Dal Congresso Nazionale Medici Radiologi Sindacato SNR: chiediamo tempo

È in corso da ieri pomeriggio a Colli del Tronto (Ascoli Piceno) il Congresso Nazionale del Sindacato dell’Area radiologica SNR-Fassid. Un evento che si distingue per la grande partecipazione da tutta Italia e la voglia di raccontarsi dei delegati, dei quadri sindacali, dei giovani Radiologi.  Medici, prima di tutto, che rivendicano il tempo di cura da dedicare ai malati. Che chiedono alle istituzioni non maggiori risorse finanziarie, (sono 6 volte che si sottoscrivono contratti ad invarianza di risorse), ma tempo. Per il confronto coi colleghi, per le decisioni terapeutiche,  per interpretare un referto, cosa che non può fare una macchina, per quanto intelligente sia. Tempo, diventato ancora più prezioso dopo la pandemia, dopo la fuga dal sistema sanitario pubblico di chi doveva essere premiato per aver combattuto, spesso a mani nude, e si è trovato invece a dover rivendicare, o mendicare, di poter lavorare con ritmi adeguati, ora che la paura è passata. È un po’ la storia di tutte le guerre e dei tanti fanti dimenticati.

Giulio Argalia (vice Segretario SNR e presidente del congresso) apre i lavori del Congresso Il tempo delle scelte. Titolo impegnativo, lo definisce, perché le scelte in sanità sono state poche e spesso errate. “Ora siamo a Fort Alamo, il pessimismo dei camici bianchi è al massimo. Il 74% vede il peggioramento del servizio sanitario nazionale. Tutti hanno molti dubbi anche sul PNRR. Ma il tempo delle scelte è arrivato. La carenza di personale, la questione dei pronto soccorso, l’imbuto formativo, sono problemi reali. Si riuscirà a superare la divisione tra ospedalieri e territoriali? Questione dibattuta da molti anni, cui il DM71 non ha certo risposto. Perché è dall’integrazione tra la medicina del territorio e gli ospedali che si possono affrontare molti problemi dei medici. Medici pubblici secondo Argalia, che cita Adam Smith “Lo stato quando si deve, il mercato quando si può” chiudendo il suo intervento affermando che “Il futuro è una scelta, non una fatalità”.

Gli fa eco il Presidente della Giunta regionale delle Marche Dino Latini, che nel saluto inaugurale ribadisce “Il profilo di un mondo migliore non può prescindere dalla tutela della salute delle persone.  Solo un approccio universale può sanare la battaglia tra aspetti umani del vostro lavoro e il contenimento della spesa. L’impegno delle Marche in questo senso è costante,a breve voteremo il nuovo piano sociosanitario. La sanità futura va ridisegnata con l’aiuto di tutti i rappresentanti delle Regioni di Italia”.

È una donna a porre l’accento sul tempo del confronto tra colleghi come fondamentale: la Presidente dell’Ordine dei Medici di Ascoli Piceno, Fiorella De Angelis ricorda che “il board con i colleghi è tempo di cura. Credo che i politici debbano cominciare a parlare con tutti noi. Basta dire che non ci sono risorse. Il covid dovrebbe averci fatto capire  quanto siano importanti i professionisti della salute. Faccio appello affinché i politici diano ascolto ai sindacati che fanno gli interessi dei pazienti”.

Lo stesso Ministro della Salute, Orazio Schillaci, sottolinea nel suo messaggio augurale: “Siamo consapevoli di quanto sia rilevante la vostra professione nel rispondere alle esigenze di cura e prevenzione di ogni cittadino e della necessità di valorizzare le competenze dei professionisti sanitari”.

Ma è con l’appassionata relazione di Gloria Addeo, rappresentante SNR Giovani, che il Congresso entra nel vivo. “Chi lavora in ospedale oggi lavora anche per chi se ne andato e per chi non è stato assunto. La pandemia è andata ad esasperare problemi già esistenti. Non è la carenza di medici a preoccupare, ma la carenza di specialisti, dovuta all’imbuto formativo in tempi di spending review. La formazione di uno specialista costa all’erario 150.000 euro. Ma 20.000 se ne sono già andati, fuggendo verso il privato per l’incremento insostenibile del 70% dei flussi di lavoro. Un sanitario su due è in burn out”.

I lavori del Congresso continuano mentre si susseguono le riunioni in Aran per il rinnovo del Contratto dei medici (già scaduto) e le manifestazioni di tutto il mondo della Sanità per fermare la deriva del nostro Servizio Sanitario Pubblico, sempre più sofferente.

Il percorso lavorativo dei medici radiologi, reso complicato dal contesto socio-economico del nostro Paese, è al centro della relazione del Segretario Nazionale Fabio Pinto: “Occorre costruire una barriera di protezione del Sistema Sanitario Nazionale, gravemente definanziato rispetto agli altri paesi europei. In secondo luogo occorre porre un freno alla fuga dei nostri medici verso il privato, con provvedimenti legislativi che diano valore al capitale umano, anche attraverso l’uso della leva fiscale. Come radiologi siamo la prima disciplina diventata interamente digitale, ma il peso specifico della nostra attività professionale è ancora troppo spesso misconosciuto e sottovalutato: se guardiamo la storia, maestra di insegnamenti, vediamo che essa esalta le grandi infrastrutture costruite in epoca romana e ne celebra gli imperatori che le commissionarono mentre, dall’altra parte, il lavoro intellettuale e tecnico degli architetti, maestri nel mettere a punto soluzioni che hanno prodotto frutti durevoli per oltre duemila anni, ha raramente trovato riscontro in episodi di encomio dei nominativi di questi grandi professionisti”.

Il Congresso, che si concluderà sabato 27 maggio, ospita  anche un importante momento formativo per il mondo radiologico, dedicato ai temi del PNRR, Intelligenza Artificiale e Radioprotezione. Temi specifici di un sindacato che della specificità fa la propria bandiera, ma non si sottrae a battaglie comuni in difesa della salute dei cittadini e del nostro sistema sanitario.

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