Green Hospital: l’impegno dei farmacisti ospedalieri per una sanità sostenibile

Ambiente, global health e sfide green nella farmacia ospedaliera sono tra i temi centrali del 45° Congresso nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO (che si apre oggi a Napoli con il titolo Next Generation Pharmacy: Missione, Visione e Valore, Mostra d’Oltremare, 17-20 ottobre).

Proprio in questi giorni si svolge una sessione su questi temi: per quale motivo SIFO ha voluto concentrarsi su ambiente e global health e con quali obiettivi? E perché nel Congresso di Napoli si parla con insistenza di Green Procurement? Risponde Barbara Rebesco, componente del Direttivo SIFO e coordinatrice della sessione: «Sia la nostra Società scientifica che tutto l’ambito europeo della farmacia ospedaliera sta sviluppando una profonda cultura professionale dedicata al tema della global health e dell’ospedale verde, cioè l’ospedale a basso impatto ambientale. Questo perché è evidente che possiamo offrire un contributo importante ad una svolta di salute sostenibile, dal punto di vista del rispetto del pianeta, delle nostre città, della nostra salute personale. Si sta infatti diffondendo la consapevolezza che i mondi del farmaco, dei devices, della sanità ospedaliera devono essere in grado di curare i pazienti, ma allo stesso tempo devono prendersi la responsabilità di non incidere sull’ambiente nella creazione di patologie derivate dagli squilibri generati dallo stesso sistema-salute. Produzione del farmaco e del MD, logistica, smaltimento: questi ambiti devono essere da noi monitorati e gestiti in modo differente che nel passato, se vogliamo che la salute sia effettivamente a basso impatto».

«Ciò significa – conclude Rebesco – che il green procurement deve definirsi e diffondersi su larga scala, anche se siamo consapevoli di quanto sia un argomento tutto da impostare perché nuovo e complesso. Intendiamo cioè che l’approvigionamento di farmaci e MD, soprattutto attraverso le gare, deve essere in grado di creare una premialità verso chi mostra di uniformarsi a protocolli che garantiscano una sostenibilità ambientale trasparente e valutabile. SIFO è pronta ad impegnarsi in questo senso, ma è necessario che tutto il sistema delle cure e del procurement sia impegnato unitariamente in questa direzione».

Criteri ambientali minimi

Nel Congresso SIFO si parlerà anche di criteri ambientali minimi in sanità: a cosa ci si riferisce? «L’idea che l’ospedale sia non solo un luogo dove si produce salute, ma che rappresenti anche una potenziale minaccia ambientale è un concetto nuovo e al tempo stesso rivoluzionario – puntualizza Emanuela Omodeo Salè, componente del Direttivo e coordinatrice della sessione -. La cultura dell’impatto ambientale è arrivata giustamente anche in ospedale e quindi anche noi farmacisti ci stiamo sempre di più interrogando sul ruolo della professione in termini di capacità di contribuire a trovare soluzioni nuove a problemi nuovi, tenendo conto che anche la nuova Legislazione europea ci porterà ad interpretare un ruolo da protagonisti nel disegno di un eco-sistema del farmaco a livello universale. Un sistema che dovrà affrontare il tema in termini di innovazione sostenibile e pulita che dovrebbe portare al ripensamento delle fasi di logistica, produzione, gestione e smaltimento».

E dunque come SIFO accoglie questa sfida professionale e in quale modo può assumersela come responsabilità propria? «Per noi di SIFO efficientare i sistemi ospedalieri diventa un obiettivo necessario per ridurre l’impatto ecologico. Il primo suggerimento che lanciamo è quello di istituire un Green Team ospedaliero, multidisciplinare e multiprofessionale. Gli obiettivi principale da perseguire sono: Rifiuti, Energia, Presidi/Dispositivi, Farmaci, Acqua e Cibo. A nostro parere è fondamentale avviare una nuova cultura degli impatti sostenibili in sanità e il Farmacista Ospedaliero può esserne il promotore principale».

E dunque, ampliando il “perimetro della sfida”, come il Farmacista Ospedaliero può essere protagonista di una nuova coscienza ambientale nelle professioni della sanità? «Sarà importante trovare un nuovo approccio al sistema delle cure: una nuova sanità deve essere cosciente della sua responsabilità nei confronti dell’uso delle risorse, della necessità di avere un basso impatto ambientale («non si può immaginare un’organizzazione che da un lato cerca di guarire le persone e dall’altro contribuisce a creare un ambiente da cui emergono sempre nuove patologie») e dell’urgenza di integrare sostenibilità, fiscalità, ambiente e innovazione in un unico framework. Incontreremo pertanto durante il Congresso alcuni esperti di settore ed approfondiremo specifici modelli di innovazioni tecnologiche significative per la green economy della struttura sanitaria. Concluderei – sottolinea Omodeo Salé – dicendo che il Farmacista Ospedaliero e dei servizi territoriali deve essere il primo promotore di questo cambiamento e devono entrare nelle valutazioni delle terapie, dei medical devices, apparecchiature, con una visione di categorie ambientali e di impatto sociale: possibilità di smaltimento a basso impatto, riduzione delle emissioni ospedaliere nella logica del controllo del carbon footprint, gestione pulita della logistica e dell’approvvigionamento».

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