Su ciò che il Covid avrebbe dovuto insegnarci – a livello clinico-organizzativo e umano – c’è stata molta retorica. Per quanto riguarda il primo aspetto, l’Unione europea ha pubblicato la sua prima relazione sullo stato di preparazione sanitaria nei confronti della pandemia. Un documento di poco più di 30 pagine in cui sono riassunte le lezioni apprese durante la pandemia e il lavoro intrapreso per rafforzare la preparazione e la risposta. Inoltre, il documento identifica le nuove sfide che le autorità sanitarie pubbliche devono affrontare e delinea le azioni concrete che la Commissione intraprenderà per affrontarle direttamente.
Per gli esperti, le misure ad hoc adottate dall’Ue per ridurre la diffusione del virus sono state efficaci e reattive. Tuttavia, nella fase iniziale della pandemia l’Unione non è stata sufficientemente preparata per garantire uno sviluppo di contromisure mediche rilevanti. La pandemia ha inoltre dimostrato quanto sia fondamentale la preparazione e la capacità di risposta in ambito sanitario per altri settori come l’energia, i trasporti, la politica industriale e il mercato interno in generale. La pandemia ha infine evidenziato un’insufficiente supervisione delle attività di ricerca e delle capacità produttive, nonché le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento.
Le misure ad hoc adottate dall’Ue per ridurre la diffusione del virus sono state efficaci ma nella fase iniziale della pandemia è mancata una adeguata preparazione
A fronte delle criticità, ci sono stati anche risultati positivi, a partire dall’istituzione, il 16 settembre 2021, dell’Autorità per la risposta e l’emergenza sanitaria (Hera), con l’obiettivo di prevenire, individuare e rispondere rapidamente alle potenziali crisi.
Unione europea rimandata a settembre, insomma: se sono state efficaci le misure adottate nel pieno dell’emergenza, è invece stato molto carente il lavoro di preparazione per affrontare eventi come una pandemia. Il lavoro da fare per superare i prossimi esami, quindi, è ancora molto.
Nel luglio 2022 sono state individuate tre sfide sanitarie per il prossimo futuro: agenti patogeni ad alto potenziale pandemico, minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari e minacce derivanti dalla resistenza antimicrobica.
“Come abbiamo dolorosamente constatato durante la pandemia, le crisi sanitarie non conoscono confini e si diffondono rapidamente – ha constatato Margaritis Schinas, vice-presidente per la Promozione dello stile di vita europeo – È fondamentale continuare a lavorare sulla preparazione e sulle contromisure. Con questo rapporto sappiamo a che punto siamo e, soprattutto, abbiamo un piano su dove vogliamo andare. Questo dimostra chiaramente che l’Unione europea sta ottenendo risultati e si sta assicurando di essere pronta nel caso in cui si verifichi una nuova crisi”.
Le consapevolezze
Nei primi mesi della pandemia la Commissione aveva individuato 10 insegnamenti per trasformare le azioni di emergenza in cambiamenti strutturali e sviluppare soluzioni a lungo termine per migliorare la nostra preparazione alle future emergenze sanitarie. Diciotto mesi dopo, sono stati compiuti notevoli progressi per raggiungere gli obiettivi fissati nella comunicazione:
- un’individuazione e una risposta più rapide dipendono da una sorveglianza globale più forte e da dati più comparabili e completi;
- una consulenza scientifica chiara e coordinata facilita le decisioni politiche e la comunicazione pubblica;
- la preparazione necessita di investimenti, controlli e revisioni costanti;
- gli strumenti di emergenza devono essere pronti, più veloci e più facili da attivare;
- in Europa devono essere attuate misure coordinate, che vadano oltre i confini nazionali;
- sono necessari un partenariato pubblico-privato rafforzato e catene di approvvigionamento più solide per le attrezzature e i farmaci fondamentali;
- un approccio paneuropeo è essenziale per rendere la ricerca clinica più veloce, più ricca e più efficace;
- la capacità di far fronte a una pandemia dipende da continui e maggiori investimenti nei sistemi sanitari;
- la preparazione e la risposta alle pandemie sono una priorità globale per l’Europa;
- è necessario sviluppare un approccio più coordinato e sofisticato alla disinformazione e all’informazione.
Gli assi del 2023
A fronte di queste consapevolezze, l’Unione ha elaborato una strategia per step per affrontare al meglio le sfide sanitarie dei prossimi anni.
Dimostrato che il costo dell’inazione e di una preparazione insufficiente supera di gran lunga quello di un investimento efficace, sistematico e coordinato nella preparazione e nella pianificazione, un approccio strategico a livello europeo dovrebbe contribuire a evitare o, quantomeno, a ridurre in modo significativo gli effetti negativi delle crisi sanitarie in termini di vite umane, l’impatto sui servizi sanitari e sulla salute.
