La crisi del Servizio sanitario nazionale e la necessità di nuove risorse per risollevarlo sono state fotografate in modo preciso ed analitico in questi ultimi giorni sia dal Rapporto GIMBE che dalle audizioni in corso sul Piano strutturale di Bilancio alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il quadro che ne emerge è sempre più disarmante, e dovrebbe spingere il Governo a prevedere con urgenza azioni incisive e coraggiose che rilancino veramente la sanità pubblica. Un rilancio che vada al di là dei finanziamenti che saranno previsti nella prossima legge di Bilancio, la maggior parte dei quali sarà tra l’altro assorbita dai rinnovi dei contratti del personale, lasciando dunque ben poco all’effettivo miglioramento dell’offerta sanitaria e, quindi, dell’assistenza ai cittadini. Al Servizio sanitario nazionale occorrono risorse extra, che potrebbero derivare da tasse di scopo previste per finanziare specificamente la sanità pubblica.
Oltre alla proposta lanciata da AIOM di aumentare il costo delle sigarette, che ha il doppio obiettivo di disincentivare il fumo e di reperire risorse da investire nel Servizio sanitario nazionale, la Federazione CIMO-FESMED suggerisce:
- Di destinare al rilancio del SSN 1 miliardo derivante dalla tassazione sugli extraprofitti generati dai settori che negli ultimi anni hanno beneficiato maggiormente della situazione geopolitica e finanziaria;
- Di aumentare dell’1% l’attuale tassazione sui giochi, ricavando quindi 1,3 miliardi;
- Di emettere, sulla scia dei BTP Green, nuovi titoli di Stato i cui proventi siano esclusivamente destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Nel 2024, ad esempio, un’unica emissione di BTP Green ha permesso di collocare 9 miliardi.
«Siamo consapevoli dello scenario macroeconomico in cui il Governo è chiamato a redigere la legge di Bilancio, e non vogliamo di certo proporre soluzioni semplicistiche – dichiara Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici CIMO-FESMED -, ma i nostri sono solo esempi per evidenziare come, volendo cercarle, le risorse da destinare alla sanità possono essere trovate».
«È doveroso inoltre specificare che maggiori finanziamenti debbano in ogni caso essere accompagnati da una riforma strutturale del Servizio sanitario nazionale e da un impegno maggiore dello Stato nel controllo delle Regioni, che è essenziale per evitare una dispersione o un utilizzo non oculato delle risorse economiche messe a disposizione. Senza controlli e senza riforme i finanziamenti non saranno mai sufficienti per migliorare la sanità pubblica; ma, al contempo, senza finanziamenti le riforme sono destinate a rimanere sulla carta».
«La situazione è talmente drammatica che non è più il momento di utilizzare la sanità come campo di scontro tra maggioranza e opposizione, che invece dovrebbero collaborare per aiutare sanitari e pazienti in evidente difficoltà. Il governo ha la volontà e il coraggio necessari per fare queste scelte, i cui benefici ricadranno esclusivamente sui cittadini?» conclude il Presidente CIMO-FESMED.