Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: per le donne medico servono nuove tutele

La violenza di genere è solo la tragica conclusione di un percorso che viene da lontano e che coinvolge l’intera nostra società. Il clima venutosi a creare in Italia circa la violenza verso i medici e le donne medico è preoccupante e non continua ad attenuarsi. La categoria medica vanta il triste primato di dottoresse violentate sul posto di lavoro e addirittura uccise”. Così una nota della Segreteria Nazionale del Sindacato Medici Italiani (SMI) nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2022.

“Non è bastata la legge del 2020 sulla sicurezza degli operatori sanitari a mettere un freno alle aggressioni alle donne medico e alle professioniste sanitarie. Riteniamo che occorrono politiche governative per la prevenzione all’uso della violenza contro le donne e un maggiore livello di consapevolezza nella pubblica opinione e nel sistema educativo e formativo sulle cause e le conseguenze della violenza maschile sulle donne. Occorre il coinvolgimento dei social, delle piattaforme informative, dei mass media sul ruolo di stereotipi sessisti, unitamente all’attivazione di misure per l’emersione e il contrasto della violenza contro donne vittime di discriminazione multipla, a partire da quelle sul lavoro e nella carriera professionale”.

“La violenza sulle donne può essere esercitata, anche, con la sistematica discriminazione nell’esercizio della propria professione. Questo è il caso delle donne medico, continua la nota del SMI. Nel nostro paese per le donne medico occorre fare ancora molto strada in tema di  tutele per la gravidanza e per la maternità, per la fruizione dei permessi per malattia; tutti diritti che ancora oggi fanno fatica ad essere pienamente riconosciuti”.

“Il tetto di vetro rimane ancora invalicabile per le donne medico in ambiti come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni. Combattere contro la violenza sulle donne significa anche rimuovere ogni discriminazione a loro danno in tutti gli ambiti della società e del mondo del lavoro”, conclude la nota.

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