I dati epidemiologici degli ultimi anni dimostrano che i soggetti di età superiore ai 65 anni che si ammalano di influenza sono in costante aumento, verosimilmente in relazione al fenomeno di progressivo invecchiamento della popolazione. Ciò rappresenta un crescente onere socio-economico-sanitario per il Sistema Sanitario Nazionale, a causa dell’aumentato rischio di complicanze cliniche e di morte. Rispetto alla popolazione generale, il numero di ricoveri e morti causati dall’influenza negli anziani è risultato nettamente maggiore (ricoveri 5-7 volte più elevati, morti 6 volte maggiori). Si stima che il 65-96% dei decessi correlati all’influenza si verifichi infatti nei soggetti con almeno 65 anni [1].
Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione influenzale della popolazione anziana di età pari o superiore a 65 anni, perché maggiormente a rischio di gravi complicanze e di morte, soprattutto in presenza di una o più comorbilità croniche.
La gestione e il finanziamento pubblico della vaccinazione influenzale stagionale è in carico alle Regioni.
In questo editoriale proponiamo una riflessione su quali criteri scientifici, economici ed etici dovrebbero essere considerati durante il corso del processo decisionale di programmazione di una futura campagna vaccinale dei soggetti anziani, con particolare riferimento al contesto della Regione Lazio.
Le politiche vaccinali
L’obiettivo principale delle campagne vaccinali influenzali è promuovere la più ampia partecipazione possibile della popolazione a maggior rischio, che comprende gli adulti di età superiore ai 65 anni, i bambini e le altre categorie di soggetti fragili. A tale scopo, i vaccini vengono messi a disposizione delle figure territoriali quali medici di base, pediatri e farmacisti, che contribuiscono al successo della campagna con vaccini aggiornati.
Per raggiungere risultati ottimali, una campagna vaccinale deve puntare sulla comunicazione efficace a tutti gli attori coinvolti, e sulla diffusione di una “cultura vaccinale” che, in questi ultimi anni, è cresciuta sensibilmente.
L’obiettivo principale delle campagne vaccinali influenzali è promuovere la più ampia partecipazione possibile della popolazione a maggior rischio
Nella regione Lazio è stato fatto uno sforzo importante sul tema della prevenzione vaccinale, che resta un obiettivo specifico a cui deve mirare la sanità pubblica. Prevenire significa migliorare la qualità della vita delle persone, sfruttando le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e da canali diretti come quello dei medici di base, oggi strategico ed essenziale. La campagna vaccinale deve essere programmata in anticipo, mediante un insieme di scelte ragionate che consentano di prevedere un risultato ottimale sotto il profilo dei benefici sanitari e dell’equità di accesso dei cittadini, avendo precisi vincoli di bilancio da rispettare.
Ogni Regione stabilisce un budget da allocare per la vaccinazione influenzale della stagione successiva, avendo come obiettivo il raggiungimento del massimo numero di soggetti candidabili alla vaccinazione e come vincolo una disponibilità economica limitata, funzione dell’insieme dei bisogni sanitari da soddisfare a livello regionale e secondo una scala di priorità.
Ottimizzare i risultati sanitari della vaccinazione avendo un budget prefissato da investire è un tipico esercizio di analisi farmacoeconomica che va sviluppato considerando le alternative vaccinali disponibili, le prove della loro efficacia clinica reale, la costo/efficacia e l’eventuale disponibilità a pagare per ottenere un anno di vita in più goduto in buona salute (QALY, Quality Adjusted Life Year) optando per un vaccino più efficace ma anche, eventualmente, più costoso.
Inoltre, se un vaccino dovesse risultare maggiormente costo/efficace ma il budget della spesa farmaceutica dedicato alla prevenzione non potesse aumentare, ci si troverebbe dinanzi ad un problema anche di tipo etico: scegliere tra vaccinare un minor numero di soggetti fragili con un prodotto più costoso per avere un risultato sanitario complessivamente superiore oppure vaccinare il maggior numero di pazienti con un vaccino meno efficace, garantendo il diritto di accesso a tutti coloro che sono a rischio di complicazioni.
