«Apprezziamo l’impegno che cinque Regioni, Emilia Romagna, Campania, Puglia, Toscana e Sardegna, stanno mettendo in campo per promuovere il referendum abrogativo della legge appena approvata sull’autonomia differenziata. E consideriamo un segnale positivo che anche quelle governate da partiti di maggioranza si stiano interrogando sulle conseguenze di questa legge, in assenza di misure di contenimento e garanzia. Come Cittadinanzattiva avevamo caldeggiato tale mobilitazione, perché la consideriamo un atto forte di responsabilità da parte delle istituzioni regionali e soprattutto uno strumento per attivare la partecipazione diretta dei cittadini ad una riforma che finora li ha esclusi da qualsiasi forma di dibattito. Consideriamo, parallelamente, la possibilità di essere tra i soggetti promotori di un referendum sul tema e di partecipare attivamente alla raccolta delle firme delle cittadine e dei cittadini sul territorio». A dichiararlo Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva.
«Sono anni che ci battiamo contro le disuguaglianze, che temiamo diventino irreparabili qualora si proceda in questa direzione. Quella sull’autonomia differenziata, oltre ad essere una legge rischiosa, è innanzitutto una legge anacronistica, perché arrivain un momento in cui, pur permanendo forti differenze territoriali nell’accesso ai servizi pubblici, tutte le Regioni appaiono in affanno, anche quelle considerate più efficienti. Per esempio, per quanto riguarda la salute dei cittadini, le regioni settentrionali corrono gli stessi rischi di desertificazione sanitaria di quelle meridionali, quasi tutte sono estremamente deboli nelle risposte di assistenza territoriale, molte devono la loro eccellenza alla forza dei servizi privati piuttosto che al rafforzamento di quelli pubblici. D’altro canto, alcune Regioni considerate più fragili stanno migliorando i loro servizi ma, privati di risorse o di interventi di tipo perequativo, rischiano di fare brutti passi indietro. E anche in tema di innovazione la frammentazione non è di aiuto: è degli scorsi giorni la notizia che il garante della Privacy ha avviato procedimenti nei confronti di 18 Regioni e delle 2 Province autonome perché nell’implementazione del Fascicolo sanitario elettronico ha riscontrato difformità che non garantiscono i diritti dei cittadini in maniera uniforme in tutto il Paese».
«La nostra proposta – conclude Mandorino – è in linea con la Costituzione: prima si definiscano i Livelli essenziali delle prestazioni, si stanzino le risorse necessarie comprese quelle perequative nei confronti delle Regioni più fragili, si normino i tempi di aggiornamento dei LEP e le conseguenti dotazioni di risorse; e solo con questi elementi di garanzia, ben definiti e regolati, si può mettere mano a procedura e intese, definendone in ogni caso il perimetro. La Costituzione infatti prevede “forme particolari di autonomia sulle materie di tutela concorrente», non la devoluzione di tutte e 23 le materie per intero alle Regioni. L’esperienza dei LEA, del loro mancato aggiornamento e, di conseguenza, della loro mancata applicazione ci fa dire che l’iter corretto, anche per l’autonomia differenziata, sarebbe questo, e solo questo. Per questo daremo il nostro contributo per favorire il dibattito e mettere in campo le misure necessarie contro il regionalismo asimmetrico: non di asimmetrie hanno bisogno i diritti dei cittadini in una fase difficile come l’attuale, ma di politiche organiche e tese agli stessi obiettivi di sviluppo dell’intero Paese».