La Ue ha elaborato una strategia per step per affrontare al meglio le sfide sanitarie dei prossimi anni
Sono quattro gli assi su cui la Commissione intende concentrare gli sforzi nel 2023:
- Lo sviluppo di contromisure mediche: sarà istituito Hera Invest, un fondo con 100 milioni di euro per sostenere progetti innovativi contro le minacce sanitarie. Saranno inoltre investiti ulteriori 80 milioni di euro nei progetti che ricadono sotto il cappello “Vaccini 2.0 per il Covid”. L’intenzione è promuovere un’immunizzazione di nuova generazione, per avere a disposizione tecnologie da utilizzare anche in altri ambiti oltre a quello del Covid;
- Valutazione delle minacce e raccolta delle informazioni: Hera svilupperà una piattaforma (Mcmi, Medical Countermeasures Intelligence) per valutare meglio le minacce sanitarie, collegando il loro rilevamento alla disponibilità (e all’accessibilità) di contromisure sanitarie;
- Catene di approvvigionamento e capacità di produzione resilienti: l’Unione intende rafforzare ulteriormente Eu Fab, la rete di stabilimenti europei in grado di produrre vaccini e medicinali attivabili al bisogno e quindi disponibili velocemente nel caso di un’emergenza sanitaria. Lo sviluppo di un sistema dinamico di acquisti faciliterà inoltre l’accesso alle contromisure mediche da parte degli Stati membri;
- Coordinamento nazionale e collaborazione globale: per essere pronti ad affrontare le crisi sanitarie che ci aspettano in futuro, è necessario rafforzare i partenariati tra i vari Stati dell’Unione, poiché con il Covid è stato evidente che i virus si spostano senza curarsi dei confini tra le Nazioni.
“La pandemia ha sottolineato che la preparazione è fondamentale per proteggere i nostri cittadini dalle crisi sanitarie globali – ha evidenziato Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la Sicurezza alimentare – Dal 2020, l’Unione ha rafforzato notevolmente la sua architettura di sicurezza sanitaria e la sua risposta con la creazione di Hera come fulcro di una forte strategia europea per la salute. Nei prossimi anni, continueremo a rafforzare le capacità di preparazione collettiva dell’Ue in stretta collaborazione con gli Stati membri e a lavorare con i partner internazionali per garantire che, quando arriverà la prossima crisi, saremo pronti ad affrontarla rapidamente e con decisione, a livello di Unione. Questo è ciò che i nostri cittadini si aspettano da noi e che noi dobbiamo realizzare”.
Il 25 dicembre, inoltre, è entrato in vigore il nuovo quadro in materia di sicurezza sanitaria. Le nuove norme servono proprio a completare le capacità di preparazione e di risposta dell’Unione europea della salute, creando un solido quadro giuridico volto a migliorare la capacità dell’Ue nei settori fondamentali della prevenzione, della preparazione, della sorveglianza, della valutazione del rischio, dell’allarme rapido e della reazione. Tra le novità, regole più rigorose sulle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, un rafforzamento del mandato del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e un nuovo quadro di emergenza per le contromisure mediche.
La strategia europea per la salute globale
Il rapporto sulla preparazione alla pandemia va letto alla luce della nuova Strategia europea per la salute globale, nella quale l’Unione europea aspira ad occupare un posto di primo piano nello scacchiere mondiale per il contrasto alle future emergenze sanitarie.
Per la natura trasversale della salute, la Strategia europea si propone di introdurla in tutte le politiche, senza relegarla solo all’ambito sanitario
Sono tre le priorità considerate fondamentali per affrontare i problemi sanitari mondiali:
- migliorare la salute e il benessere delle persone lungo tutto l’arco della vita;
- rafforzare i sistemi sanitari e promuovere la copertura sanitaria universale;
- prevenire e combattere le minacce sanitarie, e quindi anche le pandemie, con un approccio One Health.
Tra le sfide, recuperare il terreno perduto per raggiungere gli obiettivi universali in materia di salute nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030. Per farlo, l’Unione auspica che ci si orienti verso il conseguimento di una copertura sanitaria universale, il rafforzamento dell’assistenza sanitaria di base e la lotta contro le cause profonde dei problemi di salute, come la povertà e le disuguaglianze sociali.
Proprio per la natura trasversale della salute, la Strategia la introduce in tutte le politiche, senza relegarla solo all’ambito sanitario. Tra i fattori chiave che possono contribuire a migliorare lo stato di salute dei cittadini europei c’è la digitalizzazione, la ricerca e l’avere a disposizione professionisti specializzati.