L’Herpes Zoster è causato dallo stesso virus responsabile della varicella, che può rimanere latente nell’organismo per anni, riattivandosi sotto forma di eruzione cutanea estremamente dolorosa. Il vaccino contro l’Herpes Zoster rappresenta un importante avanzamento nella prevenzione di questa dolorosa e debilitante condizione. In Italia si calcola che circa 150 mila soggetti vengano colpiti ogni anno da questa patologia e alcune stime segnalano un aumento dei casi a seguito della pandemia da Covid-19.
La vaccinazione contro l’Herpes Zoster dimostra un’elevata efficacia nel ridurre il rischio di contrarre questa patologia, nota anche come Fuoco di Sant’Antonio, e nella prevenzione della nevralgia post-erpetica, una delle complicanze più comuni e debilitanti associata alla malattia.
Il protocollo vaccinale anti-Herpes Zoster prevede la somministrazione di una o due dosi, a seconda del tipo di vaccino utilizzato, per gli individui di 65 anni o più.
Nonostante il Piano nazionale prevenzione vaccinale 2023-2025 lo raccomandi negli over65, le coperture sono molto basse, anche nelle popolazioni a rischio.
Qual è la situazione in Italia e come si potrebbe migliorare questa copertura? Quali strumenti si possono mettere in atto e con quali strategie, sia a livello nazionale sia a livello regionale?
Ne parliamo con:
- Massimo Andreoni
Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università Tor Vergata di Roma - Paolo Bonanni
Coordinatore Scientifico del Board “Calendario per la Vita”
Conduce:
- Rossella Iannone
Direttrice responsabile TrendSanità