Il 30% degli over 65 italiani assume ogni giorno più di 10 farmaci. Un dato che solleva una questione sempre più urgente per il sistema sanitario: tutte queste terapie sono davvero necessarie? Nasce da qui il progetto sperimentale avviato dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, che ha posto al centro la revisione critica delle terapie farmacologiche negli anziani fragili, con l’obiettivo di ridurre i farmaci inappropriati attraverso la pratica del medication review e deprescribing.
I risultati sono stati illustrati durante il convegno monotematico della Società Italiana di Farmacologia (SIF), promosso dal Gruppo di lavoro 3F & RWE (Farmacovigilanza, Farmacoepidemiologia, Farmacoeconomia e Real World Evidence), dal titolo: “Come ottimizzare le (poli)terapie farmacologiche: dalla personalizzazione delle cure tramite farmacogenetica e farmacocinetica alle attività di farmacovigilanza e medication review/deprescribing”. L’evento si è tenuto nei giorni 24-25 giugno presso il Policlinico di Borgo Roma a Verona, con il patrocinio delle principali società scientifiche italiane: Accademia di Geriatria, FADOI, SIFACT, SIGOT, SIMG, SIMI, SISI, e il supporto della Regione Veneto.
Deprescribing: 273 farmaci eliminati, -20% di ricoveri
Nel progetto veronese sono stati coinvolti 70 pazienti ultraottantenni complessi ricoverati nei reparti di Geriatria e Medicina Interna, ciascuno dei quali assumeva in media 10 farmaci al giorno. Attraverso un’attenta medication review condotta da un team multidisciplinare, sono stati rivalutati complessivamente 836 farmaci: 273 sono stati sospesi perché considerati inappropriati o non più necessari. In media, ogni paziente ha potuto eliminare 4 farmaci e ricevere un aggiustamento di dosaggio per altri.
A distanza di tre mesi dalle dimissioni, i dati indicano una riduzione del 20% del rischio di ri-ospedalizzazione e un risparmio annuale stimato di 56.000 euro per la spesa farmaceutica solo su questo piccolo gruppo di pazienti. Il progetto, coordinato da Gianluca Trifirò (ordinario di Farmacologia, Università di Verona) e Mauro Zamboni (ordinario di geriatria e direttore UOC Geriatria B), è stato esteso ad altre tre unità cliniche: Medicina Interna C, Medicina Interna B e Medicina d’Urgenza, con il supporto della Farmacia ospedaliera e della Scuola di Specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica.
«Nel nostro sistema sanitario esiste ancora una forte inerzia prescrittiva: farmaci iniziati da tempo che nessuno rivede, anche quando non servono più – spiega Gianluca Trifirò, coordinatore del gruppo Farmacovigilanza, Farmacoepidemiologia, Farmacoeconomia e Real World Evidence della SIF -. Questo progetto dimostra che è possibile fare una medicina più personalizzata, più sicura e più sostenibile, semplicemente imparando a prescrivere meglio e, quando serve, anche a sospendere. Meno farmaci non significa meno cura: spesso, significa più attenzione e più salute».
Una sfida culturale per tutto il sistema
Sebbene la geriatria sia il contesto naturale per attività di medication review e deprescribing, l’ottimizzazione delle terapie è una sfida trasversale, che riguarda tra l’altro anche altre aree specialistiche l’urgenza, la medicina generale e le RSA. Ogni revisione completa delle terapie da parte di farmacologi clinici richiede in media 4 ore per paziente, ma si traduce in una maggiore appropriatezza terapeutica, meno reazioni avverse ed un impatto positivo sulla qualità della vita. Il servizio di medication review e deprescribing veronese ha dimostrato che con un approccio integrato tra farmacologi, geriatri, internisti e farmacisti clinici si possono ottenere risultati significativi e replicabili su larga scala, efficaci clinicamente e sostenibili dal punto di vista economico.
Ricerca, formazione e giovani: la SIF investe nel futuro
Il convegno, che ha coinvolto oltre 40 esperti da università, ospedali e istituti di ricerca, ha anche segnato la chiusura del primo Corso di Perfezionamento in Medication Review e Deprescribing attivato con successo dall’Università di Verona.
A sostegno dei giovani, la Società Italiana di Farmacologia (SIF) ha assegnato due borse di studio da 500 euro per i migliori contributi scientifici presentati al convegno, confermando il proprio impegno nel promuovere una cultura farmacologica moderna, basata sull’evidenza, sulla personalizzazione e sulla sostenibilità. «La revisione delle prescrizioni – dichiara Armando Genazzani, presidente della Società Italiana di Farmacologia SIF – dovrebbe diventare la norma per migliorare il servizio sanitario erogato e in questo team la presenza di una squadra multidisciplinare che includa clinici, farmacologi clinici e farmacisti territoriali/ospedalieri è di capitale importanza. Si risparmiano soldi? Forse sì, ma soprattutto si cura meglio».
Nel corso del convegno monotematico, il premio per la migliore comunicazione orale è stato consegnato a Gianluca Cazzaniga della Sapienza Università di Roma, mentre quello per il miglior poster è andato a Massimo Carollo dell’Università degli Studi di Verona.