Si è tenuta nella Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica la presentazione del volume “Antiscienza e salute – Come difendersi da fake news e infodemia” (Clueb, 2025), a cura di Margherita Venturi, Silvano Fuso e Carmine Iorio. L’evento, promosso dalla Società Chimica Italiana (SCI) con il sostegno del Presidente, Gianluca Farinola, ha avuto l’obiettivo di sottolineare l’importanza del pensiero critico e del metodo scientifico nel contrasto alla disinformazione in ambito sanitario.
Alla presentazione hanno partecipato numerosi esperti del settore, tra cui la Senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha firmato un contributo nel volume dal titolo “La salute della Democrazia alla prova dell’antiscienza”.
Un tema più urgente che mai
La pandemia di COVID-19 ha accelerato la diffusione dell’antiscienza, rendendo sempre più evidente la necessità di strumenti per orientarsi tra informazioni fuorvianti. Il libro, strutturato in undici capitoli e arricchito dalla prefazione di Silvia Bencivelli e dai contributi di Elena Cattaneo e Telmo Pievani, affronta questo fenomeno da diverse prospettive disciplinari, grazie ai contributi di esperti come Silvio Garattini, Giorgio Dobrilla, Gabriella Coruzzi, Shereen Cox, Andrea Grignolio, Carolina Squeri, Paola Panciroli, Armando De Vincentiis, Rossana Garavaglia e Luca Piretta. Le illustrazioni sono curate da Lucia Baldassarri.
Mai come oggi abbiamo avuto accesso a conoscenze affidabili, eppure la scienza viene costantemente messa in discussione
Silvano Fuso, tra i curatori del libro, ha sottolineato: «Mai come oggi abbiamo avuto accesso a conoscenze affidabili, eppure la scienza viene costantemente messa in discussione. La pandemia da SARS-CoV-2 e il recente successo di figure dichiaratamente antiscientifiche lo dimostrano chiaramente». Il fenomeno dell’infodemia, ossia la sovrabbondanza di informazioni, spesso non verificate o distorte, ha reso ancora più complessa la distinzione tra verità scientifica e falsità, alimentando teorie complottiste e pratiche prive di fondamento.
Elena Cattaneo ha evidenziato l’importanza della consapevolezza scientifica per la società: «“Antiscienza e Salute” è un manuale di autodifesa contro l’antiscienza che consiglio a tutti i cittadini. Non vi è nulla nella scienza che non possa essere spiegato. Il nostro paese ha bisogno di essere accudito giorno dopo giorno. Non possiamo pensare di essere vaccinati contro l’antiscienza, la superstizione e le ciarlatanerie».
Il legame tra pensiero complottista e pratiche alternative
Uno degli aspetti trattati nel volume riguarda la diffusione delle cosiddette medicine alternative (SCAM), che spesso trovano terreno fertile nei contesti istituzionali. Rossana Garavaglia ha affrontato il caso della Regione Toscana, dove dal 1996 le medicine complementari sono state integrate nel Servizio Sanitario Regionale.
«In Toscana, le pratiche alternative offerte dal SSR contano su 80 servizi: pratiche non plausibili scientificamente, prive di evidenze e quindi prive del consenso della comunità scientifica. Nel mio capitolo, analizzo il filo rosso che lega il pensiero complottista a quello magico, stimolato dalla scelta della Regione Toscana, e le criticità etiche che mettono a rischio la salute pubblica», ha spiegato Garavaglia. «Pensiero complottista e magico condividono meccanismi di base che mirano a rassicurare davanti all’incertezza. La loro adozione ha conseguenze negative sia sull’individuo che sulla società. Entrambi sono rintracciabili in coloro che aderiscono alle cosiddette medicine alternative di cui l’omeopatia fa parte. L’avallo da parte di istituzioni, come da 25 anni succede in Toscana, ha ripercussioni etiche rilevanti: spreco di risorse pubbliche, allontanamento delle persone da medicina, medici e pensiero razionale». Prosegue Garavaglia: «Conoscere come si sviluppa l’innovazione nel mondo farmaceutico e la rilevanza del settore nella nostra società permette uno sguardo più obiettivo e porta a comprendere i motivi per cui la rivendicazione di una statalizzazione dell’intero settore sia non auspicabile. Coscienti dei molti problemi, spesso sottolineati dal professor Garattini, le soluzioni sono da ricercare in un adeguamento della regolamentazione e dei controlli».
