Il mondo delle scienze della salute sta subendo una serie di trasformazioni che dovranno accompagnare un nuovo modello di sanità, quello disegnato dal Decreto Ministeriale 77 del 2022 e focalizzato sulla continuità e sinergia tra presìdi territoriali e hub ospedalieri, con un ruolo centrale della medicina territoriale. In sostanza, il territorio piuttosto che l’ospedale sarà al centro dell’assistenza sanitaria. La casa del paziente, le case della comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative territoriali saranno i luoghi dove verrà gestita la sanità nei prossimi anni, lasciando al grande ospedale il ruolo di collettore finale dei casi più complessi che non possono essere gestiti nel territorio.
Il successo di questo nuovo modello di sanità, sostenuto dagli investimenti del PNRR, dipenderà dalla capacità di sfruttare al meglio l’evoluzione tecnologica di strumenti e apparati e le competenze tecnologiche delle risorse umane che verranno impiegate. Infatti, le varie componenti della sanità territoriale, per funzionare al meglio, dovranno essere tra loro interconnesse attraverso infrastrutture informatiche (telemedicina, teleconsulto, sensoristica, digital-health, ecc…). È indubbio quindi che la transizione dei servizi sanitari alla dimensione digitale (e la loro progressiva integrazione) avrà un ruolo cardine nella sanità del prossimo futuro, avendo da un lato il vantaggio di poter raggiungere le popolazioni più disagiate e dall’altro quello di fornire servizi anche al di fuori del formale sistema sanitario, grazie alle maggiori opportunità di monitorare e “predire” la salute delle persone.
In relazione alle cure domiciliari, grandi aspettative vengono riposte nel contributo fornito dai “wearables”
L’auspicio di tutti è che la digitalizzazione della sanità potrà consentire il passaggio ad un sistema in grado di sfruttare maggiormente le cure al domicilio del paziente rispetto a quelle ospedaliere. In relazione alle cure domiciliari, grandi aspettative vengono riposte nel contributo fornito dai “wearables”, tutti quei devices indossabili che tengono traccia di alcuni parametri sanitari dell’individuo e che consentiranno il controllo a distanza dei pazienti.
Nella transizione digitale della sanità un ruolo importante avranno i dispositivi medici (DM) che già oggi sono un elemento cruciale nella moderna assistenza sanitaria, contribuendo significativamente al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
I dispositivi medici sono strumenti, apparecchiature, impianti o materiali utilizzati in ambito medico per la diagnosi, la prevenzione, il monitoraggio, il trattamento o l’alleviamento di malattie o condizioni mediche. Negli ultimi anni, il settore dei dispositivi medici ha registrato una crescita esponenziale, diventando fondamentale nel panorama sanitario non solo per la loro efficacia diagnostica e terapeutica, ma anche per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Inoltre, i DM contribuiscono notevolmente all’efficienza del sistema sanitario. Tuttavia, i DM devono sottostare al nuovo Regolamento UE (2017/745) che ha come obiettivi principali la tutela “egualitaria” della sicurezza e della salute dei lavoratori e dei pazienti, perseguita sia “rafforzando la certezza del diritto regolatorio dei DM sia al livello dell’Unione e sia a quello internazionale” , e sia enunciando precisi standard elevati di qualità e sicurezza dei DM in termini di requisiti performativi dei processi di produzione, di commercializzazione e di gestione post-vendita. Questa specifica declinazione operativa deve tenere in debito conto l’interconnessione della sicurezza finale dei DM tra il suo sistema di gestione e quello delle aziende coinvolte nella produzione, commercializzazione ed utilizzo, non ultime quelle che ne curano la manutenzione.
Adottare DM sostenibili e generativi significa promuovere un modello di sanità che rispetta l’ambiente, ottimizza le risorse e mette al centro il benessere del paziente
L’Università di Roma La Sapienza e Confindustria-DM hanno recentemente creato un’infrastruttura (MedDeviceLab) di innovazione, servizio, formazione e ricerca aperta e distribuita sul territorio finalizzata a supportare la ricerca, sviluppo, certificazione, ciclo di vita di dispositivi medici, restituendo una visione sistemica, con competenze multidisciplinari, per tutti i soggetti interessati al processo di ideazione, certificazione ed applicazione dei DM, partendo dai professionisti e arrivando ai pazienti, nella considerazione che ogni attività in campo sanitario prevede l’utilizzo di un dispositivo medico. Obiettivo ulteriore è quello di riportare in Italia i finanziamenti per i dispositivi medici attraverso la creazione di procedure a servizio delle imprese che siano semplici, efficienti, con tempistiche e costi ragionevoli per le diverse fasi di certificazione e indagine clinica (ad es. approvazione del comitato etico, conduzione delle indagini cliniche, ecc.). Infatti, attualmente nel nostro Paese tali condizioni sono difficilmente reperibili, determinando il fenomeno della migrazione di tutte le indagini cliniche all’estero.
MedDeviceLab ha recentemente siglato una convenzione con Fondazione Rome Technopole, l’ecosistema dell’innovazione del Lazio che aggrega tutte le università pubbliche e private, i centri di ricerca nazionali, la Regione Lazio, il Comune di Roma, le Camere di commercio regionali, Unindustria e decine di imprese innovative. Da questa collaborazione nasce anche la rete nazionale di esperti Salute Digitale Community che ha TrendSanità come testata giornalistica media partner, uno spazio per contributi culturali e scientifici, per la comunicazione e la diffusione dell’avanzamento dei diversi progetti.
In particolare, ed in linea con la missione di Sapienza, speciale attenzione sarà riservata ai dispositivi medici sostenibili e generativi che rappresentano una nuova frontiera nell’assistenza sanitaria, combinando innovazione tecnologica e responsabilità ambientale. Questi dispositivi sono progettati per ridurre l’impatto ecologico attraverso l’uso di materiali riciclabili, processi di produzione eco-compatibili e una maggiore durata. L’obiettivo è minimizzare i rifiuti e l’uso di risorse non rinnovabili, contribuendo così a un sistema sanitario più sostenibile. Inoltre, i dispositivi generativi incorporano tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e l’Internet delle Cose (Internet of Things, IoT), che permettono di raccogliere e analizzare dati in tempo reale. Questo non solo migliora l’efficacia e la personalizzazione dei trattamenti, ma consente anche un monitoraggio continuo e predittivo delle condizioni di salute, prevenendo complicazioni e riducendo la necessità di interventi medici invasivi.
Adottare DM sostenibili e generativi significa promuovere un modello di sanità che rispetta l’ambiente, ottimizza le risorse e mette al centro il benessere del paziente. Questo approccio non solo migliora la qualità della cura, ma contribuisce anche a garantire un futuro più verde e sano per le generazioni a venire.