Piani terapeutici, semplificare a favore del paziente. La proposta FNOMCeO

Dopo i primi 12 mesi di terapia, aprire la prescrizione a tutti i medici potrebbe evitare lunghe trafile burocratiche. In tal modo si libererebbero cinque milioni di visite specialistiche l’anno. A TrendSanità lo spiega Filippo Anelli, Presidente FNOMCeO

Semplificare la vita dei pazienti che devono seguire un piano terapeutico per le loro patologie. Un intervento legislativo potrebbe dare concretamente una mano a risolvere questa situazione tanto diffusa in Italia e che colpisce soprattutto anziani e malati cronici. La proposta viene da FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi, che, assieme a diverse Società Scientifiche, ha elaborato un Documento che offre soluzioni concrete, recentemente presentato al Parlamento.

Filippo Anelli
Filippo Anelli

«La proposta – spiega il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli – è semplice: limitare la necessità del piano terapeutico ai primi 12 mesi di terapia, per aprire poi la prescrizione a tutti i medici, ferme restando le condizioni di rimborsabilità stabilite dall’Agenzia italiana del farmaco.

Questo al fine di garantire una maggiore accessibilità alle cure da parte dei pazienti, ridurre i costi indiretti delle prestazioni sanitarie, facilitare e semplificare i percorsi di presa in carico, contribuire alla riduzione delle liste d’attesa e valorizzare la professionalità di tutti i medici italiani: l’accesso semplificato a terapie appropriate e necessarie avrebbe, infatti, un rilevante impatto sulla qualità di vita dei pazienti, liberando cinque milioni di visite specialistiche l’anno».

I Piani terapeutici (PT) sono stati introdotti nel 2004 con l’obiettivo di assicurare, per i nuovi farmaci, una continuità prescrittiva e assistenziale tra specialista e medico di medicina generale. Sono stati poi aggiornati nel corso degli anni. Un PT ha validità fino a 12 mesi e, se la terapia va continuata, deve essere rinnovato dallo specialista ad ogni scadenza.

Oggi un Piano terapeutico ha validità fino a 12 mesi e, se la terapia continua, deve essere rinnovato dallo specialista a ogni scadenza

Oggi sono circa un centinaio i principi attivi che richiedono, per la loro prescrizione, un PT cartaceo, o su template AIFA (modelli online strutturati per la prescrizione) o web based, Sono soprattutto i farmaci antidiabetici, gli immunomodulanti e immunosoppressori e i principi attivi per la terapia di asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Il paziente è costretto a un lungo percorso

Secondo i dati riportati da FNOMCeO, sono quasi due milioni e trecentomila i pazienti che devono assumere un farmaco sottoposto a PT. Questi pazienti che, per il 69%, hanno oltre 70 anni, devono recarsi una, due, anche tre o persino quattro volte l’anno dallo specialista solo per rinnovare il PT. Semplificare la prescrizione di questi medicinali, lasciandola prima allo specialista e aprendola poi, dopo 12 mesi, a qualsiasi medico, compreso il medico di medicina generale, significherebbe, ricorda FNOMCeO, un risparmio in termini di spostamenti, di tempo, di energie per i pazienti e i caregiver, oltre ai benefici di salute a favore dei pazienti. E, vorrebbe dire anche liberare ore di visite specialistiche da utilizzare per l’attività clinica, anziché per pratiche burocratiche.

Nella realtà dei fatti è oggi il paziente stesso che si deve muovere lungo un percorso con diversi passaggi per arrivare a ottenere il farmaco necessario alla cura. Una lunga strada che costringe il paziente, spesso anziano, a passare dal medico di medicina generale, allo specialista, dalla consegna dei moduli alla farmacia territoriale, dal ritorno del paziente al medico di medicina generale per la registrazione dei PT, quindi c’è emissione della prescrizione, fino alla conclusione dell’iter con il ritiro del farmaco nelle farmacie.

Sono quasi due milioni e trecentomila i pazienti che devono assumere un farmaco sottoposto a Piano terapeutico

«Infatti questa nostra proposta parte dall’assunto che tanta a burocrazia è inutile e fa male – commenta Filippo Anelli –. I PT sono atti burocratici introdotti per monitorare farmaci innovativi. Ma dopo diversi anni di utilizzo questi medicinali hanno già dimostrato la loro validità. In effetti un anno è un tempo sufficiente per valutarlo. E a questo punto riteniamo che non ci sia più bisogno di avere un rinnovo del PT, basta una nota AIFA».

