Entro il 2026 il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) dovrà essere regolarmente utilizzato da almeno l’85% dei medici di base in tutte le Regioni italiane e contenere tutti i dati sanitari più importanti di ogni paziente in formato digitale. Questo obiettivo, fissato dai progetti che stanno mettendo a frutto i fondi messi a disposizione per la digitalizzazione sanitaria dal PNRR, è diventato ancor più concreto nel febbraio 2022, quando è stata rilasciata la nuova versione della documentazione tecnica per l’interoperabilità tra i sistemi regionali dei fascicoli sanitari. Ed è proprio l’interoperabilità degli attuali sistemi informativi, formalmente attiva ma non sempre funzionante, ad essere uno snodo centrale e indispensabile per il corretto funzionamento del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Un ulteriore passaggio è avvenuto inoltre nel mese di aprile 2022, quando in Conferenza Stato-Regioni sono state approvate le linee guida che “garantiranno l’omogeneità dell’applicazione su tutto il territorio nazionale” entro il 2026.
Il FSE, importante avamposto della sanità del futuro, digitalizzata e integrata, dovrà diventare un vero personal data account in grado di accompagnare con effettiva continuità il cittadino dalla culla alla tomba, raccogliendone i dati complessivi in formato realmente digitale e non solo attraverso l’upload di documentazione cartacea, come avviene al momento.
Inoltre, ogni Regione e Provincia Autonoma – secondo quanto già disposto dal DPCM n. 178 del 29/09/2015 – deve istituire il Fascicolo Sanitario Elettronico attraverso un’infrastruttura tecnologica capace di interoperare con le altre soluzioni regionali di FSE, esponendo opportuni servizi che consentono la realizzazione di una serie di processi interregionali. I servizi di interoperabilità nella nuova versione 2.2 consentono di eseguire le operazioni di ricerca, recupero, registrazione, cancellazione di documenti e trasferimento indice del FSE.
Le nuove linee guida
Tante Regioni, un unico database nazionale online per i dati sanitari. L’approvazione delle linee guida nella conferenza Stato-Regioni per il FSE sono un importante passo avanti nell’ottica di garantire che sul territorio nazionale il fascicolo sanitario elettronico venga usato in modo uniforme, senza pregiudicare la comunicazione e la condivisione dei dati fra le Regioni. Dai servizi, ai contenuti, all’architettura informatica fino alla governance, la linea di sviluppo dettata per questo strumento sarà unica e uniforme fra tutte le Regioni.
Solo in questo modo sarà infatti possibile garantire alle istituzioni sanitarie dati realmente utili a fare programmazioni di spesa e di governo, ricerca utile a promuovere politiche di prevenzione e ad indirizzare la ricerca medica.
L’interoperabilità degli attuali sistemi informativi, formalmente attiva ma non sempre funzionante, ad essere uno snodo centrale e indispensabile
Ma quali sono le novità per i cittadini? Rispetto a ciò che già era stato previsto e suggerito, resta confermata la consultazione dei propri dati clinici, la prenotazione e il pagamento delle viste, ma si aggiunge l’accesso alla telemedicina. Vengono potenziati invece i servizi per medici di famiglia e farmacisti. Anche questi ultimi infatti potranno avere accesso al foglio informativo delle terapie prescritte e ai dati dei pazienti, mentre i clinici potranno comunicare fra loro tramite un sistema che mette in contatto i vari professionisti fra loro (specialisti e medici di base) per un supporto nel processo di cura, di presa in carico e di prevenzione primaria e secondaria.
Obiettivo semplificazione
Con l’obiettivo di semplificare l’interoperabilità dei sistemi regionali di FSE,
le modifiche normative intercorse nell’ambito della Legge di Bilancio del 2017 hanno introdotto l’Infrastruttura Nazionale per l’Interoperabilità (INI), progettata dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e realizzata presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’INI ha il compito di garantire l’interoperabilità dei FSE regionali, l’identificazione dell’assistito attraverso l’allineamento con l’Anagrafe Nazionale degli Assistiti (ANA), l’interconnessione dei soggetti previsti per la trasmissione telematica dei dati per le regioni che ne fanno richiesta (entro il termine previsto), la gestione delle codifiche nazionali e regionali stabilite e rese disponibili dalle Amministrazioni e dagli enti che le detengono.
