Si sono svolti ieri a Roma gli Stati generali della Comunicazione per la Salute, promossi per il terzo anno consecutivo da Federsanità, in collaborazione con PA Social. Quest’anno l’evento si è tenuto presso l’Inmi Irccs Lazzaro Spallanzani.
Gli spazi del Centro congressi dell’ospedale capitolino hanno ospitato più di 200 tra giornalisti, comunicatori pubblici, social media manager, creatori digitali dell’informazione, la schiera dei professionisti della comunicazione che affianca le direzioni strategiche quotidianamente nell’azione di comunicazione verso i cittadini. Una giornata di confronto e dibattito sull’importanza dell’informazione, della partecipazione e della comunicazione trasparente con l’obiettivo di avviare una nuova narrazione del Servizio sanitario nazionale che vada oltre la superficie, che sia basata su fatti verificati, trasparenza e un approccio costruttivo che metta al centro la buona sanità, i progressi scientifici, la centralità della salute e valorizzi la rete dei professionisti che vi lavorano.
«Questa iniziativa – ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo messaggio inviato ai partecipanti – mira a promuovere una comunicazione efficace, trasparente e responsabile in un contesto dominato dalla rapidità dell’informazione e dalla diffusione incontrollata di fake news. Il tema della ‘contro narrazione’, scelto come filo conduttore di questa edizione degli Stati generali della comunicazione per la Salute, è quanto mai appropriato».
Secondo l’esponente del governo, «serve una narrazione che sappia integrare le criticità in un racconto più completo e veritiero. Perché raccontare la buona sanità significa anche restituire dignità al lavoro quotidiano del personale sanitario e mostrare ai cittadini il valore di un sistema che rimane tra i più avanzati al mondo. È altresì fondamentale promuovere l’alfabetizzazione sanitaria, per tutelare la salute di ogni individuo. Serve uno sforzo condiviso per consentire ai cittadini di comprendere e utilizzare correttamente le informazioni sanitarie, favorendo non solo il benessere personale, ma anche obiettivi cruciali come la riduzione delle disuguaglianze e delle distanze, la promozione di stili di vita sani e il contrasto alle fake news. Bisogna anche saper cogliere le straordinarie opportunità delle tecnologie digitali per migliorare la comunicazione sanitaria, amplificare messaggi positivi e rendere la salute pubblica più accessibile».
«Al centro di tutto ci sono la trasparenza, il dialogo e la fiducia: nella sanità pubblica, nelle terapie, nelle cure, nei medici, negli infermieri. Gli Stati generali della comunicazione per la Salute – le parole del ministro della Salute – rappresentano un’occasione preziosa per consolidare questi principi e per contribuire a costruire un sistema sanitario più forte e partecipato». Da un’indagine dell’Istituto Piepoli, realizzata in occasione dell’evento, un italiano su quattro ritiene che la sanità sia la principale priorità (25%), prima della condizione economica (20%) e del lavoro (18%). E, andando nello specifico, i ritardi nelle liste di attesa (50%), i finanziamenti insufficienti (35%), il sottodimensionamento del personale (29%) e le disparità regionali (13%) rappresentano le principali criticità percepite dai cittadini.
«Disuguaglianze territoriali e difficoltà di accesso alle cure – ha spiegato il presidente di Federsanità e Dg Aou Policlinico Umberto I, Fabrizio d’Alba – certamente sono aspetti che contribuiscono al deterioramento del rapporto di fiducia tra cittadini e strutture sanitarie e i dati sulle aggressioni ai nostri professionisti ne sono l’esempio lampante. La comunicazione non può che essere lo strumento maggiormente strategico per salvaguardare il valore pubblico e universale del nostro Servizio sanitario nazionale. In mancanza di una corretta informazione, i cittadini cercano le loro verità, si costruiscono le loro opinioni. Per questa ragione la governance della salute ha la responsabilità di riempire in modo corretto vuoti comunicativi per promuovere nei pazienti idee e, quindi, comportamenti a garanzia della propria salute e di quella degli altri. Perché scegliere di fare comunicazione per la salute significa scegliere la cultura della salute».
«E promuovere la partecipazione attraverso la corretta informazione- ha poi sottolineato- deve essere una pratica quotidiana di scambio tra cittadino e servizio sanitario, un perno intorno a cui ruotano trasparenza, informazioni chiare, univoche tempestive, divulgate tramite tutti i canali che permettono al cittadino di dare un significato a ciò che accade intorno a lui e di comprendere, anche e soprattutto, le scelte fatte ‘su di lui’».
Tra gli interventi di apertura anche quello del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. «Siamo felici di ospitare questo evento. Noi abbiamo un sistema sanitario inclusivo e universale e, infatti, abbiamo un’aspettativa di vita tra le più alte al mondo. Nonostante ciò- ha dichiarato il commissario straordinario dell’Inmi Spallanzani, Cristina Matranga – abbiamo una narrazione sulla Sanità concentrata sugli aspetti più negativi come le liste di attesa, i pronto soccorso. Certo, sono temi su cui sicuramente dobbiamo lavorare tanto ma dobbiamo lavorare anche sulla nostra capacità di comunicare una sanità positiva che esiste dato che siamo uno dei Paesi con gli output migliori. Il tema scelto da Federsanità è, quindi, quanto mai appropriato e opportuno sul quale vale la pena ragionare, parlare, confrontarci».
I lavori hanno alternato interventi istituzionali e tavoli di confronto al fine di rafforzare la sinergia e valorizzare il dialogo tra comunicatori pubblici della sanità, ordini professionali, associazioni di settore per moltiplicare, attraverso canali personali, tradizionali e media.
Un take home message chiaro ha fatto calare il sipario sulla terza edizione degli Stati generali della Comunicazione della Salute: condividere linee guida per raccontare, comunicare e informare sul Servizio sanitario nazionale per mettere al centro traiettorie, visione, progetti, azioni condivise perché davvero la corretta narrazione possa produrre, grazie al contributo di tutti, i migliori effetti sul Paese. Questo il metodo: formazione, ricerca e misurazione degli esiti, disseminazione della conoscenza e delle buone pratiche.