Nomenclatore, Giorlandino (UAP): «Sciopero privati accreditati? È un’ipotesi»

«Sciopero dei privati accreditati? È un’ipotesi. Noi vogliamo erogare una sanità sana e con rimborsi di pochi euro per esami e visite questo non è possibile». Ha risposto così la presidente della UAP (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata), la dottoressa Mariastella Giorlandino, interpellata dai giornalisti in occasione della conferenza stampa organizzata oggi a Roma dalla UAP (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata) per discutere sulle «gravi problematiche derivanti dall’applicazione del nuovo Nomenclatore tariffario, entrato in vigore il 30 dicembre», e sulle conseguenze dirette per le strutture sanitarie private e per i cittadini. L’evento si è svolto presso la Clubhouse di piazza Montecitorio.

Il 28 gennaio, intanto, si riunirà il Tar del Lazio sul merito della sospensiva del nuovo nomenclatore tariffario, entrato in vigore a fine 2024, che ha scatenato le polemiche degli ambulatori e dei laboratori privati accreditati, secondo cui c’è stato per molte tariffe un taglio al ribasso. «Ci aspettiamo il buonsenso da parte del governo e del ministro della Salute Schillaci per rivedere le tariffe – ha aggiunto Giorlandino -. Noi non siamo contro il governo, ma si devono correggere gli errori che danneggiano la sanità privata accreditata e anche il Servizio sanitario nazionale, che in alcune regioni andrà ancora più in rosso».

Tariffe: tagli fino a 60%, non fattibile

«Nel nuovo nomenclatore ci sono tagli ai rimborsi che arrivano fino al 60%. Non è fattibile così, questi errori devono essere corretti, perché danneggeranno noi come privati accreditati, ma anche la sanità pubblica con una forte disparità tra nord e sud – continua la presidente della U.A.P. Giorlandino -. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, ha detto che la Lombardia perde 1 miliardo di euro, ma le regioni del sud, che già sono in piano di rientro, finiranno per andare ancora più in rosso». Le realtà ospedaliere accreditate grandi e piccole, intanto, «non ce la fanno a coprire i costi di un Ecg rimborsato a 17,50 euro, ma come si paga il professionista che lo fa? Il 28 gennaio dal Tar del Lazio mi aspetto buonsenso e un correttivo», ha concluso la presidente UAP.

Volontà di colpire il sud

«È ben chiaro che c’è una volontà di colpire le regioni del sud, perché non è possibile fare un tariffario sottocosto. Non vorrei che si volessero far acquistare un po’ di strutture a chissà chi – conclude Giorlandino -. C’è il colpevole e ci sono le responsabilità: non credo che tutto ciò avvenga in maniera così superficiale. Sicuramente c’è un movente: far fallire tante aziende italiane. Noi difendiamo la salute, non facciamo politica, difendiamo l’italianità e tuteliamo il cittadino, che non deve essere preso più in giro con ‘sanità privata’ o ‘sanità pubblica’. La politica non ne faccia un’arma di scontro».

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