Secondo l’ultimo rapporto “One Health” dell’Unione Europea sulle zoonosi, curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), nel 2022 si è registrato un generale incremento dei casi di focolai di zoonosi e malattie a trasmissione alimentare rispetto all’anno precedente.
La campilobatteriosi è la zoonosi più frequentemente riportata in Europa con 137.107 casi associati a focolai: le fonti più comuni sono state la carne di pollo e di tacchino. La salmonellosi è la seconda zoonosi (65.208 casi), seguita da yersiniosi (7.917), infezioni da Escherichia coli produttori di tossine Shiga (STEC) e listeriosi (2.738). Per le zoonosi che causano il maggior numero di casi umani (campilobatteriosi e salmonellosi) il tasso di notifica è rimasto stabile negli ultimi due anni.
Salmonella si conferma come negli anni precedenti l’agente patogeno più frequentemente implicato nel contesto di focolai di malattia a trasmissione alimentare (1.014 focolai notificati nel 2022, per un totale di 6.632 casi). I focolai di origine alimentare differiscono da tutti i casi di infezioni riportate in quanto sono eventi che interessano almeno due persone che hanno contratto infezione dalla stessa fonte (cibo contaminato). Le fonti più comunemente implicate nei focolai di salmonellosi sono state uova e ovoprodotti, alimenti composti da vari ingredienti e prodotti a base di carne suina.
I casi di mortalità associati a focolai di malattia a trasmissione alimentare sono stati i più alti registrati negli ultimi dieci anni (64), da attribuire prevalentemente a Listeria monocytogenes e, in misura più contenuta, a Salmonella.
Eccezion fatta per la trichinella e la tularaemia, per cui sono registrate delle importanti riduzioni nel tasso di notifica nel 2022 rispetto all’anno precedente (rispettivamente -51,9% e -29,5%), per tutte le altre zoonosi nel 2022 si è registrato un incremento nel tasso di notifica rispetto al 2021. In particolare, l’incremento è stato molto importante per il virus della West Nile (+631,8%) e tale incremento è da attribuire ad un focolaio epidemico che ha coinvolto principalmente Grecia e Italia. Un incremento, sebbene più contenuto, è stato riportato anche per febbre Q (+56,5%), brucellosi (+29,2%), yersiniosi (+16,3%), listeriosi (+15,9%), echinococcosi (+13,8%), tubercolosi causata da M. bovis/M. caprae (+13,2%) e infezioni da E. coli STEC (+8,8%).
Il 2022 è stato l’anno con il secondo maggior numero di casi di infezioni da virus West Nile mai registrato nell’UE (1.133 casi), dopo il 2018 (1.612 casi). Secondo le autorità sanitarie europee questi numeri così elevati potrebbero essere stati causati da condizioni climatiche più favorevoli per l’attività delle zanzare. Nel 2022, 431 uccelli e 166 cavalli sono risultati positivi al virus West Nile, circa il doppio rispetto alle cifre dell’anno precedente. Il virus ha inoltre esteso la sua area geografica, raggiungendo regioni precedentemente non colpite (Francia sudoccidentale, Germania settentrionale e Italia meridionale).
La salmonellosi è stata l’infezione di origine alimentare più comunemente riportata in UE dopo la campilobatteriosi. Il numero di casi umani confermati in Europa nel corso dell’anno è stato di 65.208, corrispondenti ad un tasso di notifica di 15,3 per 100.000 abitanti, mentre in Italia sono stati notificati 3.302 casi umani, corrispondenti ad un tasso di notifica di 5,6 per 100.000 abitanti. Comparando il dato europeo con quello del 2021, non si nota una variazione significativa nei casi di infezione da Salmonella: il numero di casi umani è leggermente aumentato rispetto al 2021, mentre il tasso di notifica è rimasto costante. Il trend complessivo 2018-2022 non ha mostrato nessun incremento o diminuzione significativi.
In Europa la percentuale di casi che hanno richiesto ospedalizzazione è stata del 38,9% (in leggera crescita rispetto al 2021), mentre il tasso di letalità nel 2022 è stato pari allo 0,22%.