Falsi medici e deroga emergenziale: i rischi di una normativa prorogata fino al 2027

A TrendSanità Roberto Carlo Rossi, Presidente Ordine dei Medici della Provincia di Milano, sul caso del presunto falso medico di Vizzolo Predabissi: «Possiamo discutere di condizioni di lavoro migliori e di aumenti salariali, ma mai transigere sui controlli di qualità»

Il caso del presunto falso medico scoperto recentemente, a Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, ha riacceso i riflettori sulla questione della sicurezza e delle verifiche nel sistema sanitario italiano. L’Ordine dei Medici di Milano, tramite il suo Presidente, prende una posizione netta sulla vicenda e solleva preoccupazioni su una normativa emergenziale che rischia di tenere aperte pericolose falle nel sistema.

«Quando scopriamo questi casi, siamo spietati – afferma Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Milano. – Ci costituiamo immediatamente parte civile e, se l’imputato è riconosciuto colpevole, non solo deve espiare le sanzioni penali, ma si trova anche a risarcire l’Ordine. È l’unico modo per tutelare i cittadini, perché l’atto medico è una cosa seria».

Quali sono i sistemi di controllo e di verifiche che l’Ordine mette in atto in casi di questo tipo?

«Il sistema di controllo ordinario prevede verifiche rigorose: per iscriversi all’Ordine, prerequisito per esercitare la professione, i medici devono presentare una serie di titoli che, anche quando autocertificati, vengono poi sistematicamente controllati. Per le lauree straniere, l’iter è ancora più severo e richiede l’approvazione del Ministero della Salute. L’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Milano ha addirittura un ufficio legale dedicato, guidato da un avvocato specializzato, che si occupa esclusivamente, del riconoscimento dei titoli esteri».

Roberto Carlo Rossi

I titoli esteri per l’esercizio della professione medica, dall’emergenza Covid-19 ad ora, come vengono gestiti?

«Sul tema dei titoli esteri emerge una criticità preoccupante. Durante l’emergenza da pandemia di Covid-19, è stata introdotta una deroga nazionale che permette alle Regioni di autorizzare l’esercizio temporaneo della professione a medici con titoli stranieri, bypassando le normali procedure di verifica. Una norma forse affrettata, nata dalla paura di non avere abbastanza medici durante la pandemia. Il problema è che questa deroga, invece di essere eliminata con la fine dell’emergenza, è stata prima prorogata fino al 2025 e poi ulteriormente estesa al 31 dicembre 2027. Si tratta di una follia. Non possiamo mai recedere dal requisito della qualità dell’atto medico. Possiamo discutere di condizioni di lavoro migliori, di aumenti salariali per attirare più medici, ma mai transigere sui controlli di qualità. Nel caso specifico di Vizzolo Predabissi, il sospetto è che il presunto falso medico, che millanta una laurea irlandese, possa aver approfittato proprio di queste maglie larghe create dalla deroga. Non si spiegherebbe altrimenti come l’Azienda sanitaria non abbia richiesto l’iscrizione all’Ordine».

«È tempo di tornare indietro su una deroga che, nata come risposta emergenziale, rischia ora di compromettere la sicurezza del sistema sanitario italiano»

Come si tutelano i cittadini da questi fatti?

«Per tutelare i cittadini, ricordo che è possibile verificare l’iscrizione di qualsiasi medico attraverso il sito dell’Ordine provinciale, che viene aggiornato in tempo reale dopo ogni Consiglio. Il database della Federazione Nazionale, seppur con qualche giorno di ritardo, offre un’ulteriore garanzia. Il rapido intervento dei NAS in questo caso dimostra che il sistema di controllo funziona, ma non possiamo permetterci eccezioni. I rischi per i pazienti sono troppo alti: anche un semplice consiglio sbagliato, l’indicazione di non approfondire un sintomo apparentemente banale, può avere conseguenze gravissime».

L’appello al legislatore da parte del Presidente Rossi è chiaro: «È tempo di tornare indietro su una deroga che, nata come risposta emergenziale, rischia ora di compromettere la sicurezza del sistema sanitario italiano».

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Silvia Pogliaghi
Giornalista scientifica, esperta di ICT in Sanità, socia UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione)