«Il via libera del governo allo scudo penale per i medici è un’ottima notizia, non solo per la categoria che in questi anni è letteralmente finita sotto attacco, ma anche per i pazienti con i quali nel tempo si è perso il valore del rapporto medico-paziente». Lo dice il segretario generale Fimmg, Silvestro Scotti, in merito all’intesa raggiunta nel corso dalla riunione di maggioranza con il Governo sugli emendamenti al decreto milleproroghe. Questo nuovo decisivo step segue il lavoro svolto nei mesi e nelle scorse settimane, che ha già visto il Governo impegnarsi a modificare il codice penale in materia di responsabilità medica, e che porterà ad una riforma più ampia attesa da anni dai professionisti. Un lavoro intenso che ha portato a centrare un primo obiettivo importante nel quale è stato «determinante l’impegno del ministro Orazio Schillaci, che ancora una volta – sottolinea Scotti – ha dimostrato grande sensibilità politica e capacità di sintesi».
Benché la medicina generale sia per sua natura una branca meno soggetta alla conflittualità medico-paziente, lo scudo penale si configura come essenziale anche per il lavoro dei medici di medicina generale. «Negli anni il numero dei medici di medicina generale è drammaticamente calato costringendo i medici negli studi ad un lavoro spesso estenuante, alle prese con un insostenibile aumento del numero di pazienti e con il progressivo invecchiamento della popolazione. Questa carenza ha inasprito, e in molti casi rischia di minare, il rapporto fiduciario sul quale si basa la medicina generale e che rappresenta uno scudo alla conflittualità medico-paziente. Ma che negli ultimi periodi, proprio per la difficoltà di esercitare una vera libera scelta del proprio medico, abbiamo visto sempre più in aumento. Ragione per la quale – conclude il leader Fimmg – auspichiamo che questo sia solo un primo passo e che si punti con decisione sempre maggiore ad investire sulle cure di prossimità, a trovare soluzioni per arginare la carenza ed investire sulla attrattività della medicina generale, partendo dalla rapida approvazione dei Ministeri Salute e MEF e della Conferenza Stato Regioni della preintesa dell’ACN firmata e dell’approvazione dell’Atto di Indirizzo per l’ACN 2022-24».