Human Technopole, 10 anni da catalizzatore dell’innovazione nelle life science

Nato dalle ceneri di Expo 2015, il centro di ricerca milanese celebra i primi dieci anni puntando su open innovation, piattaforme condivise e un approccio interdisciplinare alla ricerca

Un Hub per l’open innovation nelle life science. Questa la direttrice lungo cui si muove Human Technopole che spegne le sue prime 10 candeline proprio in questi giorni. E che celebra questo traguardo facendo un bilancio dei traguardi raggiunti.

Numeri, dati e iniziative sono stati presentati ieri a Palazzo Italia, nel cuore dell’ex area Expo 2015, che oggi ospita proprio Human Technopole, aziende del settore life science e presto anche molte facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano.

Dalle basi post-Expo alla fase di scale-up

Tutto partì all’indomani del Expo, quando «si posero le basi per un progetto pionieristico, che avrebbe dovuto prevedere laboratori e strumentazioni all’avanguardia da mettere in opera quando fosse terminata la fase di incubazione», ha ricordato il presidente Gianmario Verona. Incubazione che andò concretizzandosi tra il 2019 e il 2022 nel difficile periodo della pandemia. Superato il quale, dal 2023 a oggi, si è passati alla fase di consolidamento – di scale-up come a Verona piace definirla in termini economici – che ha coinciso con l’identificazione del nuovo direttore Mariano Zerial e con la definizione del piano strategico 2024-2028, che si basa su quattro pilastri:

  • ricerca intramurale su biologia e salute umana
  • mantenimento del tecnopolo come una piattaforma aperta ai ricercatori
  • programmi di formazione per un costante upgrade sulle strumentazioni di ultima generazione disponibili nel centro
  • programma di technology transfer spinto per trasformare la scienza in brevetti e valore.

Una comunità scientifica internazionale e inclusiva

Senz’altro i risultati si vedono già e sono tutt’altro che di basso profilo: al 30 aprile Human Technopole poteva vantare uno staff complessivo di 496 persone di cui il 54% donne e per il 24% internazionale, con 39 Paesi rappresentati.

Comprendere e curare le malattie richiede una ricerca multiscala, che collega la biologia dalla molecola alla popolazione, integrando scienza, accademia e industria

Il “pezzo forte”, naturalmente riguarda le forze dedicate alla ricerca: ben 384 scienziati, il 40% dei quali provenienti dall’estero. Di questi ultimi 99 sono cervelli italiani che «siamo riusciti a far rientrare offrendo un framework per fare ricerca degno delle più prestigiose realtà internazionali», ha affermato non senza un pizzico di orgoglio Verona. Che ha anche snocciolato altri numeri che fanno comprendere come il centro sia davvero una realtà capace di operare da catalizzatore delle eccellenze della ricerca biomedica internazionale: ben 26 milioni di euro di finanziamenti esterni ottenuti tramite grant e borse di studio da parte di istituti internazionali.

Il modello delle Piattaforme Nazionali

A fare la differenza, tra l’altro, è il modello di gestione della ricerca scelto. Human Technopole infatti la sostiene fornendo tecnologie alla comunità scientifica italiana attraverso infrastrutture di ricerca condivise: le Piattaforme Nazionali.

Mariano Zerial

Deliberate nel 2023 dal Consiglio di Sorveglianza della Fondazione Human Technopole, sono cinque macroaree intese come facility infrastrutturali hi-tech, a disposizione della comunità nazionale di ricerca. In particolare si parla di piattaforma di genomica, di editing genomico e modelli di malattia, di biologia strutturale, di microscopia ottica e di gestione e analisi dei dati.

«Avere diverse Piattaforme Nazionali sotto lo stesso tetto permette di studiare una problematica da tutti i punti di vista, perché le piattaforme sono interconnesse», ha precisato Zerial. I risultati? Sono già eccellenti: i primi due bandi per accedere alle piattaforme sono stati aperti a giugno 2024 e ci sono state 124 domande di accesso. Ben 102 (l’82%) sono state approvate da una commissione esterna e indipendente. Tra i progetti approvati, molti in ambito oncologico, «che potranno essere sviluppati grazie ad avanzate tecniche di biologia strutturale, editing genomico e sviluppo di cellule staminali». E ancora, ricerche sulle «patologie neurodegenerative, come l’Alzheimer, e di quelle genetiche, come l’insonnia».

Tecnologie d’avanguardia per riprogrammare le cure

Tanti e all’avanguardia i progetti di ricerca in corso al tecnopolo milanese (in realtà sito nel comune di Rho, ndg), sciorinati da Zerial che, insieme a Verona, ha parlato di vera e propria “rivoluzione” nella ricerca biomedica, data dalle tecnologie che permettono di modificare le sequenze del genoma umano a piacimento e di «coltivare e riprogrammare le cellule dei pazienti in vitro. Anche in 3D, arrivando a creare organoidi che ricapitolano alcune funzionalità dell’organo – per esempio l’attività contrattile dei cardiomiociti».

Interdisciplinarietà, trasparenza e visione di sistema

Insomma, allo Human Technopole la parola d’ordine è “approccio interdisciplinare” alle patologie utilizzando tutte le tecnologie utili a comprendere i meccanismi che portano alla malattia e quindi arrivare a una cura. «Per farlo», ha spiegato il direttore, «bisogna sfruttare e collegare le scale biologiche attraverso una ricerca multiscala: dalla molecola all’organello, alla cellula. Salendo via via al tessuto, all’organo, all’individuo e alla popolazione. Il tutto sfruttando collaborazioni e sinergie con l’accademia e con l’industria».

E perché tutto sia più trasparente dell’aria, è fondamentale una governance cristallina. Che vede il ministero dell’Economia e delle Finanze, quello della Salute e il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca come fondatori della Fondazione Human Technopole. La quale ha una struttura duale che garantisce autonomia operativa ai suoi organi: il Consiglio di sorveglianza che indirizza e controlla, e il Comitato di gestione che gestisce agli aspetti scientifici e amministrativi.

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Carlo M. Buonamico
Giornalista professionista esperto di sanità, salute e sostenibilità