Obbligo vaccinale, modalità e profili costituzionali di un’ipotesi sempre più concreta

Torna d'attualità la questione dell'obbligo vaccinale: ecco cosa prevede la Costituzione e le nuove regole sul Green pass. “Non vaccinarsi non è una libertà, è una licenza a un dovere civico e sociale", spiega il virologo Fabrizio Pregliasco.

Dopo un’estate in cui la pandemia da coronavirus sembrava momentaneamente tornata sotto controllo, un nuovo incremento dei contagi e l’avvicinarsi del momento in cui la maggior parte delle attività torneranno a svolgersi al chiuso ha fatto tornare attuale la questione dell’obbligo vaccinale.

Una recente dichiarazione del presidente del Consiglio Mario Draghi, che si è detto favorevole a questa ipotesi, definendola “concreta”, ha riacceso il dibattito nel mondo della politica, richiamando anche le attenzioni dell’opzione pubblica e di molti esperti che si sono pronunciati a riguardo. Uno dei filoni più interessanti della discussione riguarda la possibilità, sancita dalla Costituzione, di istituire l’obbligatorietà alla vaccinazione per proteggersi dall’infezione da coronavirus così come le modalità per la sua concreta applicazione.

I due principi del diritto alla salute

Il dibattito sulla possibilità che venga introdotta in Italia l’obbligatorietà a sottoporsi alla vaccinazione per il coronavirus non può che partire dalle sue basi costituzionali.

La Costituzione sancisce che il diritto alla salute si fonda su due principi: il diritto di essere curati e quello di rifiutare un trattamento sanitario. Questo secondo diritto “negativo” è soggetto però a delle limitazioni quando è in gioco non solo la tutela della salute del singolo individuo, ma il diritto della salute di tutte le persone che gli stanno intorno. Detto in parole semplici, in una società la libertà di ciascuno finisce dove inizia quella del prossimo poiché all’interno di una collettività nessuno può essere titolare di una libertà assoluta e illimitata che può essere esercitata a discapito di quella degli altri.

“Non vaccinarsi non è una libertà, è una licenza a un dovere civico e sociale – ha affermato il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e consulente scientifico del Pio Albergo Trivulzio di Milano –. Dal punto di vista terapeutico è interessante notare come le persone che si dichiarano spaventate o scettiche rispetto alla vaccinazione siano le stesse che poi sono disposte a fidarsi dei normali farmaci da banco non esenti da effetti collaterali”.

Non vaccinarsi non è una libertà, è una licenza a un dovere civico e sociale

“Sulla vaccinazione da parte di alcuni c’è maggior scetticismo perché si parte da una condizione di salute e non di malattia – ha proseguito il virologo, menzionando anche l’infodemia fra le cause dell’opposizione alla profilassi antivirale -. La Covid inoltre è particolarmente subdola perché il rischio è soggettivo: c’è chi si ammala e muore e chi contrae il virus in maniera asintomatica. Proprio per questo il valore del vaccino, oltre che personale, è civico in quanto non riguarda solo il soggetto come potenziale ammalato ma anche come possibile contagiatore”.

L’approvazione definitiva dei vaccini di EMA e AIFA

Mentre la FDA americana ha già approvato definitivamente i vaccini somministrati per il coronavirus, in Italia e in Europa si attende ancora che l’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, e l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, approvino i vaccini con l’autorizzazione ufficiale, chiamata Standard Marketing Authorisation, superando quindi l’attuale stato di autorizzazione condizionale arrivata in periodo di emergenza.

Dal punto di vista giuridico potrebbe infatti essere necessario, o comunque auspicabile, che prima di emanare un eventuale obbligo vaccinale il Governo attenda il formale riconoscimento dalle autorità sanitarie.

I vaccini hanno già ampiamente dimostrato la propria sicurezza “sul campo”

Al momento però su questo punto, così come sull’obbligo vaccinale, non c’è ancora un parere formale del CTS, il comitato tecnico scientifico che ha guidato tutte le decisioni prese per contrastare la pandemia.

Secondo la maggior parte degli esperti, i vaccini hanno già ampiamente dimostrato la propria sicurezza “sul campo”. In passato infatti nessun vaccino nella storia della medicina è stato inoculato ad oltre 5 miliardi e mezzo di persone che sono state immunizzate dagli effetti più gravi della Covid, a fronte effetti collaterali che hanno riguardato solo casi rari e circoscritti, definiti dall’intera comunità scientifica mondiale come numericamente irrilevanti.

L’obbligo vaccinale e le sue applicazioni concrete

Se una volta ottenute le approvazioni finali degli enti regolatori, l’obbligatorietà vaccinale dovesse diventare realtà come ipotizzato da Draghi, il Governo dovrà capire come renderlo effettivo fra la popolazione.

La possibilità di un obbligo “assoluto”, in cui il vaccino viene applicato alla stregua di un trattamento sanitario obbligatorio sembra infatti difficilmente praticabile, oltre che particolarmente coercitiva e dispendiosa. La strada più praticabile sembra invece essere quella di una sorta di “Green Pass” dalle funzioni aumentate, in cui nessuno è obbligato a vaccinarsi, ma il numero e l’importanza delle attività per cui è richiesto il vaccino diventeranno tali per cui sarà impossibile lavorare o partecipare alla vita sociale se non si è vaccinati. Secondo molti esperti, infatti, questa via sembra l’unica a garantire una duratura via d’uscita dalla pandemia.