Queste riflessioni sollevano interrogativi più ampi sul ruolo delle istituzioni sanitarie e sulla loro responsabilità nel fornire cure basate su evidenze scientifiche. L’inclusione di trattamenti non dimostrati all’interno dei sistemi sanitari pubblici può infatti minare la fiducia nella medicina convenzionale e contribuire alla diffusione di false credenze.
Disinformazione e salute: un rischio da non sottovalutare
Un altro ambito critico è quello dell’alimentazione, spesso bersaglio di fake news dannose. Luca Piretta, specialista in Gastroenterologia presso l’Università Campus Biomedico di Roma, ha sottolineato l’importanza di combattere la disinformazione in questo settore: «In un momento come quello in cui viviamo, dove viene sdoganata la disinformazione come un diritto, è di vitale importanza fare chiarezza, almeno in ambito scientifico, su argomenti di cruciale importanza come quello della salute e in particolare dell’alimentazione». Piretta evidenzia come i falsi miti sul cibo e le diete, amplificati dai social media, possano generare gravi conseguenze sulla salute pubblica, favorendo scelte alimentari sbagliate e il diffondersi di pratiche pericolose come le diete estreme prive di fondamento scientifico.
Il metodo scientifico ci insegna anche un’etica del dubbio, della trasparenza e della responsabilità
Carmine Iorio ha ribadito il valore del metodo scientifico come baluardo contro l’antiscienza: «Ecco perché oggi più che mai è necessario difendere il metodo scientifico, il migliore che abbiamo al momento: un metodo che non solo produce progresso, ma ci insegna anche un’etica del dubbio, della trasparenza e della responsabilità. Senza questa cultura del confronto e della verifica, la scienza diventa vulnerabile alla distorsione e all’antiscienza. “Antiscienza e Salute” è dunque un invito a coltivare questo esercizio quotidiano di democrazia, a praticare il pensiero critico, e a ribadire che solo attraverso la collaborazione e il metodo scientifico possiamo affrontare le grandi sfide del nostro tempo».
Il ruolo della chimica e le radici della disinformazione
Margherita Venturi ha riflettuto sul valore del metodo scientifico e sulla persistenza delle credenze infondate: «Il libro mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con grandi esperti di settori diversi dal mio e di riflettere su molteplici aspetti. Il primo aspetto, per me anche motivo di orgoglio, è che nella maggioranza dei temi affrontati nel testo emerge, esplicitamente o implicitamente, quanto importante sia la chimica e l’interpretazione chimica dei fenomeni. Il secondo aspetto, invece, riguarda le ragioni per cui le fake news fanno così presa sul cittadino; la mia conclusione può essere sintetizzata in queste due frasi: meglio bugie rassicuranti che verità scomode; quando uno vuol credere non c’è prova scientifica che tenga».
Le parole di Venturi richiamano una citazione di Dmitrij Mendeleev, padre della Tavola Periodica, a dimostrazione di quanto la fragilità scientifica del cittadino sia un problema persistente nel tempo. L’analisi delle cause della disinformazione mostra come la resistenza ai fatti scientifici non sia un fenomeno recente, ma abbia radici profonde nella psicologia umana e nei meccanismi di diffusione delle informazioni.
La resistenza ai fatti scientifici non è un fenomeno recente ma ha radici profonde nella psicologia umana e nei meccanismi di diffusione delle informazioni
Il Presidente della SCI, Gianluca Farinola, ha sottolineato la necessità di un maggiore coinvolgimento della scienza nelle decisioni politiche: «Abbiamo il dovere di portare le scienze nei luoghi dove si fa politica e dove si prendono decisioni che riguardano il bene del nostro Paese. Abbiamo il dovere come Società Chimica Italiana di portare istanze che spaziano dai materiali critici all’ecosostenibilità, all’innovazione, e far in modo che la voce della comunità scientifica venga ascoltata nei processi decisionali».