Si apre domani a Torino il Congresso nazionale dell’Area Culturale Emergenza (ACE) organizzato dalla Società Italiana di Anestesia Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva-SIAARTI , presieduta da Antonino Giarratano dell’Università di Palermo. L’evento richiamerà nel capoluogo piemontese oltre 600 specialisti in Anestesia e Rianimazione che si dedicano all’emergenza pre e intraospedaliera.
Il congresso ACE, pur con la consapevolezza che il paziente critico debba essere di interesse multidisciplinare, promuoverà la centralità della figura dell’anestesista-rianimatore nella medicina critica in condizioni di emergenza. Ma perché gli anestesisti-rianimatori sono così interessati all’Emergenza extraopedaliera e intraospedaliera? «La Medicina Critica dell’Emergenza è da sempre materia in cui gli anestesisti-rianimatori sono team leader – spiega Roberto Balagna, Direttore Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione 2 – Ospedale Molinette e responsabile scientifico dell’evento e dell’Area culturale SIAARTI Medicina critica e dell’Emergenza – Si sta, infatti, finalmente prendendo atto che la gestione delle cronicità e delle fragilità sul territorio deve trovare la sua risposta nella medicina di prossimità e non nei percorsi dell’emergenza-urgenza: una sessione del Congresso riguarderà proprio l’interazione tra il sistema emergenza sanitaria pre-ospedaliera e la medicina di base. La gestione delle emergenze, quelle vere, devono invece necessariamente orientarsi verso percorsi tempo-dipendenti gestiti da medici specialisti dall’insorgenza dei primi sintomi nel preospedaliero, alla presa in carico intraospedaliera fino alle strutture di trattamento definitivo. In questo percorso l’anestesista-rianimatore è una figura strategica e indispensabile».
«Il programma è stato costruito con l’idea di proporre una formula innovativa, caratterizzata dal confronto tra operatori e tra operatori e relatori di indiscussa competenza, che possano restituire una chiave di lettura quanto più completa possibile su tutti i temi che caratterizzano la “Critical Emergency Medicine”. Si parte dalle classiche patologie tempo-dipendenti fino alla gestione delle “maxiemergenze” e del paziente critico in contesti ostili/impervi senza tralasciare, ovviamente, i problemi organizzativi e gestionali con cui siamo costretti a confrontarci giornalmente. Si affronteranno anche quelle che dovranno essere le nuove reti tempo-dipendenti, come quella della sepsi e delle infezioni gravi, che rientrano nella revisione del DM70 e dei nuovi sistemi dell’emergenza», illustra Giarratano, presidente della Società e responsabile scientifico dell’evento insieme a Balagna. «Ogni argomento verrà affrontato, pertanto, attraverso il classico approccio longitudinale che idealmente parte dal soccorso extra-ospedaliero fino alla gestione delle prime ore in area d’emergenza», continua.
Nel programma ACE risaltano le sessioni su trauma maggiore, sepsi e shock settico, stroke, medicina in ambiente ostile, gestione del paziente ustionato, tossicologia clinica, emergenze in sala parto, come pure sulla gestione in emergenza dei pazienti pediatrici e di quelli psichiatrici. Ma il Congresso propone anche sessioni più interattive, come il talk show sulle novità nella gestione dei disastri in materia di organizzazione e tecnologie o il confronto sul modello piemontese, con interventi dell’Azienda Zero Regione Piemonte.
Il programma è arricchito da due workshop precongressuali, che si svolgeranno nella giornata odierna. Il primo, dedicato alla Sicurezza in elisoccorso, si svolgerà a Cafasse (Torino) presso la sede Airgreen, una delle principali società elicotteristiche italiane impiegata in attività di elisoccorso anche in collaborazione con la Protezione Civile, svolgendo regolare attività HEMS in Piemonte e Valle d’Aosta.
Il secondo workshop “Mole 24”, si svolgerà invece in collaborazione con la Croce Rossa, presso la sua sede di Settimo Torinese. Obiettivo del workshop è quello di far acquisire ai partecipanti competenze nella gestione di situazioni di emergenza con risorse limitate e di sperimentare tecniche, manovre e procedure per situazioni di emergenza-urgenza non convenzionali: proveranno per una giornata e una notte come si svolge la vita in un posto medico avanzato dislocato in una missione umanitaria. «Grazie alla lungimiranza di SIAARTI e della sua Area culturale dedicata all’Emergenza, i partecipanti al workshop vivranno un’esperienza immersiva aderente alla realtà, che consentirà di avere contezza di situazioni particolari per le quali è necessaria una preparazione approfondita e mirata, oltre che una conoscenza anche degli autori che vi intervengono. Addestrarsi in un contesto real è il massimo nella formazione di qualsiasi corsista!», spiega il Colonnello med. Costantino Fontana dell’Ospedale militare Celio e responsabile della Sezione SIAARTI Maxiemergenze e ambiente ostile e responsabile scientifico, insieme a Balagna e al dott. Davide Colombo, del workshop.
«La necessità di fornire cura e assistenza a pazienti critici in condizioni di emergenza-urgenza pone gli operatori sanitari di fronte a situazioni che richiedono interventi tempestivi e adeguati. Con il Congresso ACE, ancora una volta SIAARTI promuove la centralità della figura dell’anestesista-rianimatore integrata in un approccio multidisciplinare e multiprofessionale nell’ambito della gestione del malato critico anche al di fuori dei tradizionali ambienti di terapia intensiva e sala operatoria – continua Giarratano – Proprio in questi giorni, ad esempio, la nostra Società sta pubblicando la Buona pratica clinica su Gestione del paziente critico in ambiente ostile, che segue altri due importanti documenti SIAARTI, in collaborazione con altre società scientifiche mediche e infermieristiche coinvolte nel settore, usciti negli ultimi mesi: le Linee guida sull’elisoccorso e le Buone pratiche cliniche sul Trasporto intra-ospedaliero ed inter-ospedaliero. L’attività scientifica svolta dalla nostra Società in questa direzione certifica l’obiettivo che la “buona sanità” e la “buona politica” dovrebbero e devono perseguire: la tutela della salute pubblica mediante l’applicazione della buona pratica clinica», conclude.