È stato presentato oggi a Roma il rapporto “Meridiano Sanità” realizzato da The European House – Ambrosetti dal titolo “Prevenzione e innovazione per l’evoluzione sostenibile del sistema sanitario e la crescita economica dell’Italia”.
Il report riprende i pilastri su cui fondare l’evoluzione del nostro Ssn per migliorare la salute e qualità di vita dei cittadini e ridurre il burden delle malattie trasmissibili e non trasmissibili rendendo quindi sostenibile il sistema sanitario non solo dal punto di vista economico e organizzativo. La cornice di riferimento è sempre la situazione socio-economica e la struttura demografica dell’Italia, già discussa nella prima giornata dei lavori che ha portato a riflessioni di tipo economico ma anche di programmazione di modelli di presa in carico con il Ministro della Salute Orazio Schillaci.
A fronte di una limitatezza di risorse pubbliche, il nostro Paese vive una trasformazione demografica particolarmente accelerata, con quasi un quarto della popolazione anziana, accompagnata dall’aumento delle cronicità – quasi 9 italiani over-75 su 10 hanno una patologia cronica – e delle disabilità, fortemente impattanti sulla spesa sanitaria.
L’importanza degli stili di vita
La perdita di produttività legata agli stili di vita scorretti degli italiani costa ogni anno circa 93 miliardi di euro. Il fumo si conferma il fattore di rischio modificabile con il maggiore impatto economico in termini di perdita di produttività (oltre 60 miliardi di euro).
Interventi trasversali sui comportamenti e stili di vita, riducendo i fattori di rischio, possono avere benefici sia sull’aspettativa di vita dei cittadini sia sui costi sanitari legati poi allo sviluppo di alcune malattie, e permetterebbero di liberare risorse fino a 25 miliardi di euro in termini di recupero di produttività, che potrebbero essere dedicati al miglioramento della qualità dei servizi offerti.
Parallelamente all’aumento dell’età media, negli anni è aumentato l’impatto dei fattori di rischio modificabili, cioè legati a comportamenti e stili di vita, in primis fumo, alcol, cattiva alimentazione e sedentarietà. Dagli ultimi dati disponibili sono 1,1 milioni gli anni vissuti in disabilità (Years Lived with Disability, YLD) dai cittadini italiani dovuti a comportamenti e stili di vita scorretti, che, aggiunti agli anni vissuti con disabilità per cause metaboliche, come ipertensione e ipercolesterolemia, raggiungono i 2,2 milioni.
A questi fattori sono collegati inoltre 200.000 delle morti per malattie non trasmissibili, a cui si aggiungono quelle correlate ai fattori di rischio ambientali, come l’inquinamento e i cambiamenti climatici.
In questo quadro destinato a peggiorare nel prossimo futuro – dichiara Daniela Bianco, Partner e Responsabile dell’Area Healthcare di The European House – Ambrosetti – si deve cambiare il paradigma della sanità, da un modello reattivo a un modello proattivo, che parte dalla prevenzione. Si deve agire sui comportamenti dei cittadini, sin dai primi anni di vita, intervenendo su abitudini e stili di vita e promuovendo tutti gli strumenti di immunizzazione e diagnosi precoce. La prevenzione deve essere riconosciuta come un investimento e non come una spesa, intervenendo anche sulle modalità della contabilizzazione internazionali”.
Prioritario investire in prevenzione e ricerca
“Credo fortemente in una stretta collaborazione tra Ministero della Salute e Regioni per dare piena attuazione all’art.32 della Costituzione e fare in modo che i cittadini possano contare su di un servizio sanitario nazionale all’altezza – ha affermato il Ministro della Salute Orazio Schillaci – Investire nella prevenzione e nella ricerca è quanto di meglio possiamo fare ed anche in questo senso è fondamentale una piena sinergia tra tutti gli attori che si occupano di sanità. Abbiamo molte sfide davanti a noi, prima tra tutte quella demografica perché la popolazione invecchia e dobbiamo gestire tanti pazienti con molte cronicità. Da questo punto di vista l’innovazione è fondamentale perché porta dei costi ma è necessario investire su di essa, ad esempio, puntando ad una vera trasformazione digitale. Il Ssn deve infatti recuperare efficienza in tanti processi anche se resta tra i migliori al mondo”.
Il ministro ha aggiunto che “stiamo puntando anche sui fondi Pnrr per potenziare l’assistenza sanitaria e riorganizzare il sistema sanitario che è un pò ingolfato e le cui debolezze sono emerse durante il periodo pandemico. Infatti, oltre ad avere più risorse bisogna spenderle bene e devono andare veramente a favore dei cittadini, soprattutto dei più deboli. Il nostro obiettivo è quello di rendere il nostro Ssn al passo con i tempi e dotato di personale motivato e orgoglioso di lavorarci. Abbiamo aumentato le risorse del Fondo sanitario nazionale ma ci sono tante situazioni che vanno migliorate e da qui l’impegno nella legge finanziaria per il rinnovo del contratto. È opportuno aumentare i fondi per la prevenzione e fare in modo che quelli previsti siano spesi bene. Dobbiamo migliorare il tasso di adesione ai programmi di screening perché la diagnosi precoce è essenziale per gestire al meglio le patologie. Altro elemento centrale nella prevenzione sono i vaccini: ogni euro investito nella vaccinazione degli adulti oltre i 50 anni produce 4 euro di risparmio per il Ssn. Tra i tanti fronti sui quali stiamo lavorando c’è la piena attuazione degli investimenti Pnrr relativi alle case di comunità e le attività per ridurre le liste di attesa, problema annoso del nostro sistema sanitario, anche riorganizzando l’attuale sistema di monitoraggio dei tempi”.
