DAE RespondER, l’app salvavita in caso di arresto cardiaco

Precedere i servizi di emergenza medica e prestare i primi soccorsi in situazioni di arresto cardiaco. È quanto avviene in Emilia-Romagna grazie all’app gratuita DAE RespondER, che consente di accorciare i tempi di intervento e fornisce una mappatura regionale dei defibrillatori sul territorio

Un riconoscimento importante per la sanità dell’Emilia-Romagna, “la prima regione in Italia ad investire in un’applicazione per velocizzare i soccorsi in caso di arresto cardiaco”, puntualizza l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. Mai come in casi del genere, infatti, intervenire in modo tempestivo significa salvare vite umane. “Ragione per cui ringrazio le migliaia di volontari che partecipano al programma e invito tutti gli emiliano-romagnoli a scaricare l’app per entrare a far parte di questa rete”, incalza l’assessore Donini.

L’applicazione a cui rimanda Donini è DAE RespondER (promossa dalla Regione, progettata dall’Azienda Usl di Bologna con il supporto della Fondazione del Monte, sviluppata dal Sistema 118, attiva dal 2017 e del tutto integrata con le Centrali Operative 118), che permette di accorciare i tempi di intervento e fornisce una mappatura regionale dei defibrillatori sul territorio.

L’app riesce a precedere i servizi di emergenza medica e prestare i primi soccorsi in caso di arresto cardiaco in oltre il 13% delle situazioni

Il riconoscimento è giunto da uno studio, condotto dai professionisti del sistema 118 della Regione Emilia-Romagna e pubblicato da Resuscitation, rivista scientifica internazionale, dedicato proprio all’app DAE RespondER, che attesta come questa riesca a precedere i servizi di emergenza medica e prestare i primi soccorsi in caso di arresto cardiaco in oltre il 13% delle situazioni.

Nel dettaglio, l’indagine ha preso in esame 1.074 casi in cui almeno un primo soccorritore occasionale si è reso disponibile ad intervenire. Nel 13,4% delle situazioni, i primi soccorritori sono riusciti a raggiungere il paziente prima dei servizi di emergenza medica, ponendosi nella condizione di cominciare le manovre di rianimazione cardiopolmonare in 67 occasioni. Nel 4% dei casi, invece, i soccorritori, oltre ad essere giunti prima dei mezzi di soccorso, hanno portato con loro un defibrillatore e sono riusciti ad analizzare il ritmo cardiaco; un dato questo particolarmente positivo perché superiore alla media mondiale (che è inferiore al 3%). Nello 0,9% dei casi, infine, i primi soccorritori occasionali sono riusciti anche ad erogare la scarica elettrica salvavita per ripristinare il normale ritmo cardiaco.

Tornando alle parole dell’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, è opportuno precisare che ad oggi sono oltre 16mila i volontari che hanno scaricato l’applicazione (è gratuita, per iscriversi ci vogliono pochi minuti e non occorrono pre-requisiti), pronti a intervenire tempestivamente sull’intero territorio regionale.

Secondo le Linee guida dell’European Resuscitation Council pubblicate nel 2021, infatti, in caso di arresto cardiaco impiegare il defibrillatore entro 3/5 minuti dall’inizio dell’evento cardiovascolare può aumentare le possibilità di sopravvivenza dal 50 al 70% (invece, per ogni minuto che passa senza soccorsi, tali percentuali si riducono circa del 10%). Ciò, appunto, è realtà nella regione amministrata da Stefano Bonaccini (qui ogni anno oltre 4mila persone sono vittime di un arresto cardiaco) grazie a questa app di accesso pubblico alla defibrillazione.

Ma non finisce qui. A breve DAE RespondER compirà un nuovo step: la Centrale operativa 118 Emilia Est, che comprende Bologna, Ferrara e Modena, ne consentirà l’attivazione anche per situazioni di sospetto arresto cardiaco nelle abitazioni private. Poiché la maggior parte di questi eventi avviene proprio a domicilio, ci si attende che tale evoluzione ampli ulteriormente gli effetti del sistema.

Come funziona l’app DAE RespondER e come può evolversi

L’applicazione ha un’esperienza d’uso molto intuitiva: nel momento in cui la Centrale Operativa del 118 identifica un sospetto caso di arresto cardiaco, allerta attraverso l’app i volontari che hanno fornito la loro disponibilità ad intervenire in quel settore, e individua la posizione del defibrillatore più vicino.

