In Italia si avvicina l’introduzione dell’assistente infermiere. La figura viene delineata da due accordi messi a punto dal Ministero della Salute e diffusi lo scorso 8 agosto, mettendo in moto il meccanismo per il necessario passaggio in sede di Conferenza Stato-Regioni. Due riunioni tecniche, in tal senso, sono state convocate per il prossimo 19 settembre, con la partecipazione anche del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Per la FNOPI non è una figura pensata con logica sostitutiva, come si evince dalla normativa in esame, ma che implementa e permette di rendere più appropriata la presenza infermieristica qualificata. È una delle risposte concrete messe in campo dalle istituzioni per affrontare le nuove criticità, i nuovi setting e i nuovi bisogni di salute.
Non rappresenta quindi “un ibrido” – sottolinea FNOPI – ma l’evoluzione naturale delle precedenti figure di supporto, con più attività da svolgere in quadri di bassa complessità clinica che restano sempre e solo attribuibili dall’infermiere, giustificate da una sua maggiore formazione.
L’istituzione dell’assistente infermiere si inserisce infatti in un percorso complessivo e arriva, non a caso, in concomitanza delle lauree magistrali a indirizzo clinico abilitanti che saranno presto emanate. “In tal senso, ci aspettiamo un ultimo sforzo da parte del Ministero competente per completare il percorso di attivazione dei nuovi percorsi formativi”, chiede la Federazione.
È un percorso che, del resto, la FNOPI aveva avviato con i propri Ordini fin dal 2021 – anche se i germogli di questa idea precedono questa data – con il costante coinvolgimento di società scientifiche e numerosi stakeholder qualificati, come si può anche riscontrare nei documenti finali della Consensus Conference e negli Stati Generali dell’Infermieristica svolti tra il 2022 e il 2023.
“Ora è necessario un cambio di paradigma dell’organizzazione del lavoro, perché a modelli invariati non si riuscirà più a dare una risposta assistenziale adeguata”, ha dichiarato il Comitato Centrale nel corso di una videocall di allineamento sul tema tenuta l’11 settembre con i rappresentanti di tutti gli Ordini territoriali.
Una risposta che non può essere legata alla riqualificazione di figure già esistenti, ma alla realizzazione, appunto, di un nuovo operatore intermedio, in grado di “sgranare” la professione, di stratificarla, che possa occuparsi di una serie di interventi tecnici ad alta riproducibilità, pur mantenendo inalterato il sapere disciplinare infermieristico in capo esclusivamente agli infermieri.
Con l’assistente infermiere si elimineranno tutte le aree ‘grigie’ che attualmente generano confusione: la sua non sarà più una formazione regionale, ma omogenea a livello nazionale. Risponderà in maniera diretta e unica all’infermiere che sarà anche il responsabile della sua formazione. L’infermiere potrà così realizzare una vera pianificazione assistenziale e attuare un processo decisionale declinato nell’applicazione del sapere infermieristico e nell’attribuzione di attività tecniche.
“La soluzione ai problemi dell’assistenza non può legarsi a una valutazione quantitativa della forza lavoro, limitata dall’inverno demografico che ci aspetta con il conseguente calo di giovani, ma deve essere risolta con l’innovazione dei modelli organizzativi – spiega la FNOPI – E ci auguriamo che ciò porti, anche con l’azione dei sindacati, a una riqualificazione economica di tutti gli infermieri, con differenziazioni stipendiali legate ai modelli organizzativi che distinguano e premino saperi e competenze degli infermieri laureati, di chi conseguirà la magistrale con funzioni specifiche e, di conseguenza, di tutti quanti concorreranno a quella che è la nuova filiera assistenziale”.