In Italia il cosiddetto obbligo relativo è già realtà. L’obbligo introdotto nel 2017 dal decreto vaccini per i minori fino a 16 anni lascia infatti la possibilità alle famiglie di decidere di non vaccinare i figli, pur con una serie di limitazioni. I bambini sotto i sei anni le cui famiglie non hanno aderito alle 10 vaccinazioni obbligatorie (anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella) non possono frequentare gli asili nido e le scuole materne. Dopo i 6 anni e fino ai 16 la vaccinazione “non costituisce requisito di accesso alla scuola, al centro di formazione o agli esami” ma prevede sanzioni da 100 a 500 euro, decise dall’azienda sanitaria nei confronti delle famiglie non in regola.

Che cosa dice la Costituzione in merito?

La Costituzione prevede la possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale sia nelle modalità più coercitive, di fatto però impossibili o molto difficili da applicare su larga scala, sia nelle modalità indirette che già interessano il Green Pass. Lo sancisce l’articolo 32 secondo il quale “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Qualsiasi dubbio interpretativo è stato fugato da una sentenza della Corte Costituzionale che si è espressa sulla compatibilità tra l’obbligo vaccinale e l’articolo 32 della Costituzione. Nella sentenza 307 del 1990 si mette in chiaro che l’obbligo è compatibile se serve a preservare anche la salute altrui.

Il Comitato nazionale per la Bioetica, l’istituzione che il governo interpella per avere valutazioni su queste materie, ha anche specificato in un parere del novembre 2020 che è sempre auspicabile che nessuno subisca un trattamento sanitario contro la sua volontà. Tendenzialmente la preferenza per l’adesione spontanea rispetto ad un’imposizione autoritativa c’è ma solo “ove il diffondersi di un senso di responsabilità individuale e le condizioni complessive della diffusione della pandemia lo consentano”.

L’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari

Mentre l’obbligo vaccinale cosiddetto obliquo, cioè quello che deriva indirettamente da forti impedimenti della propria vita sociale, è un’ipotesi concreta per tutti i cittadini, per chi lavora nell’ambito della salute è previsto l’obbligo di vaccino. Un provvedimento imprescindibile che, secondo gli esperti, potrebbe essere esteso senza paura dal punto di vista degli effetti collaterali.

“Questi vaccini hanno dimostrato efficacia e un profilo di sicurezza altissimo – ha commentato Pregliasco -: un dato che conferma l’opportunità di estendere l’obbligo vaccinale se dovesse essercene la necessità. Oltre ad uscire dalla pandemia e a far ripartire l’economia, l’estensione massiccia della platea dei vaccinati porterebbe immediatamente a ridurre i costi sanitari se consideriamo che un malato in terapia intensiva, oltre ad occupare un letto e ad impegnare il personale sanitario, costa allo Stato dai 1.500 ai 4.000 euro al giorno”.

Green Pass, fra favorevoli e contrari

Il Decreto-Legge 21 settembre 2021 n. 127 introduce in Italia, dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021, l’obbligo del certificato verde per i dipendenti pubblici e privati, i professionisti e i lavoratori autonomi e anche categorie come colf e badanti. La pena per chi non si uniformerà? L’impossibilità di continuare a praticare la propria professione, con assenza ingiustificata dal primo giorno ma con diritto a conservare il posto di lavoro, il blocco dello stipendio e la possibilità di ricevere una multa che va dai 600 ai 1.500 euro sia per i lavoratori sia per i datori di lavoro che non eseguiranno i controlli (in caso di reiterazioni delle violazioni, le sanzioni per il datore di lavoro aumentano e si può arrivare alla sospensione dell’attività).

Il certificato verde non però un obbligo vaccinale perché è possibile ottenerlo dimostrando di essere risultati negativi ad un tampone molecolare nelle 72 ore precedenti o ad un tampone antigenico 48 ore prima. Per questo si è attirato diverse critiche e c’è chi lo ha definito la misura ipocrita di un Governo che non ha ancora avuto il coraggio di istituire l’obbligo vaccinale.

A proposito di questa possibilità il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo si è detto fiducioso nell’intelligenza degli italiani: “Nessuno vuole obbligare, ma è giusto che ciascuno si informi chiedendo a persone qualificate, come medici e infermieri. Abbiamo avuto oltre 130 mila morti per Covid e tanti ne portano ancora i segni”.

È chiaro che il Governo userà lo strumento dell’obbligo vaccinale indiretto solo se ne ce ne sarà necessariamente bisogno e ne farà invece a meno se la campagna vaccinale, oggi quasi ferma al ritmo di 60 mila vaccinazioni al giorno, ripartirà convintamente con l’entrata in vigore del super Green Pass a metà ottobre.

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Sofia Rossi
Giornalista specializzata in politiche sanitarie, salute e medicina