Fondazione The Bridge: prioritaria l’adozione di Pdta per l’Hiv

“La Giornata Mondiale contro l’Aids ci permette ogni anno di celebrare i successi ottenuti nel contrasto all’infezione, ma è urgente una riflessione più ampia e propositiva. Con Fondazione The Bridge stiamo lavorando attraverso il coinvolgimento di stakeholder di diversa provenienza, sia a livello nazionale con il progetto Coalition Hiv e con la rete che approfondisce le comorbidità oncologiche tra le persone che vivono con Hiv, sia internazionale, nell’ambito dell’iniziativa europea Hiv Outcomes, per trovare soluzioni condivise che tengano conto dell’attuale evoluzione del contesto scientifico e sociale”. Così Rosaria Iardino, Presidente della Fondazione The Bridge, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids che si celebra il 1° dicembre di ogni anno.

Iardino è intervenuta alla Camera dei Deputati nel corso della conferenza stampa sull’iniziativa “Montecitorio illuminato di rosso”, promossa dall’On. Mauro D’Attis, presentatore e relatore della Proposta di Legge sul contrasto all’Hiv, l’Aids, l’Hpv e le malattie a trasmissione sessuale.

“In particolare – ha precisato Iardino – nel nostro Paese è prioritaria l’adozione dei Pdta, i Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, in Hiv, strumenti di gestione e programmazione clinico-organizzativa che definiscono la sequenza di azioni clinico-assistenziali rivolte ai pazienti. Oggi i Pdta sono utilizzati in modo disomogeneo a livello regionale, con una frammentazione del servizio che ricade sull’accesso alle cure del paziente. L’obiettivo, allora, è quello di individuare un modello unitario a livello nazionale, da presentare in Conferenza Stato Regioni, che funga da ausilio per l’elaborazione dei Pdta regionali e per la loro implementazione sui territori”.

“Oggi, a preoccupare molto – ha aggiunto la Presidente di Fondazione The Bridge – è l’incremento delle diagnosi tardive nel 2022. È quindi importante non perdere di vista il ruolo fondamentale di una sempre maggiore diffusione dei test. Quasi il 50% delle nuove diagnosi avviene dopo la manifestazione di sintomi o patologie correlate all’Hiv e il fatto che questa percentuale sia in aumento rispetto agli anni precedenti indica la necessità di intensificare gli sforzi di sensibilizzazione e screening, mirati non solo a far emergere il sommerso ma anche a ridurre il numero di ‘late presenters’”.

Per Iardino “abbiamo bisogno di un confronto costruttivo tra tutti i soggetti interessati, decisori, società scientifiche, associazioni di pazienti e aziende, che operano in questo ambito. Come Fondazione The Bridge confermiamo il nostro impegno per mantenere alta l’attenzione su aspetti che hanno implicazioni complesse nella nostra società, come ad esempio lo stigma, che continua a condizionare in modo sostanziale la vita delle persone con Hiv. Da una nostra recente ricerca, su un campione di 915 dipendenti di 32 ospedali in città medie, grandi e metropoli di 10 Regioni italiane, è emerso un forte fabbisogno formativo da parte degli operatori sanitari ospedalieri, sia rispetto al grado di conoscenza dei temi connessi all’Hiv, sia allo stigma” ha concluso.

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