono fortemente sui giovani che vedono logiche vetuste e finiscono per venirne demotivati. Una transizione digitale può migliorare l’appeal di una professione ed è sicuramente un ambito su cui noi dobbiamo incidere» conclude il presidente OPI Bologna rinnovando l’invito per il 17 settembre a Connected Care – Frontiere attuali e fattori di successo nella trasformazione digitale in sanità e anticipando i temi che saranno portati avanti dallo stesso Giurdanella all’evento Health for Dreamers che TrendSanità organizza il 4 ottobre in Piazza San Carlo a Torino.