È Luis Severino Martin Martin il nuovo presidente del Collegio Reumatologi Italiani (CReI), specialista di origine spagnola eletto al termine del XXVII Congresso della Società scientifica appena concluso a Firenze. Con lui nella governance del Collegio sono stati votati Gian Piero Baldi (vicepresidente) e Crescenzio Bentivenga (coordinatore esecutivo). Gli altri componenti del Consiglio Direttivo CReI per il prossimo triennio sono: Franco Paoletti, Raffaele Zicolella, Rosita Laurenti, Paolo Di Giuseppe, Maurizio Benucci, Carlo Venditti, Silvano Bettio, Alessandra Beccaris, Norma Carrozzo, Andrea Delle Sedie, Donatella Ventura e Stefania Padula. Da Statuto continuerà a far parte del Direttivo anche Daniela Marotto, come past-president, dopo un triennio di guida particolarmente attivo e fruttuoso.
Parla il nuovo Presidente
«Personalmente ed anche come nuovo Direttivo vogliamo affermare che siamo qui per servire il CReI, la reumatologia italiana e tutti i pazienti – sono le prime parole del presidente Martin Martin -. Con il voto espresso dai soci CReI registriamo il desiderio di dare una continuità al lavoro enorme svolto dal Consiglio direttivo uscente, in primis all’azione condotta da Daniela Marotto, dal vicepresidente Alberto Migliore e dalla coordinatrice Patrizia Amato, e quindi insieme ai colleghi del Consiglio Direttivo, tenteremo di rispondere al mandato dei soci CReI proseguendo su un solco già tracciato».
Nato in Spagna nel 1963, il nuovo presidente CREI si è laureato a Siviglia, e si è specializzato a Roma presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Attualmente è Dirigente Medico di Primo Livello all’Ospedale di Velletri; la sua produzione scientifica comprende oltre 200 articoli e comunicazioni scientifiche in reumatologia. Nello specifico, esiste già una linea strategica che il prossimo triennio CReI cercherà di seguire e interpretare? Risponde Martin Martin: «Credo che il nostro compito sia quello di radicarci sempre più sul territorio: questo era uno degli obiettivi precedenti di CReI e cercheremo di perseguirlo anche nell’immediato futuro. Dobbiamo tutti insieme essere vicini e rappresentare i colleghi reumatologi che sono uno dei pilastri della sanità di prossimità, per garantire ai cittadini quei servizi, quelle cure e quella presa in carico che anche il DM desidera rendere centrale nella sanità del nostro Paese».
Consuntivi e passaggi di consegne
«Usciamo dal Congresso di Firenze contenti sia per la trattazione di argomenti di diagnosi e terapia, che per l’ascolto di tante problematiche del vissuto dei pazienti, visto che uno degli obiettivi del nostro ritrovarci è proprio che i colleghi reumatologi si portino a casa qualcosa che cambi la loro pratica clinica – ha dichiarato la presidente uscente Daniela Marotto -. Ma siamo anche soddisfatti perché come CReI cerchiamo, tra i tanti obiettivi societari, di dar vita ad un evento annuale che diventi punto di riferimento sia per i reumatologici italiani che anche per tanti altri specialisti, visto che i lavori del Congresso sono progettati e sviluppati nell’ottica della multidisciplinarietà. In quattro giorni di programma a Firenze ci siamo confrontati con gastroenterologi, oncologi, genetisti, laboratoristi, medici di base, avvocati, cardiologi, ginecologi, pediatri e psicologi, sempre per comprendere più e meglio le interazioni tra le criticità sempre più vaste che incidono in modo correlato sulla salute dei cittadini. Questo perché per CReI l’obiettivo centrale è dare salute ai nostri pazienti, e per farlo si devono affrontare i problemi insieme, in quell’ottica OneHealth che era la piattaforma di tutto il nostro evento e che il Ministro Orazio Schillaci ha rilanciato nel suo messaggio inaugurale».
Dal Congresso alla vita della società scientifica: si conclude il triennio guidato dalla presidente Marotto e proprio lei commenta gli obiettivi raggiunti ed il clima in cui sono stati perseguiti: «Gli anni 2021-2024 sono stati per CReI un periodo intenso e molto dinamico. Posso dire che siamo soddisfatti del lavoro e dei risultati ottenuti e questa soddisfazione ci viene confermata dai nostri soci in tutto il Paese, oltre che dall’evidente crescita della nostra Società nelle interlocuzioni istituzionali, scientifiche, regionali. Quello che pertanto mi sento di suggerire al nuovo presidente Martin Martin, ed al nuovo Direttivo, è di continuare su questa linea: lavorare tenendo sempre a mente che il medico deve fare l’interesse del cittadino, rimanendo a fianco delle istituzioni ed a fianco di tutti gli stakeholders che si occupano di malattie reumatologiche. Dobbiamo far sì – ha concluso Daniela Marotto – che si generi e rafforzi una reale assistenza basata su una vera rete reumatologica, in cui territorio e ospedale siano integrati e comunichino fra loro e non siano entità separate. Quindi l’augurio che faccio ai nostri colleghi è di continuare a far crescere quello che abbiamo seminato: in questo modo alla fine del prossimo triennio si potrà finalmente dire che in tutta Italia c’è un assistenza reumatologica omogenea».
Sanità di prossimità e DM77
Proprio sul tema dell’assistenza reumatologica in tutto il Paese, il Congresso il CReI ha proposto anche una sessione di politica sanitaria in cui sono stati approfonditi i temi della sanità di prossimità, nella cornice già definita dal DM77. Alla sessione hanno partecipato il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Pietro Dattolo, Pierangelo Lora Aprile (SIMG) e Paolo Petralia (vicepresidente FIASO). Quest’ultimo ha sottolineato che «tutti gli specialisti di branca e in particolare i reumatologi – che hanno una competenza di prossimità e di anticipazione del bisogno di salute – si pongono al centro di questo percorso di sanità vicina al bisogno. Ed è quindi necessario sviluppare un approccio circolare dove ospedale, territorio e domicilio creano un circolo virtuoso e non concorrenziale, per garantire la risposta più appropriata».
Lora Aprile, dal canto suo, ha ricordato che la sanità di prossimità «non si fa con i mattoni, ma con le competenze», e da questo punto di vista è fondamentale «che si operi una crescita omogenea dell’intero sistema partendo dalle risorse umane, oggi troppo penalizzate dalle scelte nazionali di politica sanitaria». Crescita omogenea che, nelle parole di Pietro Dattolo, si può «raggiungere solo con la partecipazione motivata e con la corresponsabilità dei professionisti della salute, che non possono essere coinvolti solo ‘al termine’ della programmazione, ma fin dalle sue battute iniziali».
A conclusione della sessione Daniela Marotto, ha ricordato che CReI è attivo non solo nella riflessione sul DM77, ma sta dialogando con i rappresentati della politica sanitaria anche sul Disegno di Legge 946 in materia di riorganizzazione e potenziamento dei servizi sanitari in ambito reumatologico. «Per noi risulta essenziale che la presa in carico del paziente reumatologico sia dall’inizio realizzata nella stretta relazione tra medico di medicina generale e specialista territoriale – ha dichiarato Marotto – con l’intervento del reumatologo ospedaliero solo in presenza di acuzie o di casi di particolare complessità. A partire da questa impostazione, come Collegio ovviamente chiediamo che tutti i reumatologi possano finalmente prescrivere i farmaci migliori più innovativi a tutti i pazienti, generando una reale equità di accesso alle cure. Solo così si realizzerà una effettiva medicina di prossimità equa, universale e tempestiva».