Come monitorare e dialogare con le pazienti ginecologiche dimesse? Con una applicazione

Anna Fagotti, direttore UOC Carcinoma Ovarico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, racconta a TrendSanità la sperimentazione con Virtual Ward

«Un vero e proprio filo diretto tra i chirurghi e le pazienti dimesse dall’ospedale. Così dal proprio domicilio è possibile segnalare eventuali sintomi o complicanze nel corso della convalescenza». Intervistata da TrendSanità, Anna Fagotti, direttore UOC Carcinoma Ovarico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, racconta con entusiasmo – il suo e quello del team clinico che dirige – l’applicazione Virtual Ward su piattaforma Healthentia.

Gestire il paziente anche a distanza aiutare a risolvere dubbi e problemi, evitando accessi al pronto soccorso o in ambulatorio non necessari

Parliamo dell’applicazione di monitoraggio per pazienti ginecologiche sottoposte a intervento chirurgico presso la UOC di Ginecologia oncologica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, centro di ricerca e Fondazione, diretta dal professor Giovanni Scambia, volta ad assicurare l’osservazione e l’assistenza continua, monitorando lo stato di salute fuori dall’ospedale. Nonché, a rendere sempre più efficace la gestione e l’interazione con il team clinico nel post-operatorio.

La paziente può scaricare gratuitamente l’app – disponibile negli store per smartphone delle diverse piattaforme – e iniziare a condividere informazioni utili per aiutare il team clinico ad avere un quadro completo e aggiornato relativo al suo stato di salute.

L’importanza del monitoraggio nel post-operatorio

Anna Fagotti

«Ovviamente non tutti i pazienti sono uguali e non tutti gli interventi sono uguali – puntualizza Fagotti – quindi è chiaro che questa app viene condivisa prevalentemente, ma non solo, con quelle pazienti che hanno un problema purtroppo oncologico (e quindi sono sottoposte ad interventi molto importanti) ma anche con quelle pazienti che, ad esempio, hanno una patologia benigna ma che necessitano comunque di interventi rilevanti. O che hanno fattori di rischio che ci fanno pensare che potrebbero avere bisogno di un sostegno nell’immediato post-operatorio».

«Tutto nasce dal Covid, che ci ha insegnato a gestire il paziente anche a distanza, per aiutare a risolvere dubbi e problemi non necessariamente con un accesso al Pronto soccorso o in ambulatorio ma più semplicemente parlando e spiegando» dice ancora la responsabile dell’UOC Carcinoma Ovarico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs.

Pertanto, l’app rappresenta un punto di riferimento per la gestione del post-operatorio, «non solo per evitare un accesso inopportuno al Pronto Soccorso con liste di attesa molto lunghe, ma anche per gestire in modo adeguato l’eventuale criticità legata a pazienti che non vivono a Roma, sono distanti dal Policlinico Gemelli e si trovano costrette a percorrere molti chilometri per raggiungerlo, oppure devono fare riferimento all’ospedale della propria città, con un team che non conosce la storia della paziente», spiega ancora a TrendSanità la professoressa. Inoltre, «numerosi dati in letteratura parlano chiaro: il recupero post-operatorio è molto più rapido all’interno di un ambiente domiciliare, dove la paziente ha le proprie abitudini e, se guidata bene, recupera prima e meglio».

Assistente virtuale che offre informazioni utili alle pazienti

L’applicazione del Gemelli Virtual Ward

Dunque, una maggiore sicurezza psicologica e clinica per la paziente: «Confermo, la fase della convalescenza domiciliare costituisce infatti un momento emotivo difficile per le pazienti, molti sono i dubbi sul percorso di cura. Inoltre, loro stesse possono avere poca conoscenza della patologia oppure difficoltà a riconoscere i segni e i sintomi di importanza clinica». Ecco perché l’app è particolarmente utile. «Attraverso questo strumento innovativo siamo in grado di condividere, comprendere e risolvere eventuali problematiche di salute che possono emergere nelle pazienti mentre sono a casa, nei giorni seguenti alla dimissione dall’ospedale». L’applicazione include un’assistente virtuale che veicola informazioni e consigli utili (relativi, ad esempio, allo stile di vita da seguire nel periodo post-operatorio), ricoprendo così un rilevante ruolo educativo. Inoltre, le pazienti ginecologiche possono sia condividere molti dati facoltativi (come parametri vitali e contenuti multimediali: foto, video, schermate dei referti) sia interagire con i sanitari in modo rapido e costante attraverso messaggistica e richiesta di video-consulto.

Virtual Ward è parte integrante della pratica clinica

«L’applicazione è parte integrante della nostra pratica clinica e le esigenze di questo progetto sono duplici, poiché interessano le pazienti – come abbiamo già detto –, ma anche il personale medico ed infermieristico», continua la professoressa Fagotti. Per poi entrare nel merito. «Basti pensare che i dati restituiti dall’applicazione ci permettono di cogliere subito l’insorgere di sintomi nella paziente da correlare a possibili complicanze legate all’intervento chirurgico (che altrimenti potrebbero emergere in ritardo). Attraverso l’app possiamo interagire con le pazienti in modo immediato e ininterrotto, intervenendo in maniera tempestiva e puntuale».

«Virtual Ward offre l’opportunità di ottenere un turnover rapido nonché una dimissione precoce così da gestire al meglio i bisogni di più pazienti»

«E ancora – puntualizza la dottoressa – Virtual Ward offre l’opportunità di ottenere un turnover rapido nonché una dimissione precoce così da gestire al meglio i bisogni di più pazienti». È bene sottolineare, inoltre, che non parliamo di un progetto “chiuso” bensì in costante evoluzione. «Attraverso la somministrazione del questionario alle pazienti stiamo riconoscendo, ad esempio, quelle che possono essere domande inutili o poste in maniera errata. Per poi correggerle. Monitoriamo con scrupolo i risultati ottenuti mese dopo mese, e siamo già molto soddisfatti. Abbiamo lavorato per un anno a questo progetto, che è sempre aperto ad eventuali perfezionamenti. Continueremo ad apprendere e a migliorare».

Intelligenza artificiale in sanità: Real World Data al Policlinico

Lo scorso settembre, già forte di diversi primati nazionali e due piazzamenti nei dieci migliori al mondo, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs ha rinsaldato l’ottimo posizionamento nella classifica dei migliori ospedali per specialità stilata ogni anno dalla rivista Newsweek (è emersa, fra le altre, la performance della ginecologia, che ha esordito al settimo posto assoluto nel mondo e al primo in Italia). Proprio nel Policlinico di Roma, all’interno dell’Info Science Center, c’è il centro all’avanguardia con competenze multidisciplinari Gemelli Generator, parte del Parco Scientifico Tecnologico (Gemelli Science and Technology Park – G-STeP).

Concepito e realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Centro è interamente dedicato all’analisi di grandi volumi di dati per la ricerca, avvalendosi di soluzioni di intelligenza artificiale (su quest’ultimo tema è intervenuta di recente anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui l’AI è molto promettente per la salute, a patto di assicurare trasparenza e privacy, e di osteggiare la disinformazione e le minacce alla cybersecurity) e mettendo a disposizione di medici e ricercatori un’ampia gamma di facility di ricerca. Proprio sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, la professoressa Fagotti non ha dubbi: «Il futuro è l’AI. La macchina, già da sola, comprenderà dove risiede l’errore e proporrà l’eventuale intervento per correggerlo. Sarà lei stessa a fungere da primo filtro».

Può interessarti

Massimo Canorro
Giornalista specializzato in salute e sanità