Priorità alle cure per i pazienti COVID-19 ad alto rischio nell’UE: raccomandazioni politiche presentate al Parlamento il 14 novembre

di Mariano Votta (Responsabile Affari Ue, Cittadinanzattiva, Direttore Active Citizenship Network) e Kinga Wójtowicz (Capo Ufficio di Bruxelles, Gruppo RPP)

Il 5 maggio 2023 rimarrà un giorno storico per la pandemia da COVID-19. In quella data, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria scoppiata poco più di tre anni e mezzo prima, l’11 marzo 2020, con la dichiarazione dell’inizio della pandemia.

Da quando il COVID-19 è passato dallo stato pandemico a quello endemico, a livello nazionale ed europeo si è verificata una de-prioritizzazione delle azioni intraprese per combattere la pandemia: le strategie di vaccinazione, gli screening gratuiti, la diffusione dei dati aggiornati e accessibili sul COVID-19 e la consapevolezza pubblica dei trattamenti disponibili per affrontarlo sono, infatti, passati in secondo piano.

Mariano Votta
Mariano Votta

Tuttavia, è importante sottolineare che il virus esiste ancora, e rimane letale soprattutto per i pazienti ad alto rischio, cioè quelli che soffrono di patologie croniche, respiratorie, oncologiche o cardiovascolari.

In particolare, nell’imminenza della stagione invernale 2023-2024, è assolutamente necessario rimanere vigili nei confronti del COVID-19. Gli esperti ricordano che il COVID-19 rimane una minaccia per la stabilità del sistema sanitario in un momento critico di ricostruzione, specialmente durante le stagioni autunno e inverno dove circolano contemporaneamente virus che causano malattie respiratorie come influenza, polmonite e altre patologie. Le malattie respiratorie causano ogni anno gravi infermità e alti livelli di ospedalizzazione nella popolazione vulnerabile, mettendo ulteriormente sotto pressione i sistemi sanitari già provati. Questo onere è particolarmente sentito negli anziani e nelle persone con patologie preesistenti.

Per questo motivo, 9 associazioni di tutela dei pazienti, coordinati da RPP Group, hanno unito le forze per definire 10 raccomandazioni, con l’obiettivo di condividere le attuali sfide e le barriere relative al COVID-19 con i gruppi di pazienti ad alto rischio e per migliorare i percorsi di cura del paziente.

Le raccomandazioni saranno presentate ufficialmente a livello europeo il prossimo 14 novembre in occasione di un’iniziativa di dialogo politico promossa da Active Citizenship Network, la rete europea di Cittadinanzattiva, ospitata dall’eurodeputato Brando Benifei e sostenuta dal gruppo di interesse “European Patients’ Rights & Cross-Border Healthcare”.

L’obiettivo di questo evento è sostenere i decisori politici nel loro lavoro, per garantire che le esigenze cliniche dei pazienti siano soddisfatte, promuovendo nel contempo una migliore formazione tra gli operatori sanitari e rafforzando la necessità di potenziare ulteriormente la “preparedness” dei sistemi sanitari nazionali.

Kinga Wójtowicz

Fortunatamente, nonostante il COVID-19 sia ancora diffuso e in continua evoluzione a livello mondiale, in Europa si assiste a una riduzione di casi e decessi rispetto ai primi focolai del 2020. Questa riduzione è stata possibile grazie ai vaccini e alle terapie anti-COVID-19, assieme alle altre misure preventive. In questo senso, i trattamenti antivirali contro il COVID-19 sono emersi come un’area di ricerca medica in rapida evoluzione, incentrata sui pazienti ad alto rischio di sviluppare una forma grave della malattia da COVID-19.

Tuttavia, in Europa mancano ancora una piena consapevolezza e un accesso uniforme ai trattamenti antivirali da parte dei pazienti. Per sostenere l’innovazione e l’accesso ai pazienti, sono necessari ulteriori sforzi per comprendere il panorama attuale di disponibilità e accesso a queste terapie.

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