- Presentato lo studio dell’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group nell’ambito del progetto Futur#Lab nato in collaborazione con WINDTRE.
- Centrale il ruolo della connettività, e in particolare del 5G, in grado di abilitare l’uso dell’IoT e della domotica: entro il 2026 la copertura delle reti di nuova generazione raggiungerà il 95% del territorio italiano.
- Tra i fattori che avranno il maggior impatto in termini di sostenibilità ambientale e sociale, le aziende mettono al primo posto il cloud computing, le competenze digitali e la cybersecurity, insieme alla dematerializzazione, all’automazione e alla flessibilità dei processi.
- Dalla ricerca emerge la proposta di finanziare voucher per l’acquisto di tecnologie più performanti e più sostenibili, sia da parte delle imprese finali sia dalla PA, prevedere vantaggi fiscali per le reti private aziendali 5G e incentivare l’adozione di servizi di cybersicurezza da parte delle aziende.
Le aziende che investono e si impegnano nell’adozione di pratiche di sostenibilità finalizzate al miglioramento del proprio impatto su ambiente e persone registrano una serie di benefici, di breve e lungo periodo. Inoltre, la scelta di un purpose aziendale più sostenibile produce vantaggi. E l’effetto è di lungo periodo: l’anticipazione delle scelte in tema di sostenibilità, la chiara identificazione della missione e degli obiettivi in tale ottica garantisce un rafforzamento del posizionamento strategico delle aziende in una prospettiva di beneficio comune e impatto positivo. Tuttavia, dal punto di vista delle imprese, si viaggia a due velocità: da un lato, le grandi aziende che sempre più pensano alla sostenibilità ambientale come ad una necessità ineludibile da cui discende un vero e proprio ripensamento della propria governance, dall’altro, le PMI che, salvo eccezioni, ancora vivono la sostenibilità ambientale come un onere difficile da affrontare con le proprie risorse umane e finanziarie. Centrale diventa il ruolo della connettività, e in particolare del 5G, in grado di abilitare l’uso dell’IoT e di sistemi e applicazioni di energy management per l’ottimizzazione dei consumi. A livello di diffusione di reti di nuova generazione, l’Italia risulta indietro rispetto ai Paesi più avanzati in termini di copertura 5G standalone, che a maggio 2021 raggiungeva appena il 7,3% del territorio nazionale. Fortunatamente, le intenzioni di investimento degli operatori mostrano per il 2026, anche senza intervento pubblico, una copertura del 95% del territorio nazionale, con le regioni del Mezzogiorno che presenterebbero una copertura vicina al 100%.
Sono questi alcuni dei temi principali che emergono dallo studio dal titolo “Le transizioni gemelle: digitale e sostenibilità alleati per cambiare l’Italia” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group (società benefit di business advisory) nell’ambito di Futur#Lab, il progetto nato dalla collaborazione tra I-Com e WINDTRE con l’obiettivo di contribuire agli scenari telco in Italia e al ruolo fondamentale del settore nell’accompagnare la transizione digitale, anche nella cornice del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), attraverso l’organizzazione di una serie di momenti di approfondimento e confronto su temi specifici tra accademici, esperti e rappresentanti delle istituzioni e del mondo delle imprese. L’indagine è stata presentata a Roma nel corso della seconda tavola rotonda di Futur#Lab alla quale hanno partecipato, oltre al presidente I-Com Stefano da Empoli e al direttore External Affairs and Sustainability di WINDTRE Roberto Basso, la presidente di Join Group Alessandra Bucci e il direttore dell’area digitale di I-Com Lorenzo Principali – che hanno illustrato la ricerca – il presidente di Assobenefit Mauro Del Barba, il presidente di Fondazione per la sostenibilità digitale Stefano Epifani, il professore di Marketing, innovazione e sostenibilità dell’Università di Roma Tre Carlo Alberto Pratesi, l’Head of Networks & Managed Services Ericsson Italia e Sud Mediterraneo Massimo Basile, il direttore Finance & Corporate Affairs di Sogei Lucia Fioravanti, la direttrice Sustainability and Quality Certification WindTre Federica Manzoni, l’External Relations, Communication & Sustainability Director di Inwit Michelangelo Suigo, la deputata PD membro della Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni Enza Bruno Bossio, il deputato IV membro della Commissione Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni Marco Di Maio e il deputato della Lega membro della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici Tullio Patassini.
