La sanità non è più univoca: integrazione e confronto tra modelli nel nuovo appuntamento di Masterpharm 24

È una sanità che necessita sempre più di maggior connessioni ed integrazioni tra modelli, competenze, esperienze e territori, quella che si confronta all’interno del secondo modulo di Masterpharm 2024, evento promosso da Francesco Cattel (Direttore Struttura Complessa Farmacia Ospedaliera, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino e Coordinatore del laboratorio HTA della SIFO) che si apre tra due giorni a Torino. È un secondo modulo di carattere internazionale (dopo il primo appuntamento di quest’anno, caratterizzato da “voci nazionali”, tenuto a fine maggio) e che si presenta con il titolo Modelli integrati a confronto dall’Italia al mondo (20-22 novembre, AC Hotel, Torino).


Il titolo di questo secondo evento di Masterpharm 24 mette la sottolineatura sul confronto tra modelli a cui porteranno il loro contributo anche (tra gli altri), Francesco Saverio Mennini (Ministero della Salute), Amerigo Cicchetti (Ministero della Salute), Paolo Russo (AIFA) ed Arturo Cavaliere (Presidente SIFO). Perché questa grande attenzione al tema dell’integrazione? Risponde Francesco Cattel: «Perchè la sanità non è più univoca, ma plurima. Ormai non esiste un tipo di sanità, ma esistono sanità differenti e aderenti alla geografia e al territorio dove operano. Quindi si può affermare che il territorio abbia un suo modello sanitario, come anche l’ospedale e le istituzioni regionali e nazionali, facendo certamente sempre riferimento ad AIFA e AGENAS. Dunque la parola integrazione diventa sempre più determinante. Ed intendiamo riferirci alla capacità di riuscire a costruire il mosaico della sanità cercando di mettere in comunicazione, compenetrandoli, i suoi vari modelli».

L’evento Masterpharm 24-secondo modulo si sviluppa su tre intense giornate, con sette sessioni plenarie ed una serie di parallele, coinvolgendo a Torino oltre 150 esperti di farmacia ospedaliera e di altre professioni sanitarie. I macro-temi di questo evento sembrano essere soprattutto l’innovazione tecnologica e la continuità ospedale-territorio: come queste tematiche impattano sulle farmacie ospedaliere? «La farmacia ospedaliera nasce da una legge della fine degli anni ‘60 e prevedeva un servizio che si occupasse di acquisti farmaci e distribuzione ai reparti – risponde il coordinatore dell’evento torinese -. Sono passati gli anni ed ora la farmacia ospedaliera sta diventando sempre di più una struttura aderente alle azioni delle direzioni strategiche, acquisendo un ruolo sempre più importante rispetto alla gestione del bilancio, non soltanto in termini di costi di farmaci e dispositivi ma anche in termini di miglioramento dei flussi. Di conseguenza, quando si parla di flussi e costi si parla di efficienza: per poter efficientare sarà esponenzialmente importante l’innovazione tecnologica. Stiamo attraversando un periodo importante, focale, che potrebbe cambiare a 360 gradi la nostra sanità, soprattutto a seguito dell’introduzione dell’intelligenza artificiale, dove sicuramente il farmacista avrà un ruolo fondamentale nell’applicazione pratica delle nuove tecnologie».

Un cambiamento che, si sottolinea da più parti, passa da una differente concezione della continuità ospedale-territorio, che «verrà trattato in Masterpharm perché sempre di più la prescrizione farmaceutica nonché la gestione del device nascono in ospedale per poi migrare sul territorio. Questo riconduce l’attenzione di tutti gli operatori e decisori al tema dell’integrazione e della comunicazione, dove sarà fondamentale una figura che sappia operare, ma soprattutto comunicare con gli stakeholder coinvolti, come il farmacista ospedaliero».

Il programma della seconda giornata di Masterpharm24-secondo modulo (giovedì 21) prevede anche una sessione sulla “clinicizzazione della farmacia”: cosa si intende con questa definizione? «Negli anni era stata ravvisata una carenza di cultura clinica nel farmacista ospedaliero, per la quale è stato importante portare avanti il discorso del farmacista clinico – precisa Cattel -. Ormai si può affermare che il farmacista abbia acquisito tale mentalità clinica, sapendo leggere le evidenze scientifiche, per esempio nell’ambito dell’HTA, ma anche cooperando con le figure professionali sanitarie, rappresentando una figura esistente a fianco delle figure sanitarie cliniche. Dunque, l’evoluzione che affronteremo sarà quella che ci porta dal farmacista clinico alla clinicizzazione della farmacia come struttura gestionale».

La seconda e terza giornata del simposio presentano un programma ricco di voci internazionali, con la partecipazione di Nenad Miljković (presidente EAHP), Despoina Makridakis, Tjalling van der Schors e Piera Polidori (tre componenti del board EAHP), Thomas De Rijdt (Università di Lovanio, Belgio), Ana Lozano (Università delle Asturie, Oviedo, Spagna), Annika Jödicke (Università di Oxford, Regno Unito), Antonella Tonna (Università Robert Gordon, Aberdeen, Regno Unito) e Andre Rieutord (Gustave Roussy Cancer Campus, Villejuif, France). Quale contributo si attende possano portare le tante voci europee che sono coinvolte nel programma? «Con le voci degli esperti europei porteremo avanti un discorso di benchmarking – precisa il coordinatore di Masterpharm -, atto non soltanto a ravvisare eventuali mancanze di una realtà rispetto al collega di un’altra nazione, ma indirizzato a creare un confronto transnazionale per capire che siamo eredi di servizi sanitari differenti, in Europa e nel mondo, e che di conseguenza i servizi della farmacia possano essere il risultato di differenze socio-economiche cruciali. Il confronto ci condurrà alla creazione di ragionamenti che trattano la sanità di sistema, a livello generale, piuttosto che di specificità e peculiarità di ciascun servizio».


Con questo evento Masterpharm conclude il suo terzo anno di attività: qual è lo stato di salute di questo progetto così trasversale? Risponde, concludendo, Francesco Cattel: «Possiamo affermare che lo stato di salute di Masterpharm è ottimo: siamo partiti tre anni fa portando come docenti di un evento prettamente formativo i farmacisti della farmacia ospedaliera di Città della Salute e della Scienza di Torino perché, vista la complessità della nostra azienda, pensavamo di poterla portare ad esempio e modello del territorio la nostra realtà. Progressivamente siamo cresciuti parallelamente al corso di formazione, arrivando ad offrire oggi un evento ampio e rappresentativo dove le best practice esposte sono sempre più internazionali, non soltanto coinvolgendo i colleghi farmacisti ma anche altre realtà e progettualità di tipo multidisciplinare, riguardanti per esempio l’HTA e la cronicità. Possiamo quindi dire che il percorso compiuto sino ad ora è lusinghiero e ci conferma nella nostra intenzione di proseguire, creando a Torino una base di riflessione sul futuro della farmacia ospedaliera e del SSN».

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