L’impatto delle vaccinazioni
La pandemia da Covid-19, anche per la crescita dell’esitazione vaccinale, ha reso ancor più complesso il raggiungimento dei target di copertura vaccinali soprattutto per alcune vaccinazioni quali l’Hpv e le vaccinazioni negli adulti: Herpes Zoster, malattia pneumococcica e Influenza, malattie prevenibili con la vaccinazione, costano complessivamente 664,5 milioni di euro soltanto negli over-65 (61,8% costi diretti e 38,2% costi indiretti, in termini di perdita di produttività).
In base al modello sviluppato da Meridiano Sanità, il costo evitato all’anno zero grazie alla vaccinazione per queste tre patologie degli adulti e dei pazienti oncologici potrebbe variare tra 0,7 e 1,5 miliardi di euro complessivi tra costi diretti e indiretti a seconda della copertura vaccinale raggiunta.
La piena attuazione degli interventi previsti dal nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, l’aggiornamento continuo del Calendario vaccinale, la realizzazione dell’Anagrafe Vaccinale e la promozione della vaccinazione in tutti i setting assistenziali sono strumenti essenziali per aumentare la protezione dell’individuo e della collettività ma devono essere affiancate da una azione congiunta di comunicazione, crescita culturale dei cittadini e formazione degli operatori sanitari sul valore della prevenzione vaccinale.
L’antimicrobico resistenza
Al centro del dibattito anche la pandemia silente dell’antimicrobico resistenza. Le tradizionali misure di prevenzione e controllo delle infezioni sono, insieme alla ricerca e sviluppo e all’utilizzo appropriato di nuovi antibiotici, vaccini e della diagnostica molecolare innovativa, gli strumenti più efficaci per il contrasto dell’Amr che causa 1,7 milioni di infezioni e circa 22.000 morti nei Paesi europei, di cui il 12% in Italia.
Senza adeguati provvedimenti, nei Paesi in cui si registrano le più alte percentuali di Amr, come l’Italia, si potrebbe raggiungere un livello di resistenza fino al 90% per alcune specifiche infezioni entro il 2035. È stato ricordato inoltre che, soltanto in Europa, le Infezioni Correlate all’Assistenza (Ica), spesso causate dai patogeni multiresistenti, causano ogni anno 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, 37.000 decessi direttamente attribuibili e 110.000 decessi in cui l’infezione è una concausa; le Ica costano al sistema sanitario italiano 783 milioni di euro l’anno di soli costi diretti, di cui 259 milioni di euro sono imputabili alle Ica da batteri resistenti.
Le malattie infettive
In generale, preoccupa anche in Italia la diffusione delle malattie infettive. Dopo 2 anni di pandemia il Covid continua a circolare: dal 9 al 15 novembre si sono registrati 192 decessi con un aumento del 17,8% rispetto alla settimana precedente e la copertura vaccinale per gli per over-60 e i fragili è ferma al 3,12% (meno di 700.000 dosi somministrate).
Non si tratta solo delle infezioni respiratorie ma aumentano le patologie legate all’aumento delle temperature, come quelle trasmesse dalle zanzare; nel 2023 sono stati 332 i casi di febbre del Nilo occidentale, 317 quelli di Dengue di cui 76 autoctoni.
Le malattie non trasmissibili assorbono l’80% della spesa sanitaria
Se il mutato contesto socio-economico e demografico, il cambiamento climatico e dell’ambiente e la globalizzazione hanno contribuito ad aumentare la diffusione delle malattie infettive, le malattie non trasmissibili continuano ad avere il maggior impatto a livello di sistema in termini sanitari ed economici, assorbendo circa l’80% della spesa sanitaria. Nonostante una riduzione della mortalità del 40% negli ultimi 20 anni, le malattie non trasmissibili impattano in maniera sempre più significativa sulla salute degli italiani, causando oggi il 93,3% dei decessi e l’89,5% degli anni vissuti con disabilità: le malattie cardio, cerebro e vascolari sono la prima causa di mortalità, seguite dai tumori e dai disturbi neurologici, mentre le malattie muscoloscheletriche e i disordini mentali sono i primi due gruppi di patologie per anni vissuti in disabilità.
Dalle analisi e riflessioni contenute nel XVIII Rapporto Meridiano Sanità, arricchite dal confronto e dibattito con numerosi expert e stakeholder avvenuti nel corso del 2023, sono emerse 15 linee di azione, riconducibili a 3 ambiti di intervento prioritari per il Paese:
- 1. Riconoscere e investire sulle attività di promozione della salute e di prevenzione per garantire la sostenibilità della sanità pubblica
- 2. Accelerare l’evoluzione e il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale per dare risposte concrete alle sfide di salute
- 3. Aumentare gli investimenti nell’ambito della salute, driver di crescita socio-economica del Paese
- La XVIII edizione di Meridiano Sanità è stata realizzata con il contributo non condizionante di bioMérieux, GSK, MSD, Pfizer e Sanofi e con il supporto non condizionante di Teva.