Giunto sul posto, il volontario può cominciare a prestare le eventuali manovre di rianimazione cardiopolmonare, usare il defibrillatore (l’app consente infatti di localizzare il defibrillatore semiautomatico esterno più vicino, così da recuperarlo e portarlo dove si trova la persona colpita) ed eventualmente erogare le scarica elettrica salvavita. Sempre mediante l’applicazione è possibile effettuare una chiamata di emergenza al 118, inviando in modo automatico le coordinate per una localizzazione più veloce.

Donatella Del Giudice

Entrando nell’aspetto tecnico, “DAE RespondER è una tecnologia basata su prodotti open source integrati con sistemi GIS (sistemi informatici geografici studiati per la gestione del territorio). L’intento era di ottenere un prodotto multipiattaforma e quindi compatibile con i principali sistemi operativi e browser”. A parlare è Donatella Del Giudice, ingegnere dell’Ausl di Bologna, Dipartimento di Emergenza, responsabile del programma Centro regionale 118 Emilia-Romagna. “Le tecnologie di geolocalizzazione e mappatura sono fondamentali per un sistema davvero efficace. L’applicazione infatti è composta di due funzioni distinte ma integrate. La prima è la mappatura dei defibrillatori, corredata da una serie di informazioni utili alla loro reperibilità, compresa una icona differenziata per identificare più rapidamente i DAE disponibili in funzione dell’orario di consultazione. La seconda, l’allertamento dei DAE RespondER, grazie alla integrazione con le Centrali Operative 118 della Regione Emilia-Romagna consente di notificare una emergenza in corso e, per chi accetta di intervenire, la possibilità di essere visualizzati in real-time da parte degli operatori 118 sulla cartografia della Centrale Operativa 118”.

Già oggi, l’applicazione risponde a molteplici, utili funzioni. Ma si guarda avanti. A questo proposito, Del Giudice spiega: “I nostri progetti sono sempre in evoluzione con l’obiettivo di un continuo miglioramento. Nel caso dell’app stiamo lavorando per poter verificare, anche con l’applicazione chiusa, la posizione dei DAE RespondER e quindi inviare degli allertamenti più mirati. Ciò comporterà una modifica tecnologica sostanziale e quindi tanto lavoro di sviluppo e di test, ma ci permetterà un notevole salto qualitativo”.

Allo stato attuale è possibile geolocalizzare e censire, direttamente tramite l’app, un nuovo defibrillatore. “Ma vorremmo implementare la possibilità, per i referenti dei DAE, di aggiornare le informazioni di censimento, in particolare le date di scadenza delle piastre e delle batterie, per avere una mappatura tempestivamente aggiornata e quindi il più possibile affidabile. Infine l’applicazione è già predisposta per allertare la popolazione laica in modo differenziato e quindi si potrebbe ipotizzare di avvisare segmenti particolari di essa (ad esempio, le forze dell’ordine) anche in casi emergenziali diversi dall’arresto cardiaco”, chiarisce l’ingegnere dell’Ausl di Bologna.

Sistema innovativo con più sotto-progetti

App salvavita in caso di arresto cardiaco. “Parliamo di uno strumento intuitivo. Al contrario, sarebbe stata di ostacolo per la diffusione su larga scala, e ciò è stato uno dei primi punti di attenzione perché era impensabile dover dare una sorta di libretto di istruzioni a ciascuno”, riprende Del Giudice, evidenziando poi l’utilità “di aver aperto un canale di dialogo per tenere costantemente aggiornata e gestire i feedback della comunità dei DAE RespondER. Rispondo io a tutte le mail che riceviamo, perché ritengo importante, in un progetto del genere, monitorare di continuo l’andamento sul campo”.

Cinque anni fa il 118 Emilia-Romagna è stato finalista nella categoria “Servizi al cittadino” nell’ambito del premio Innovazione digitale in sanità della School of Management del Politecnico di Milano, votato come miglior caso dalla giuria popolare per il progetto basato sull’uso dell’app DAE RespondER.

Le tecnologie digitali possono migliorare i servizi ai pazienti

Cristina Masella, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità aveva affermato che strumenti di questo tipo “sono casi di successo di come le tecnologie digitali possono migliorare i servizi ai pazienti. Nonché i processi aziendali, ridurre i tempi di attesa e gli sprechi e facilitare il lavoro del personale medico e amministrativo”. Ad ulteriore dimostrazione di una soluzione innovativa.