Grazie a questa piattaforma, il personale sanitario o l’assistito dovrebbero poter accedere a documenti del FSE riguardanti eventi clinici che si sono verificati in regioni o province autonome diverse da quella di residenza dell’assistito.
Ammodernare i sistemi informatici e rafforzare gli strumenti di raccolta, elaborazione e analisi dei dati sono interventi necessari per garantire la diffusione del FSE ed erogare LEA uniformi in tutto il Paese
Essa, inoltre, ha il compito di assicurare il trasferimento dei FSE in capo a Regioni o Province Autonome diverse in caso di cambio di residenza dell’assistito.
Le nuove specifiche tecniche pubblicate di recente sul portale nazionale del FSE riguardano proprio l’interoperabilità tra i sistemi regionali di FSE nella versione 2.2.
Le specifiche sono il risultato del lavoro congiunto dell’Agenzia per l’Italia Digitale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), in accordo con il Dipartimento per la Trasformazione digitale e Sogei e sono elaborate in linea con il Decreto-Legge del 19 maggio 2020, n. 34 e la successiva normativa sul Fascicolo Sanitario Elettronico. In particolare, si possono ravvisare due documenti distinti: il “Framework e dataset dei servizi base”, che mira a definire i principi, i processi, i servizi e i dataset dell’interoperabilità dei FSE regionali con l’Infrastruttura Nazionale per l’Interoperabilità, e l’“Affinity Domain Italia”, che ha come obiettivo definire Affinity Domain di riferimento per l’interoperabilità dei sistemi di Fascicolo Sanitario Elettronico tra le Regioni e Province Autonome italiane attraverso l’Infrastruttura Nazionale per l’Interoperabilità
L’aggiornamento tecnologico digitale come sfida necessaria per una sanità più efficiente
Le nuove indicazioni sull’interoperabilità tra i vari sistemi regionali s’inseriscono nel più ampio progetto di rinnovamento dei sistemi digitali, parte integrante della missione salute il cui totale ammonta a € 15,63 mld di euro, ossia l’8,16% dell’importo totale del PNRR.
In particolare, ammodernare i sistemi informatici, rafforzare gli strumenti di raccolta, elaborazione e analisi dei dati sono tutti interventi necessari per garantire la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico ed erogare Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) uniformi in tutto il Paese.
Un sistema sanitario più tecnologico e digitale che, secondo quanto riportato dal portale dedicato Italiadomani del PNNR, consentirà:
- un fascicolo sanitario elettronico diffuso in tutta Italia per avere i dati a disposizione in qualsiasi momento
- cartelle cliniche digitali
- la creazione di un archivio centrale per i dati dei pazienti
- una sanità più efficiente e in grado di avere dati di previsione
- informazioni sullo stato di salute sempre aggiornate digitalmente
La mancanza di integrazione fra sistema pubblico e privato
“La vera novità è la creazione di una repository a livello nazionale dove tutte le strutture sanitarie pubbliche, a partire dai medici di medicina generale, dovranno procedere all’inserimento dei dati digitali dei pazienti: dai referti, agli esami prescritti fino alle ricette emesse”, ha spiegato Enrica Massella Ducci Terri, responsabile dei progetti per la transizione al Digitale dell’Agenzia per l’Italia Digitale.
Questa banca dati sarà a diposizione sia di tutti i clinici che avranno a che fare con il paziente, potendo accedere alla storia medica completa dei soggetti, sia in forma anonima degli organi preposti alla programmazione delle spese sanitarie.
“Mentre per le strutture pubbliche ci saranno supporti economici in grado di supportare questa transizione digitale, per le strutture private non è ancora stata approvato uno stanziamento, motivo per cui al momento c’è solo una indicazione ad adeguarsi”, ha detto la dottoressa Massella, precisando come il database verrà presumibilmente aggiornato solo dalle strutture pubbliche che verranno finanziate con i fondi europei per questo adeguamento.
Nello specifico, la spesa prevista per il potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e il processo di digitalizzazione della sanità ammonta complessivamente a 1,67 miliardi.