Le tecnologie in sanità sono una sfida sociale: lo affermano gli ingegneri clinici all’interno del loro XXIII Convegno in corso di svolgimento a Firenze. Ma nel concreto questa “sfida” che dimensioni e che contenuti può assumere? Su quali temi questa sfida richiama l’attenzione e la responsabilità di politici, decisori e società intera? Lo hanno definito l’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC) e Cittadinanzattiva, proponendo il Manifesto Le tecnologie come sfida sociale: 8 obiettivi per una società tecnologicamente avanzata. Il documento, frutto di un lavoro congiunto e collaborativo, intende richiamare l’attenzione del Paese sulle sfide che occorre da subito assumere con responsabilità per un equilibrato, tempestivo e utile sviluppo di sistema.
“Abbiamo fatto un lavoro congiunto con l’obiettivo di mettere a fattor comune la sensibilità dei professionisti di settore con quella dell’attivismo civico”, commentano Stefano Bergamasco e Giovanni Guizzetti, che hanno guidato il team AIIC che ha lavorato sul Manifesto, “Ci è sembrato necessario dover offrire a tutti una prospettiva di lavoro concreto che potesse emergere dal nostro Convegno 2023. Una prospettiva di impegni chiari, che potesse essere piattaforma di un impegno socio-politico per tutti coloro che hanno a cuore la reale implementazione delle tecnologie a servizio dei bisogni di salute. Oggi spesso le prestazioni tecnologiche sono circondate da un aurea tecnicistica, invece ci sembrava doveroso e necessario ricordare che le innovazioni di settore sono una delle chiavi di volta della realizzazione del diritto alla salute in tutto il SSN”.
“Come associazione abbiamo contribuito in modo convinto a questo documento”, sottolinea Elio Rosati, coordinatore Cittadinanzattiva Lazio, che ha seguito passo dopo passo la creazione del Manifesto, “Da tempo noi siamo presenti sul tema delle tecnologie healthcare e della digitalizzazione della sanità e siamo convinti che ci troviamo di fronte ad un momento nevralgico: una corretta e ‘sociale’ implementazione e diffusione dell’innovazione tecnologica può fare la differenza e permettere anche a territori oggi meno performanti di offrire servizi sanitari di altissima qualità. Ma perché questo accada debbono proprio essere realizzati gli otto contenuti che abbiamo inserito nel Manifesto, che sono secondo noi le tappe irrinunciabili per giungere ad una nuova sanità italiana”.
“Tappe irrinunciabili che intendiamo percorrere insieme anche nell’immediato futuro”, precisa il presidente AIIC Umberto Nocco, “perché i messaggi che vengono lanciati dal nostro Convegno hanno l’obiettivo di rimanere nel tempo, creando un’azione virtuosa a livello di Istituzioni centrali e regionali, società civile, rappresentanti delle professioni e della sanità intera”.
Il Manifesto propone otto differenti contenuti della “sfida sociale” in termini di diritti dei cittadini italiani.
Eccoli nella loro forma più completa:
Sfida 1: del diritto alla salute
Sì alle tecnologie per realizzare oggi l’Art. 32 della Costituzione
Il valore di riferimento della sanità italiana è rappresentato dall’Art. 32 della Costituzione: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La realizzazione del diritto alla salute passa oggi dalla corretta, vasta e puntuale implementazione dell’innovazione tecnologica e dalla corretta gestione delle tecnologie sanitarie: questa sfida politica, culturale e sociale deve essere accolta in Italia dalle Istituzioni nazionali e regionali, dalle agenzie, dall’università, dalle professioni, dai cittadini e dalle loro rappresentanze, dai media.
Sfida 2: dell’accesso
Sì alle tecnologie come strumento per una sanità universale
Le tecnologie biomediche rappresentano una risposta irrinunciabile per l’accesso universale e uniforme alle risposte di salute su tutto il territorio nazionale. La sfida tecnologica può rappresentare un salto in avanti per l’universalismo e per l’equità dei servizi. Non è accettabile che le tecnologie avanzate si concentrino solo dove già la sanità è d’eccellenza. Se la risposta tecnologica in sanità non è garantita e accessibile su tutto il territorio, penalizzando il Sud del Paese, le zone rurali, le piccole isole, le zone montane, le stesse tecnologie diventeranno nuovo motivo di disequilibrio e differenziazione, aumentando il fenomeno della mobilità sanitaria, una tra le prime criticità del SSN.