Per identificare come le imprese stiano vivendo questa fase di transizione digitale ed ecologica, sono state effettuate nel mese di giugno 2022 interviste a sei tra i principali player del settore delle telecomunicazioni e dell’ICT, relativamente al grado di commitment in materia di sostenibilità e utilizzo dei relativi strumenti, nonché sulla correlazione tra sostenibilità e digitale. I risultati dell’analisi mostrano un contesto piuttosto dinamico e consapevole della complessità delle sfide che attendono il settore e l’intera società, ma anche proattivo rispetto allo sviluppo e all’offerta di soluzioni che possano trovare una sinergia tra il proprio modello di business e gli obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale che gli stessi operatori si sono prefissati. Per via della diversa tipologia di imprese, le aziende intervistate presentano approcci alla sostenibilità piuttosto variegati: l’impegno verso la sostenibilità è condiviso e viene spesso integrato nei modelli di business e negli obiettivi aziendali, talvolta legati a tematiche ambientali e sociali, e nel piano di sostenibilità, che appare uno strumento diffuso tra tutti. Coerentemente con l’obiettivo fissato dalla Commissione europea, le aziende dimostrano un impegno generalizzato nella riduzione della propria carbon footprint.
La ricerca ha approfondito anche l’esistenza di sinergie tra l’agire responsabilmente e le operazioni di digital transformation di pratiche, prodotti e servizi. Per quanto concerne le tecnologie che avranno il maggior impatto in termini di sostenibilità ambientale e sociale, le aziende mettono al primo posto il cloud computing, le competenze digitali e la cybersecurity, insieme alla dematerializzazione, all’automazione e alla flessibilità dei processi.
Rispetto alla sostenibilità dei prodotti e dei servizi digitali offerti dalle aziende intervistate i benefici risultano essere molteplici, e spaziano dalle infrastrutture e dalle tecnologie abilitanti fino a servizi con diversi livelli di avanzamento.
Secondo lo studio, le tecnologie digitali svolgono già adesso un ruolo essenziale per accelerare la transizione verso modelli di sostenibilità. Grazie a un cambiamento culturale e organizzativo, accompagnato e favorito dalle istituzioni. A cominciare da un modello di governance che, a differenza di quello che è avvenuto finora, possa generare una visione condivisa e attenta sulle molteplici interrelazioni esistenti tra digitale e sostenibilità. In particolare, appare fondamentale sostenere le piattaforme cardine della Digital Transformation, ovvero l’infrastrutturazione del 5G per l’abilitazione dei servizi propri dell’IoT e dei relativi vantaggi in termini di efficienza e sostenibilità, e incentivare il digitale applicato al tema della decarbonizzazione mediante politiche che favoriscano l’efficientamento degli spostamenti, la dematerializzazione dei processi, la gestione più efficiente delle operations (es. data center) e l’incremento delle attività di monitoraggio e valutazione degli impatti.
A questo proposito, una proposta centrale appare quella di finanziare voucher per l’acquisto di tecnologie più performanti e più sostenibili, sia da parte delle imprese finali che degli enti che fanno capo alla PA. A livello aziendale, potrebbe essere utile prevedere vantaggi fiscali per le reti private aziendali 5G, ad esempio con tecnologie SD-Wan, in particolare per l’automazione dei processi industriali nell’ottica Industria 4.0 / Transizione 4.0.
Infine, anche alla luce della crescente centralità che sta assumendo il tema anche a livello governativo, con l’istituzione dell’Agenzia per la Cybersecurity e la pubblicazione della strategia per la cybersicurezza, potrebbe essere opportuno incentivare l’adozione di servizi di cybersicurezza da parte delle aziende (anche non strategiche), in particolare offerti in cloud, così da estendere e rafforzare il livello di fiducia nell’innovazione che le istituzioni stanno cercando di implementare per i servizi essenziali dello Stato con la previsione del perimetro di sicurezza cibernetica. In questa direzione anche la proposta, rimarcata da diverse aziende rispondenti, di lanciare una campagna di comunicazione istituzionale per promuovere la cultura digitale e diffondere una corretta informazione sul 5G.