Riconoscimento della centralità delle questioni di genere, come urgenza culturale, sociale, economica e politica, necessaria per rigenerare equilibri ed equità di accessi ai sistemi di cura. Approccio interculturale essenziale per evitare visioni escludenti. Interdisciplinarietà di pensiero, grazie al confronto con realtà differenti, a partire dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale. Su questi tre pilastri si sviluppa il volume Il digital gender gap nella cultura del digitale in sanità a cura della Commissione Donne ASSD – Associazione Scientifica per la Sanità Digitale, presentato a Roma nel corso di un evento tenuto presso la sala di S. Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, a cui hanno partecipato esponenti delle istituzioni, della sanità nazionale, delle professioni sanitarie e delle associazioni di pazienti. Essenziale l’endorsement istituzionale per tramite della Senatrice Sandra Zampa che ha supportato il tema e l’evento.
Aprendo i lavori, Laura Patrucco (presidente ASSD) e Marisa de Rosa (Comitato scientifico ASSD) hanno ricordato che l’attenzione complessiva di ASSD e della sua Commissione Donne sul tema nasce dalla consapevolezza che nella rivoluzione tecnologica alla quale stiamo assistendo il Divario Digitale di genere in Italia è cruciale e «rappresenta una grande sfida per il futuro con la conquista di diritti e opportunità lavorative più eque per il mondo femminile».
«È giunto il momento – hanno sottolineato Patrucco e De Rosa – di assicurare che le ragazze e le donne sviluppino abilità e fiducia per avere successo nelle scienze e nelle tecnologie. Si tratta di promuovere una maggiore consapevolezza pubblica da parte dei genitori e dei formatori su come possono incoraggiare le ragazze nelle materie STEM, soprattutto promuovendo una mentalità di crescita e consentendo, così, alle donne ed alle ragazze di accettare le sfide odierne e future». ASSD si è impegnata a creare la Commissione Donne all’interno dell’Associazione e a diffondere all’interno della propria rete – a cui partecipano molte professioni sanitarie – questo messaggio. «Il libro che oggi presentiamo contiene un’ampia e qualificata raccolta di testimonianze di professioniste di diverse discipline nell’area sanitaria come contributo a creare una precisa consapevolezza digitale. Crediamo che in questo scenario, sia quanto mai urgente attivare una serie di interventi per incoraggiare le giovani donne a intraprendere studi scientifici e ad impossessarsi di competenze digitali. Riteniamo inoltre che sia fondamentale che le istituzioni, le agenzie, le realtà molteplici del SSN e il mondo della produzione debbano fare la loro parte promuovendo strumenti attivi per aumentare non solo il numero delle donne in ambiti tecnologicamente evoluti, ma anche la loro rappresentanza nei ruoli apicali e di leadership».
Riprendendo questi temi in apertura dei lavori dell’evento, la senatrice Sandra Zampa ha dichiarato «che le istituzioni ed il Parlamento hanno bisogno di contributi concreti, come il libro prodotto da ASSD, per comprendere meglio e mappare il gender gap, un problema di cui forse il nostro paese non è sufficientemente consapevole e cosciente. La qualità delle cure, la ricerca medica, le carriere in sanità e gli ostacoli che vengono posti alla leadership al femminile sono fenomeni che se non vengono correttamente mappati ci impediscono quello sviluppo verso un SSN rinnovato, ma non snaturato, che è per tutti oggi un obiettivo da raggiungere».
Teresa Calandra, Presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), ha evidenziato quanto il genere abbia un impatto sulla carriera dei professionisti sanitari, soprattutto se donne. Nel suo intervento Calandra, introducendo una sezione del libro ASSD dedicata alle professioni sanitarie, ha evidenziato i dati di un’indagine condotta dalla Federazione nazionale tra i professionisti sanitari a essa afferenti sul tema, ed ha dichiarato che: «Quasi un quinto (18,5%) delle persone intervistate ha affermato che il proprio genere ha complicato la conciliazione tra vita privata e lavoro. Ciò nonostante il gap sul digitale nell’ambito lavorativo non appare legato al sesso della persona, ma piuttosto all’età, alla vocazione tecnologica della professione o all’organizzazione». «Ne consegue – ha concluso Calandra – che non stiamo parlando solo di una questione femminile: riguarda la società, l’effetto positivo della diversità sulla creatività e la produttività delle organizzazioni, di conseguenza l’impatto economico, sociale e culturale. Riteniamo che sia importante garantire a tutti, indipendentemente dal genere, un’equa possibilità di beneficiare e contribuire nell’era digitale».
