Una delle principali sfide che le aziende sanitarie hanno dovuto affrontare dal punto di vista tecnologico negli ultimi anni è stata quella di unire il mondo dei dati con quello della fonia. Realtà che fino a poco tempo fa erano completamente separate.
L’ASL Imperiese non fa eccezione e, dopo la pandemia, si è misurata con questo compito: «Anche la nostra infrastruttura di rete locale era obsoleta – osserva Alberto Carrera, Direttore dei sistemi informativi dell’azienda sanitaria ligure -. L’evoluzione era avvenuta sulla base di singole urgenze e non in modo strutturato». Da qui l’esigenza di metterci mano.
«Abbiamo un rapporto ventennale di collaborazione con Alcatel-Lucent Enterprise, che ci ha seguito anche in questa trasformazione».
L’obiettivo era unificare le due infrastrutture (dati e fonia) in un’unica che potesse svolgere entrambi i ruoli a seconda delle necessità, quindi senza ricorrere a un doppio cablaggio come fatto fino a quel momento.
L’unione fa la forza
Dal 2022, quindi, sono stati ricablati completamente tutti gli armadi e sostituiti integralmente tutti gli apparati di rete presenti con una dotazione omogenea, che permettesse un governo centralizzato dell’intera infrastruttura.
«Prima mancava un ordine dal punto di vista fisico e non c’era omogeneità dal punto di vista degli apparati presenti – rileva Carrera -. Questo generava una notevole complessità di governo complessivo delle infrastrutture».
Avere un sistema più armonico permette anche di effettuare modifiche in modo più snello: attivare nuovi punti rete o convertirne uno da dati a fonia diventa più semplice e immediato.
E poi è stata introdotta la tecnologia Voip, che ha permesso di eliminare le centrali telefoniche presenti in tutte le sedi, risparmiando in termini di costi operativi di manutenzione e semplificando il governo dell’infrastruttura. «Tra i vantaggi di questa soluzione c’è sicuramente lo snellimento delle procedure nei nostri tre grandi poli territoriali e nella ventina di sedi minori – riporta il direttore dei sistemi informativi -. Lo svantaggio è che, trattandosi di una rete unificata per i dati e la fonia, in caso di problemi alla rete locale smettono di funzionare sia i telefoni sia i computer».
La scelta dell’ASL Imperiese è stata quella di non far penetrare il Voip al 100%, ma di lasciare delle isole con il vecchio telefono analogico da utilizzare in caso di guasti.
Sicuri grazie all’AI
Durante la pandemia di Covid-19, l’azienda ha potenziato le dotazioni di videoconferenza e gli strumenti per fare lo smart working grazie alla soluzione RainbowTM di Alcatel-Lucent Enterprise, che si è rivelata compatibile con l’infrastruttura telefonica presente in azienda e ha permesso di redigere il traffico telefonico del singolo dipendente verso il suo numero di casa. «Questo prima non era possibile: era successo che avessimo dotato qualcuno di cellulare aziendale per garantire la reperibilità fuori dall’ufficio, ma sono stati casi rari».
L’altro elemento emerso con forza durante la pandemia è stato quello legato alla cybersicurezza. «Quando sono iniziati i primi attacchi importanti alle aziende sanitarie, ci siamo dotati della tecnologia Darktrace – afferma Carrera -. È un NDR, Network Detector and Response, una soluzione in grado, grazie all’intelligenza artificiale, di analizzare il traffico di rete e capire qual è l’attività di ogni singola postazione di lavoro e di ogni device, categorizzando quindi il tipo di traffico considerato “normale”».
Nel momento in cui viene rilevata una difformità o un comportamento anomalo, «è in grado di segnalarlo attraverso l’interfaccia utente e tramite l’app fornita in dotazione. Inoltre, se configurato, è in grado di inibire automaticamente quella determinata tipologia di traffico. È una soluzione che abbiamo adottato perché in caso di attacchi informatici il fattore tempo è determinante».
Di solito le Aziende Sanitarie non hanno la possibilità di avere personale dedicato al controllo dell’attività delle varie postazioni. «Abbiamo demandato all’intelligenza artificiale questa attività autorizzandola a bloccare il traffico che ritiene illecito. Funziona in modo chirurgico: non isola l’intera macchina dalla rete dati, ma soltanto la porzione di traffico che ritiene anomala. Una volta che avviene un blocco, abbiamo previsto un controllo umano per verificare il problema».
Cloud e territorio all’orizzonte
In questo momento l’ASL Imperiese sta lavorando alla migrazione in cloud del proprio data center. «Si tratta di un’attività che si completerà a cavallo tra il 2025 e il 2026. L’intenzione è aumentare il livello di affidabilità e di disponibilità delle Infrastrutture, oltre che di andare nella direzione dettata dalle normative nazionali».
L’altro grande tema che terrà occupati i Sistemi informativi dell’azienda nei prossimi anni sarà il potenziamento degli strumenti di supporto a disposizione della territorialità. «C’è una necessità crescente di gestire il percorso ospedaliero su un arco temporale più piccolo, che riguarda l’acuto, per poi aumentare i servizi di assistenza del paziente a domicilio o sul territorio – ricorda Carrera -. Stiamo lavorando anche da questo punto di vista per garantire e offrire strumenti utili allo scopo».
Si tratta di device di cui non basta prevedere la presenza: «Vanno gestiti insegnando all’utente come si usano fornendo supporto per la risoluzione dei problemi. Tutti i servizi di assistenza vanno costruiti e non possono essere semplicemente erogati. Per farlo, bisogna prevedere un numero di risorse diverse da quelle disponibili nei sistemi informativi per come sono strutturati oggi», conclude Carrera.