FSE, Polimi: «Solo il 41% degli utenti l’ha utilizzato. Serve proseguire con la promozione»

Nelle ultime settimane, la campagna informativa “Fascicolo Sanitario Elettronico. Sicuri della nostra salute” ha permesso di comunicare a tutta la popolazione italiana i vantaggi collegati alla raccolta e alla disponibilità dei dati sulla salute contenuti nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). La campagna ha rassicurato i cittadini sulla tutela della privacy delle informazioni contenute nel fascicolo e li ha informati della possibilità di opporsi, fino al 30 giugno, all’inserimento dei dati antecedenti al 19 maggio 2020 (data in cui il Decreto Rilancio aveva stabilito l’alimentazione “automatica” del Fascicolo Sanitario Elettronico).

«Si tratta di un’opportunità per far conoscere ai cittadini questo strumento – spiega Chiara Sgarbossa, Direttrice dell’Osservatorio Sanità Digitale -. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, emerge, infatti, come sia necessario promuovere ulteriormente l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico. All’inizio del 2024 la percentuale di cittadini che hanno effettuato almeno un accesso al FSE per sé e/o per altri era pari al 41%, seppur in aumento rispetto al 2023 (35%). La campagna di comunicazione è rivolta, indirettamente, anche ai professionisti sanitari: solo una parte dei medici specialisti e dei medici di medicina generale (rispettivamente il 35% e il 48% secondo i dati dell’Osservatorio) ha effettuato accessi al FSE dei propri pazienti nell’ultimo anno, nonostante siano chiari i benefici di questo strumento. Secondo i professionisti che lo hanno utilizzato, infatti, il FSE riduce il tempo necessario per reperire le informazioni, semplifica la lettura dei documenti scambiati, fornisce informazioni critiche per la gestione del paziente in situazioni di emergenza e permette di prendere decisioni più personalizzate e basate sull’intera storia clinica del paziente».

I servizi attivi nelle diverse regioni

Attualmente, i FSE regionali mostrano una forte eterogeneità riguardo ai documenti disponibili e ai servizi offerti ai cittadini. Dai dati del monitoraggio del FSE, disponibile sul sito monitopen.fse.salute.gov.it, emerge che i servizi più diffusi sono quelli legati all’accesso ai certificati Covid (95% delle Regioni), alle esenzioni (81%) e alla prenotazione e pagamento di visite ed esami (76%). Le regioni che offrono una maggiore quantità di servizi sono l’Emilia-Romagna e la Toscana (23 servizi), il Lazio (22), il Piemonte (21), la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Trento (18 servizi ciascuna).

Il PNRR

Grazie agli investimenti del PNRR per lo sviluppo del FSE 2.0, pari a 1,38 miliardi di euro, sarà fondamentale uniformare la disponibilità di servizi e documenti tra le diverse regioni italiane, così da permettere a tutti i cittadini di avere un unico punto di accesso alle informazioni riguardanti la propria salute.

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