La presentazione del volume si è conclusa con un’ampia tavola rotonda che ha permesso di esplorare il tema del divario di genere da prospettive differenti. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, ha ricordato i tre principali gap da colmare: il diritto alla tutela della salute, la leadership femminile e l’accesso agli strumenti digitali, quest’ultimo strettamente legato al ruolo delle donne nel campo delle tecnologie avanzate e dei sistemi di intelligenza artificiale. Cartabellotta ha posto particolare enfasi sulla ricerca clinica, sottolineando che in questo ambito «i dati evidenziano un preoccupante divario: le donne sono poco rappresentate negli studi clinici e, di conseguenza, le evidenze scientifiche sulle terapie sono spesso poco applicabili al genere femminile. È quindi fondamentale che, in presenza di linee guida internazionali molto chiare, anche nel nostro Paese la ricerca e la sperimentazione di nuovi trattamenti inaugurino una stagione completamente nuova, sotto il segno dell’inclusività».
Dal suo osservatorio oncologico, Rossana Berardi (Presidente Women for Oncology) ha commentato che fortunatamente in Italia la comunità di specialisti che si raccoglie attorno ad AIOM è particolarmente sensibile alle tematiche di genere, ed «ha licenziato le prime raccomandazioni promosse dalla società scientifica sulla tematica dell’Oncologia di Genere, proprio al fine di porre l’attenzione su una questione di sempre maggiore rilevanza socio-sanitaria, fornendo così uno strumento utile per i professionisti sanitari per la migliore presa in carico dei pazienti oncologici». Il past president AIIC, nonché membro del Direttivo ASSD, Lorenzo Leogrande ha sottolineato «che una professione giovane ma ormai nevralgica per lo sviluppo del SSN come quella dell’ingegnere clinico e biomedico si sta ormai indirizzando verso una popolazione professionale che per la maggioranza è rappresentata da donne, anche se i ruoli apicali sono ancora appannaggio degli uomini». In questo scenario Maria Luisa Chiofalo e Patrizia Palazzi hanno descritto le attività di ricerca sviluppate in seno a Women for Quantum e a Donne 4.0, due realtà connotate dalla presenza di professioniste che stanno contribuendo a sviluppare e condividere ricerca nell’ambito della fisica quantistica (le prime) ed a definire condizioni per una corretta partecipazione di ricercatrici ed accademiche al movimento internazionale di operaroti impegnati nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Durante le conclusioni Laura Patrucco e Marisa De Rosa hanno confermato che «il volume è un primo atto di un percorso che la Commissione Donne di ASSD intende sviluppare anche in stretta collaborazione con le istituzioni, affinché le soluzioni tecnologicamente avanzate anche in sanità siano una modalità per il superamento dei gap che impediscono alle donne nel nostro Paese di accedere alle migliori cure, o di rivestire ruoli consoni con le loro conoscenze e competenze».
Il volume ll digital gender gap nella cultura del digitale in sanità (Edizioni ASSD, Collana – Le Donne incontrano la Salute, 132 pagine, Roma 2024) è suddiviso in tre parti, una di panoramica generale di contesto (con gli interventi di Monica Calamai, Mariangela Ciccarese, Italia Agresta, Alberta Spreafico, Priscilla Dora Mazzoli, Rossana Berardi, Roberta Gilardi, Elena Pitotti, Maria Stefania Manzi, Roberta Famulari, Valerio De Lorenzo e Laila Perciballi), una di comunicazione di esperienze specifiche (con i testi di Teresa Calandra -Dilva Drago unitamente a 18 esponenti delle professioni sanitarie tecniche, riabilitative e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), Assunta De Luca, Vittoria Doretti, Cecilia Quercioli, Antonella Miserendino, Vanessa Bastreghi, Antonio D’Urso, Roberta Rossini, Tiziana Rossetto, Rosanna Favole, Chiara Stracquadanio, Valentina Di Mattei, Barbara Porcelli, Roberta Famulari, Valerio De Lorenzo, Laila Perciballi, Alessandra Huscher, Alessia Cabrini), ed una, conclusiva, dedicata a progetti e servizi (con i contributi di Diana de Marchi, Daria Orfeo, Stefania Mancini, Claudia Elisabetta Bassanino, Sandra Frateiacci, Maria Vittoria Biondi, Daniela Abbatantuono, Gabriella Casu).
L’Associazione Scientifica per la Sanità Digitale-ASSD è stata costituita nel 2017 per promuovere la cultura del digitale nel SSN sottolineando l’importanza dell’alfabetizzazione, dell’informazione e della condivisione, realizzando e rendendo disponibili gratuitamente per il settore sanitario decine di libri, opuscoli divulgativi, seminari e corsi di formazione. I suoi Soci Fondatori e Ordinari rappresentano le professioni che operano nel contesto della sanità italiana. Svolge attività di advocacy e attraverso la Commissione Donna intende promuovere l’equità di genere anche in ambito di sanità digitale.