«Se il Servizio sanitario nazionale fosse una persona, che cosa le diresti?». Sulla lavagna predisposta per l’occasione molti i “Grazie!” alternati ai “Resisti”. Poi qualche messaggio più strutturato: “Sei bravo ma non (sempre) ti applichi”, “Cura di più i pazienti e meno le malattie”, “Presta attenzione anche ai caregiver”.
A Health for Dreamers, il 4 ottobre in piazza San Carlo a Torino, c’era anche Giuseppe Petrosino, founder di Paradeigma e partner dell’iniziativa, organizzata da TrendSanità. L’anteprima del Festival del Digitale Popolare prevedeva infatti, oltre a un pomeriggio di talk visionari, anche un’attività partecipativa con il pubblico.
«Con Health for Dreamers volevamo incentivare la contaminazione e la partecipazione di tutti gli stakeholder del Servizio sanitario. L’attore principale è il cittadino: a lui si rivolge il sistema e per lui esiste. Tuttavia, spesso non riesce a partecipare ai processi decisionali – ricorda Simone Eandi, editore di TrendSanità -. Con questa idea, insieme a Giuseppe Petrosino abbiamo sviluppato un progetto per ascoltare e coinvolgere i cittadini nel sogno comune di una sanità più equa e universale».
«Sono state tre le domande poste ai passanti: oltre a immaginare la personificazione del SSN, abbiamo chiesto quali fossero, per le persone intervistate, le tre priorità della spesa pubblica (sanità, istruzione, lavoro, difesa, trasporti…) e che cosa spaventasse ed entusiasmasse di più della digitalizzazione nella sanità. Le risposte sono state sorprendenti per accuratezza e profondità».
Dopo essersi fermati per curiosare gli “strani fogli colorati” infatti, molte persone che inizialmente erano titubanti e avevano intenzione di dedicare pochi minuti all’attività si sono fatte coinvolgere e si sono aperte condividendo il proprio vissuto personale e raccontando il loro rapporto con il SSN.
«La sanità non è qualcosa che lascia indifferenti – commenta Petrosino a TrendSanità -. Per quanto si vada con i piedi di piombo, si vanno a smuovere cose estremamente intime e personalmente resto sempre colpito da quanto questo tema inneschi forti reazioni emotive. Tutto questo mi ricorda, ogni volta, quanta responsabilità e cura bisogna mettere nel nostro lavoro a supporto del Servizio Sanitario».
Era la prima volta che Petrosino incontrava le persone in una piazza, ma ha riscontrato lo stesso tipo di feedback nella facilitazione di gruppi di operatori sanitari: «Dal punto di vista professionale e umano trattare la sanità è un bell’allenamento di sospensione del giudizio. È importante stare con le persone, essere accoglienti e ascoltare sospendendo il più possibile ogni opinione e pregiudizio».
Le risposte
Alla domanda sulle priorità per la spesa pubblica gli ambiti più gettonati sono stati la sanità, il lavoro e l’ambiente.
«I più giovani parlavano anche di istruzione, mentre gli adulti davano la priorità al lavoro. La salute, invece, è stata una richiesta trasversale di tutte le età». Tra le difficoltà espresse dai partecipanti ai facilitatori, quella di riuscire a fornire una gerarchia a ambiti percepiti con ricadute così importanti sul nostro quotidiano.
«È stato interessante vedere come creare uno spazio di – seppur breve – riflessione sulle priorità da assegnare ai grandi temi della spesa pubblica mettesse in crisi i passanti, i quali spesso commentavano quanto fosse difficile fare una scelta. La sensazione che abbiamo avuto è che il laboratorio abbia aperto piccolissimi spiragli di consapevolezza sulla complessità di gestione della sanità nello specifico e della cosa pubblica più in generale», riflette Petrosino.
Della tecnologia si teme la “disumanizzazione” delle cure. Molti hanno posto l’attenzione sulla privacy e la tutela dei dati personali. Entusiasma invece la parte legata all’organizzazione: la digitalizzazione è percepita come positiva se si pensa all’efficienza, alla velocità e all’accessibilità. Le persone più informate tra i passanti hanno anche evidenziato la maggiore precisione e affidabilità nelle diagnosi che il digitale può garantire.
È stato interessante vedere come creare uno spazio di riflessione sulle priorità da assegnare ai grandi temi della spesa pubblica mettesse in crisi i passanti
Ma è la terza domanda quella che ha fatto fermare più a lungo le persone che hanno dedicato qualche minuto all’attività: oltre a quanto già detto all’inizio, è emerso anche un desiderio di universalità ed equità delle cure, senza discriminare in base al censo o al luogo di residenza.
E adesso?
Health for Dreamers voleva essere il punto di partenza di un percorso partecipato di consapevolezza e ridefinizione della sanità del futuro, a partire dall’ascolto dei bisogni e dei desideri di esperti e cittadini.
«Abbiamo anche avuto la conferma di quanto incontrare le persone e aprire anche solo piccoli spazi di dialogo possa davvero contribuire a riavvicinare i cittadini a temi fondamentali – chiosa Petrosino -. Siamo convinti che esperienze di questo tipo possano e debbano essere ripetute per contribuire alla crescita di consapevolezza dei “non addetti ai lavori” sull’importanza del servizio pubblico e sulla responsabilità di tutti della sua sostenibilità economica e sociale. Riteniamo che sia fondamentale aprire e tenere vivi quanti più spazi di dialogo generativo».
Le suggestioni emerse durante la giornata saranno raccolte in un documento da distribuire a istituzioni e organizzazioni che hanno partecipato alla giornata e a chiunque sia sensibile al tema, in modo da contribuire alla generazione di una visione condivisa della sanità di domani integrando anche le idee e perché no, anche i sentimenti emersi.