Sfida 3: della programmazione
Sì all’approccio accurato e concreto degli investimenti tecnologici
Una disponibilità omogenea delle tecnologie può essere ottenuta solo tramite una programmazione territoriale rigorosa, che tenga conto del bacino di utenza e delle competenze realmente presenti e non attraverso una distribuzione “a pioggia” di tecnologie avanzate. Corretta programmazione significa quindi investimenti mirati a beneficio di tutti, ottenendo la massima risposta in termini di servizi offerti. La sfida della programmazione delle tecnologie healthcare deve prevedere un approccio olistico all’uso consapevole della tecnologia e deve porre massima attenzione nella operatività concreta per evitare fenomeni distorcenti. La tecnologia diviene così un’opportunità da usare in modo adeguato, lungimirante ed appropriato.
Sfida 4: dell’integrazione socio-sanitaria
Sì alle tecnologie come strumento della sanità di prossimità
L’intero SSN si sta ripensando in termini territoriali, con una rinnovata centralità attribuita alla sanità di prossimità. Le tecnologie divengono centrali anche in questo ambito, permettendo – anche in formati di telemedicina, di applicazioni mobili e di devices con controllo da remoto – un nuovo approccio alle cronicità, ai bisogni della terza-quarta età, delle RSA e dell’Assistenza domiciliare integrata. La sfida dell’integrazione sociosanitaria è dunque quella che, sia a livello centrale che a livello regionale e territoriale, occorre sostenere, organizzare, programmare e monitorare come innovazione radicale, anche grazie al coinvolgimento concreto, vasto e tempestivo delle forze dei cittadini e dell’attivismo civico.
Sfida 5: delle prestazioni
Sì alla misurabilità delle prestazioni tecnologiche
Le tecnologie utili e coerenti con i bisogni di salute offrono prestazioni misurabili all’interno dei percorsi diagnostico-terapeutici. Occorre che la sfida della misurazione degli esiti – anche attraverso la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecnologiche – diventi, nel percorso di valutazione, uno degli assi fondamentali attraverso i quali far passare il paradigma della qualità, non solo come rispondenza a criteri tecnici e normativi, ma anche di coerenza con le scelte di politica sociosanitaria, economica e di programmazione sanitaria.
Sfida 6: del modello organizzativo
Sì all’integrazione delle tecnologie nei processi di cura
Una corretta cultura tecnologica e dei servizi sanitari utili e disponibili impone l’affermazione di un modello organizzativo basato su nuovi processi operativi e decisionali nei quali si affermi l’integrazione delle tecnologie “a monte” dei processi di cura. È la sfida dell’individuazione di nuovi modelli che aprano la strada ad una “gestione” che veda le competenze come elemento distintivo di questo nuovo processo, anche gestionale, di implementazione delle tecnologie nelle politiche sanitarie.
Sfida 7: delle competenze
Sì al ripensamento della formazione
L’introduzione di nuovi modelli organizzativi genera una nuova sfida: quella legata alla formazione degli operatori sanitari che utilizzano le tecnologie e degli specialisti che sono chiamati a scegliere, valutare e gestire le stesse. È una sfida interna al Servizio Sanitario Nazionale, senza la quale si rischia di creare o ampliare gap tra territori e tra professionisti. Questa sfida mette al centro dell’attenzione sia la formazione accademica del comparto sanitario, che la formazione come strategia continua, per la quale occorre sia rilanciare in modo aperto e trasparente le opportunità di aggiornamento offerte anche dal settore industriale, sia prevedere meccanismi più agili per la formazione dei professionisti presso altre strutture del SSN.
Sfida 8: dello sviluppo
Sì al comparto industriale-tecnologico come elemento del sistema paese
Le tecnologie salvavita e le innovazioni devono essere disponibili e sostenibili anche in una logica di sistema produttivo. Il comparto industriale delle tecnologie per la salute deve essere osservato, valutato e giudicato come elemento di sviluppo di sistema e deve essere incentivato nella sua presenza, ricerca, produzione, distribuzione e implementazione. Non può e non deve essere penalizzato a motivo di carenze programmatorie, gestionali o di controllo della spesa, né a causa di un mutato contesto regolatorio europeo che, pur ponendosi il giusto obiettivo della sicurezza, rischia di costituire un freno all’innovazione nel nostro continente.