Dispersi in un mare di carta

C’è poi la questione dei documenti cartacei. Secondo specifici riscontri effettuati presso le Regioni e i Servizi farmaceutici delle ASL – denuncia FNOMCeO – i milioni di PT puramente cartacei compilati semestralmente dagli specialisti, nella maggioranza dei casi non sono analizzati né ai fini dell’appropriatezza, né del miglioramento degli esiti da parte di servizi farmaceutici. Il risultato è la produzione di carta e di procedure che costringono il paziente a spostamenti non semplici e ripetuti.

E i PT solo cartacei sono in realtà la maggioranza, pari al 53,7% di tutti i principi attivi (80/149) oggetto di prescrizione. I motivi di questa produzione gigantesca di carta sono diversi. FNOMCeO cita, come esempio, le restrizioni di impiego e rimborsabilità rispetto alle indicazioni di scheda (ad esempio levocarnitina); la necessità di diagnosi differenziale (come nel caso di farmaci anticolinergici per l’Alzheimer); o la selettività di impiego (albumina e fattori della coagulazione).

Il 53,7% dei Piani terapeutici è esclusivamente cartaceo

Il Documento FNOMCeO afferma quindi che “una revisione dei PT cartacei dovrebbe essere basata sulla attuale sussistenza delle motivazioni che li hanno generati, con la eliminazione del PT nei casi di non essenzialità e la sua sostituzione con note AIFA ai fini dell’appropriatezza prescrittiva”.

Una fotografia dei piani terapeutici italiani

Il Documento FNOMCeO riporta una ricerca in Farmadati di tutti i farmaci in fascia A con prescrizione PT AIFA, i cui consumi sono stati ricavati dal flusso OsMed.

L’analisi, datata maggio 2020, ha evidenziato che il PT riguarda 935 specialità medicinali, corrispondenti al 9,6% dei farmaci in fascia A, 147 differenti principi attivi, rientranti in 34 gruppi terapeutici e 66 sottogruppi. Di questi 147 principi attivi, 67 (46%) prevedevano un PT solo cartaceo, 72 (49%) un PT cartaceo su template AIFA e 8 (5%) un PT web-based. I gruppi terapeutici con il maggior numero di principi attivi con PT sono risultati gli antidiabetici (19,7%), seguiti da immunomodulanti e immunosoppressori (9,5%) e dai farmaci per l’asma e per la BPCO (6,8%).

E veniamo ai nostri giorni. A giugno 2025 FNOMCeO riporta che sono attivi PT AIFA per 149 molecole, comprendenti 943 specialità medicinali che si riferiscono a 35 categorie terapeutiche e a 63 classi terapeutiche. Su un totale di 149 principi attivi con PT, 80 PT (53,7%) sono puramente cartacei, 61 PT (40,9 %) sono cartacei ma su template AIFA e 8 PT (5,4 %) sono web-based.

Per quanto riguarda le categorie terapeutiche, la classe dei farmaci per il diabete rappresenta quella con il numero maggiore di principi attivi con PT, pari a 29, dato che corrisponde al 19,5% di tutti i principi attivi.

È notizia recente che l’AIFA ha riclassificato le gliflozine, antidiabetici di nuova generazione utilizzati anche per il trattamento dello scompenso cardiaco congestizio e dell’insufficienza renale cronica, con contestuale abolizione dei piani terapeutici.

«L’eliminazione della previsione del piano terapeutico per le gliflozine è un passo avanti importante nell’ottica della semplificazione e della riduzione delle liste d’attesa. Ringraziamo il CDA di AIFA con il suo Presidente Robert Nisticò e il Direttore tecnico-scientifico Pierluigi Russo, insieme al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al Sottosegretario di Stato, Marcello Gemmato, che fortemente hanno voluto questo provvedimento – ha commentato Anelli -. Si tratta di un intervento fortemente caldeggiato dalla FNOMCeO».

Anche in quest’ottica ora l’augurio è che una nuova normativa possa ridurre la mole di documenti e di iter burocratici che pesano sui pazienti già gravati dalle patologie.

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Alessandra Margreth
Giornalista professionista, esperta di temi salute e sanità