Primo soccorso a scuola: una legge che lo introduca potrebbe salvare almeno 500 vite all’anno

Il trauma costituisce la seconda causa di mortalità in età pediatrica, preceduto unicamente dalle patologie oncologiche: nel nostro Paese, infatti, si registrano annualmente 500 decessi in età pediatrica riconducibili a incidenti, un dato che posiziona questa causa al secondo posto nella mortalità della fascia 1-14 anni con un’incidenza del 20,3%, immediatamente dopo le patologie oncologiche che determinano il 30,9% dei decessi.

Il confronto con altri sistemi sanitari europei evidenzia criticità significative nel modello italiano. La Svezia ha conseguito l’azzeramento della mortalità per incidenti stradali pediatrici attraverso programmi di educazione stradale implementati fin dalla scuola dell’infanzia, mentre la Danimarca ha triplicato i tassi di sopravvivenza introducendo l’obbligatorietà dei corsi di rianimazione nell’istruzione secondaria superiore.

Mirko Damasco

In Italia, la percentuale di sopravvivenza post-arresto cardiaco si attesta su un modesto 10%. Seattle, che detiene il primato mondiale in questo ambito, raggiunge il 75% grazie all’integrazione sistematica dell’insegnamento della rianimazione nei curricula scolastici e alla distribuzione capillare di defibrillatori automatici esterni. «La causa principale degli incidenti pediatrici risiede nella mancanza di una reale comprensione del concetto di prevenzione – dichiara Mirko Damasco, presidente dell’associazione “Il Salvagente” -. La percezione comune identifica erroneamente la prevenzione con l’attenzione costante, mentre essa consiste nell’anticipazione dei rischi. Un momento di distrazione può risultare fatale se il bambino accede a sostanze pericolose come la candeggina; la prevenzione efficace elimina questa possibilità alla radice».

L’associazione “Il Salvagente” è stata costituita nel 2015 a seguito di un evento che ha profondamente segnato i suoi fondatori: «Mi trovavo nel reparto di terapia intensiva pediatrica quando venne ricoverata Icra, una bambina bresciana vittima di soffocamento durante uno spuntino. I presenti non possedevano competenze di primo soccorso – riferisce Damasco -. All’arrivo dei soccorsi, la piccola era già in arresto cardiaco. Il decesso è sopraggiunto per i danni neurologici irreversibili. Quel giorno, insieme ai colleghi Filippo Castelli e Silvia Riboldi, abbiamo deciso che quella tragedia evitabile doveva rappresentare un punto di svolta».

I dati nazionali indicano che circa 350.000 minori nella fascia 0-14 anni accedono annualmente ai Pronto Soccorso per traumi accidentali, mentre nel 2023 gli incidenti stradali hanno causato 50 vittime tra i minori, con un incremento del 28,2% rispetto all’anno precedente. Su scala globale, gli incidenti infantili determinano 950.000 decessi l’anno e rappresentano la prima causa di morte nella popolazione sotto i 18 anni.

Per rispondere a questa emergenza sanitaria, “Il Salvagente” l’anno scorso ha promosso una petizione indirizzata al Senato per l’introduzione dell’obbligo formativo sul primo soccorso nel sistema scolastico italiano, normativa già vigente in tre quarti dei Paesi mondiali. «Stiamo dialogando con diversi senatori e lo scorso luglio siamo stati auditi dalla commissione diritti umani – precisa Damasco -. In Svizzera, il conseguimento della patente di guida è subordinato al completamento di un corso di primo soccorso».

Tra le iniziative operative dell’associazione, oltre all’erogazione di corsi formativi sul primo soccorso, figura la donazione gratuita di defibrillatori agli istituti scolastici, progetto sviluppato nella consapevolezza che in Italia si verificano quotidianamente 200 decessi per arresto cardiaco improvviso. «Gli istituti scolastici che necessitano di un defibrillatore possono richiederlo e noi provvediamo alla fornitura gratuita unitamente alla formazione del personale – illustra Damasco -. Il tempo utile per un intervento salvavita è di quattro minuti, non uno di più, e in questo lasso temporale l’arrivo di un’ambulanza risulta improbabile».

L’operatività dell’associazione si estende anche in ambito internazionale, con progetti in Uganda dove è in corso la realizzazione di una clinica pediatrica che rappresenterà l’unica struttura specializzata in un raggio di 200 chilometri. «Questa iniziativa vuole affermare il principio dell’uguale valore di ogni vita infantile, indipendentemente dalla collocazione geografica», conclude il presidente.

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