Parlare di diabete significa allargare la conversazione anche ai cardiologi e ai nefrologi, visti i danni prodotti dal ‘sangue dolce’ a cuore, reni e vasi di tutto l’organismo. E oggi più che mai, grazie ai farmaci innovativi multitasking, quali GLP1 analoghi e gliflozine, che controllano il diabete, proteggendo al contempo reni e cuore, alle nuove terapie per il diabete e alle loro performance emerse dagli ultimi studi clinici internazionali è dedicato il convegno ‘Al cuore del diabete’, giunto alla sua seconda edizione, che si tiene il oggi e domani, 10 e 11 marzo, presso l’Aula Brasca del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.
“Alcuni farmaci studiati inizialmente per il diabete – afferma Andrea Giaccari, professor associato di Endocrinologia dell’Università Cattolica e Responsabile del Centro di Malattie Endocrine e Metaboliche di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS – danno una significativa protezione cardiovascolare; più di recente si è scoperto che conferiscono anche un’ottima protezione renale, e questo nelle persone con e senza diabete”. Viste le novità emerse nell’ultimo anno, dunque, l’edizione 2023 di questo congresso è co-organizzata dalla Società Italiana di Diabetologia (SID), dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC) e dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN).
“Al cuore del diabete – afferma il professor Giaccari, condirettore scientifico del congresso insieme ai professori Angelo Avogaro e Agostino Consoli – ci offre l’occasione ogni anno di presentare le ultime novità di settore, anche se ci rendiamo conto, una volta stilato il programma, che le cosiddette ‘novità’ ci galoppano dietro perché questo è un campo in rapidissima evoluzione”. E infatti già si guarda avanti ai nuovi farmaci, che si spera di prossimo arrivo, come la tirzepatide, già disponibile negli Stati Uniti. “Si tratta – spiega il professor Giaccari- di un farmaco che si somministra per iniezione sottocutanea settimanale, attraverso una speciale ‘penna’ preriempita che ha dimostrato eccellenti performance negli studi sul diabete e sull’obesità. Tirzepatide è un dual agonist (analogo recettoriale di GLP1 e GIP); sarà il primo ad arrivare sul mercato ma non resterà l’unico a lungo. Sono infatti moltissimi gli ‘analoghi misti’ in via di sviluppo, non solo ‘doppi’ ma anche ‘tripli’ (GLP1, GIP e glucagone). E per quanto riguarda le indicazioni, queste potrebbero presto ampliarsi alla steatoepatite non alcolica (NASH). Quindi, nei nostri congressi in futuro andremo a ospitare con tutta probabilità anche i gastroenterologi. Un’altra molecola molto promettente nel campo del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari e nefrologiche è il finerenone, un antagonista dei mineralcorticoidi che dovrebbe andare ad arricchire a breve il nostro armamentario terapeutico”.
È insomma un momento di grande fermento per il trattamento del diabete e delle sue complicanze, ma anche per quello della malattia renale cronica e dell’insufficienza cardiaca, anche nella popolazione non diabetica, grazie a questi farmaci ‘multitasking’. Farmaci preziosi per il trattamento del diabete, patologia che ‘inquina’ tutti gli organi. “Il diabete – ricorda il professor Giaccari – è un fattore di rischio per tante altre malattie e questi nuovi farmaci si sono dimostrati in grado di arrivare quasi a dimezzare il rischio delle patologie renali e cardiovascolari correlate al diabete. È dunque molto importante conoscerli, per poter scegliere il migliore da adattare al singolo paziente”.
Allargando lo sguardo alla medicina generale e al territorio, la recente introduzione della ‘nota 100’ da parte di AIFA rappresenta una vera e propria rivoluzione in questo campo; la prescrizione di questi farmaci innovativi fino a qualche tempo fa era infatti preclusa ai medici di famiglia e questo significava che le persone con diabete non potevano essere trattate con queste terapie, a meno che non fossero in cura presso i centri diabetologici o da uno specialista. “Ma sappiamo purtroppo – spiega il professor Giaccari – che al momento i centri di diabetologia riescono ad assistere meno della metà di tutta la popolazione diabetica. La nota 100, sdoganando la possibilità di prescrizione di questi farmaci innovativi da parte del medico di famiglia è venuta in parte a colmare questa discrepanza di trattamento”. Ma c’è naturalmente ancora molta strada da fare e l’equità di accesso ai nuovi farmaci non è del tutto realizzata. “Mentre noi specialisti siamo arrivati alla fine di questo percorso, dopo 10 anni di studi – conclude il professor Giaccari – nel corso dei quali è stato introdotto in media un farmaco nuovo ogni anno, i medici di famiglia si trovano all’improvviso davanti un armamentario di 10 farmaci nuovi da poter prescrivere. C’è dunque bisogno di fare tanta formazione e noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
Il convegno ‘Al Cuore del diabete’ porterà al Gemelli i rappresentanti di tre società scientifiche nazionali e il gotha italiano nel campo di diabete, cardiologia e nefrologia. Ma non sarà un congresso ‘top-down’. Il format proposto è infatti quello dell’open forum; le relazioni degli opinion leader saranno infatti aperte alle considerazioni di molti altri esperti, chiamati a fare da discussant sulle idee esposte.