A marzo ha preso ufficialmente il via lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS), iniziativa chiave per garantire un uso più efficace, sicuro e interoperabile delle informazioni sanitarie in Europa. Nello stesso periodo, in Italia è stato istituito l’Ecosistema dei Dati Sanitari (EDS), un passo fondamentale per migliorare la raccolta, la gestione e l’utilizzo del dato sanitario a livello nazionale. Due iniziative strettamente connesse, che mirano a trasformare la gestione delle informazioni sanitarie rendendole più accessibili, sicure e interoperabili, con un impatto significativo sulla ricerca, sull’assistenza ai pazienti e sull’innovazione in ambito sanitario.
Ma cosa significa tutto questo nella pratica? Con lo Spazio europeo, l’Unione punta a creare un quadro normativo unico per lo scambio e l’uso dei dati sanitari tra gli Stati membri, promuovendo un ecosistema digitale che supporti la medicina personalizzata, la ricerca scientifica e l’efficienza dei servizi sanitari. Così come, a livello nazionale, l’ecosistema italiano rappresenta un passo decisivo per ottimizzare la raccolta e l’utilizzo dei dati, favorendo la digitalizzazione e l’integrazione tra le diverse piattaforme sanitarie italiane.
Tuttavia, queste innovazioni portano con sé anche nuove sfide: dalla protezione della privacy alla governance del dato, fino alla necessità di infrastrutture tecnologiche avanzate.
Ne parliamo con:
Fidelia Cascini
Presidente Comitato Direttivo Comunità di Pratica Spazio Europeo dei Dati Sanitari per uso secondario (EHDS2) della Commissione EuropeaPierpaolo Maio
Avvocato esperto in Life Sciences, Data Governance e Privacy
Conduce:
Rossella Iannone
Direttrice responsabile TrendSanità