Riforma della disabilità, slitta al 2027 l’entrata in vigore

La Camera ha approvato, con 165 voti favorevoli, 105 contrari e 3 astenuti, la conversione in legge del decreto Milleproroghe, che con l’articolo 19-bis introduce alcune disposizioni per l’avvio della Riforma della disabilità, voluta dal ministro Alessandra Localtelli ed entrata in vigore il 30 giugno 2024.

Il periodo di “sperimentazione” della Riforma per semplificare il sistema di accertamento dell’invalidità civile e la nuova valutazione multidimensionale per l’elaborazione del “Progetto di vita”, avviata il 1° gennaio 2025 secondo le modalità previste dal decreto 62/2024, è estesa ad altre province e prolungata da 12 a 24 mesi. Un rinvio che, se da un lato, permetterà di testare con più accuratezza il nuovo sistema e colmare le lacune, dall’altro rischia di tradursi in un ulteriore ritardo nell’attuazione di diritti fondamentali per le persone con disabilità.

Il decreto Milleproroghe fa slittare l’applicazione della riforma, su tutto il territorio nazionale, dal 1° gennaio 2026 al 1° gennaio 2027

Al momento la sperimentazione è già attiva in nove province (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste) e, dal 30 settembre 2025, sarà estesa ad altre undici (Aosta, Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza e la provincia autonoma di Trento).

L’estensione della fase sperimentale riguarderà l’accertamento anche di patologie come artrite reumatoide, cardiopatie, broncopatie e malattie oncologiche.

Vincenzo Falabella

Per garantire un monitoraggio adeguato, sarà istituita una segreteria tecnica di supporto al Ministero per le Disabilità, operativa fino al 31 dicembre 2027, con uno stanziamento di 900mila euro.

Il prolungamento della sperimentazione potrà consentire di individuare tutte le criticità e migliorare il sistema ma resta essenziale, secondo Vincenzo Falabella, Presidente FISH onlus, che il Ministero proceda con tempi certi, evitando ulteriori slittamenti. È fondamentale, inoltre, un confronto costante con le associazioni di rappresentanza, affinché l’allungamento dei tempi non si traduca in una battuta d’arresto nell’attuazione della riforma.

«Ogni riforma deve partire dai bisogni reali delle persone con disabilità e dalla loro piena partecipazione ai processi decisionali – ci dice Falabella. Non possiamo accettare che i diritti vengano rimandati all’infinito. Siamo di fronte a un cambiamento importante, un’opportunità per migliorare la vita di milioni di cittadini e cittadine con disabilità. È fondamentale partire con il piede giusto, senza ritardi e incertezze. Ogni scelta deve essere fatta con responsabilità, mettendo al centro i diritti e il benessere delle persone. Dobbiamo garantire un sistema equo, inclusivo. Questa riforma non deve essere solo un atto burocratico, ma un vero passo avanti».

Questa riforma non deve essere solo un atto burocratico, ma un vero passo avanti

Alessandro Chiarini

«Il 5 febbraio 2025, l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità ha discusso la riforma in corso nelle nove province italiane, sottolineando l’importanza della semplificazione e sburocratizzazione per migliorare la vita delle persone con disabilità – aggiunge Alessandro Chiarini, Presidente CONFAD. Il Ministro Locatelli, ha ribadito l’impegno a superare ostacoli burocratici. Tuttavia, il rinvio al 1° gennaio 2027 ha suscitato preoccupazioni riguardo alla trasparenza e al coinvolgimento della comunità delle persone con disabilità, delle loro famiglie e delle associazioni. La decisione di differire l’attuazione della riforma non era prevista dalla legge di delegazione e ha sollevato interrogativi sull’effettiva partecipazione delle persone con disabilità nel processo decisionale. È indispensabile un confronto su queste questioni per garantire che i diritti delle persone con disabilità siano rispettati e non trascurati».

di Ivana Barberini

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