“Non si tratta di una semplice app stand-alone, c’è tutto un sistema dietro, sia tecnologico sia operativo, con il quale occorre lavorare in sinergia. Possiamo anzi dire che il sistema è composto da più sotto-progetti, di cui l’applicazione è solo uno degli ingranaggi. Abbiamo lavorato due anni per avere un primo prodotto affidabile e flessibile. Poi abbiamo continuato a tenerlo aggiornato e a modificarlo facendo tesoro dell’esperienza sul campo. Il progetto era molto sfidante e ci ha messo di fronte a molteplici aspetti critici (o punti di attenzione): in primis quelli tecnologici dovuti agli smartphone, con i loro sistemi operativi e firmware estremamente differenziati nel mondo Android e particolarmente rigidi nel mondo iOS. Abbiamo poi dovuto allinearci con gli aspetti operativi e la mutevole casistica del sistema di emergenza e, quindi, ottimizzare l’integrazione con il software delle Centrali Operative 118. Infine, il requisito di realizzare un sistema complesso ma nel contempo usabile da chiunque”, tratteggia l’ingegnere dell’Ausl di Bologna.

L’app è a disposizione, a titolo gratuito, tramite il Portale del Riuso del Software, delle amministrazioni e dei sistemi 118 che se ne vogliono dotare

È bene evidenziare che DAE RespondER prevede un registro regionale unico dei defibrillatori, nato nel 2012, che rientra nei sotto-progetti sopracitati e costituisce il cuore del sistema. È la stessa Del Giudice a dettagliarlo: “In breve tempo abbiamo definito quali fossero le informazioni necessarie per una gestione, omogenea, completa ed organizzata di una mappatura che fosse anche aggiornata nel tempo. Al di là dell’aspetto di sviluppo informatico del data base, è stato necessario creare una organizzazione di persone che, in modo continuativo, si occupassero di gestire le validazioni delle informazioni, rispondere alle richieste di chiarimenti, raccogliere le informazioni mancanti, seguire le scadenze. È stato quindi sviluppato un portale di gestione dedicato a questo scopo che, ad esempio, invia in automatico delle mail di promemoria all’avvicinarsi delle scadenze, ed è stato messo a disposizione delle risorse territoriali che si occupano dei progetti di defibrillazione precoce nelle varie provincie della Regione. Il prodotto che abbiamo sviluppato, nel suo complesso di applicazione per smartphone e di portale di gestione del Registro dei DAE, è stato inserito sul “Portale del Riuso del Software” e quindi è a disposizione, a titolo gratuito, delle amministrazioni e dei sistemi 118 che se ne vogliono dotare”.

Formazione BLSD e giornate di orientamento per i giovanissimi

Un sistema che guarda al domani, quello sviluppato dal Sistema 118 Emilia-Romagna, forte del supporto dei centri di formazione dei corsi BLSD (“Basic Life Support and Defibrillation”, finalizzati all’apprendimento delle manovre per intervenire in modo tempestivo ed efficace in soccorso di un adulto o bambino in arresto cardiaco); centri che, a conclusione di ogni corso, invitano i partecipanti a scaricare l’app. “Ricordo però che non è obbligatorio avere una certificazione per registrarsi all’applicazione e rendersi disponibili a portare un DAE, ed eventualmente utilizzarlo sotto la guida dell’operatore 118, anche in videochiamata. Chiunque può farlo, ma è evidente che avere un percorso formativo rende le persone più consapevoli e meno timorose di mettersi in gioco (la maggior parte di coloro che sono registrati, infatti, sono anche certificati)”, precisa Del Giudice.

Rimarcando, infine, l’importanza di formare i volontari fin da giovanissimi. “L’idea che per avere dei DAE RespondER del domani era necessario formarli da piccoli ci ha aperto uno scenario interessantissimo. Abbiamo rimaneggiato un paio di progetti precedenti, aggiornandoli in modo che fossero fruibili tramite i visori di Virtual Reality (l’uso della Realtà virtuale permette di “catturare” completamente l’attenzione dell’utilizzatore, anche se per pochissimi minuti, e quindi il messaggio formativo passa in modo molto più efficace), con un qualsiasi smartphone e una spesa contenuta, per creare un sistema di formazione più attrattivo per le giovani generazioni. Abbiamo quindi realizzato due app, disponibili gratuitamente sugli store. La prima è rivolta ai più piccoli e con una storia di animaletti nel bosco introduce alcuni concetti di primo soccorso e li invita a collaborare alla rianimazione battendo le mani. La seconda è rivolta ai ragazzi più grandi e, presentando degli scenari più realistici, introduce una serie di nozioni più tecniche sulla rianimazione cardio-polmonare e propone dei quiz per auto-valutarsi”.

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Massimo Canorro
Giornalista specializzato in salute e sanità