Una corretta analisi di impatto sul budget consente di confrontare scenari ipotetici differenti e aiutare il decisore a identificare le soluzioni ritenute più idonee ad un dato contesto.
Vaccini antinfluenzali disponibili e raccomandati per gli anziani
In Italia sono disponibili da tempo diversi vaccini per prevenire l’influenza, ma nel 2020 sono stati autorizzati dall’Agenzia italiana del Farmaco due nuovi vaccini quadrivalenti definiti potenziati, indicati per gli anziani over 65: il vaccino quadrivalente adiuvato con MF59 (aQIVe) il vaccino quadrivalente ad alta dose (QIV-HD).
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (2017-2019) italiano attualmente in vigore non fa riferimento a specifiche caratteristiche di ciascun vaccino e si limita a raccomandare il raggiungimento della massima protezione possibile. Tuttavia, l’ultima circolare del Ministero della Salute pubblicata recentemente, oltre alle raccomandazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza per la stagione 2023-2024, contiene per la prima volta una raccomandazione specifica per l’utilizzo di aQIV e QIV-HD negli ultra 65enni. Tali raccomandazioni sono in linea con quanto indicato dall’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP) del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americano (che inserisce anche il vaccino ricombinante, non disponibile in Italia, tra i preferenziali) [2], dal JCVI inglese [3], dalle istituzioni sanitarie austriache [4] e australiane [5].
Sulla base delle attuali evidenze scientifiche disponibili, tutti questi organismi concordano nel considerare i vaccini antinfluenzali aQIV e QIV-HD ugualmente raccomandati per i soggetti over 65enni.
Lo sviluppo clinico dei vaccini potenziati
Efficacia clinica sperimentale e osservazionale (real-world)
Lo sviluppo clinico dei due vaccini potenziati, uno adiuvato con MF59 e l’altro ad alta dose, è stato attuato principalmente mediante studi osservazionali capaci di verificare la loro efficacia effettiva e concreta nel mondo reale (effectiveness). Un numero limitato di trial clinici randomizzati controllati (RCT) è stato realizzato principalmente per documentare in modo robusto la immunogenicità relativa di ciascun vaccino nei confronti dei ceppi A e B del virus influenzale, ritenuti possibili responsabili delle epidemie stagionali.
Questi studi clinici sperimentali, condotti su campioni selezionati di soggetti generalmente ad alto rischio, possono produrre un profilo di efficacia controllata (efficacy) utile soprattutto in fase pre-registrativa per supportare l’approvazione in commercio del vaccino.
Una volta che il nuovo vaccino è approvato dalle autorità regolatorie ed entra sul mercato, le prove della efficacia nel mondo reale sono molto più utili per il decisore chiamato ad impostare una campagna vaccinale. Infatti, gli studi real-world valutano l’efficacia del vaccino su una popolazione ampia, reale e non selezionata, che presenta diversi livelli di rischio di infezioni e differenti esiti di malattia. Inoltre, gli studi real-world raccolgono gli effetti delle vaccinazioni attuate in differenti contesti assistenziali e in diverse stagioni influenzali. Infine, le analisi farmacoeconomiche sono tipicamente basate sulle prove di efficacia ottenute dal mondo reale (effectiveness).
Gli studi osservazionali real-world devono essere condotti secondo criteri di Good Clinical Practices per garantire che i dati siano affidabili e rappresentativi della popolazione di interesse
Ovviamente gli studi osservazionali real-world devono essere condotti secondo criteri di Good Clinical Practices per garantire che i dati siano affidabili e rappresentativi della popolazione di interesse e il loro livello qualitativo viene normalmente valutato prima di essere inclusi all’interno di meta-analisi. In conclusione, la ricchezza e il dettaglio dei dati real-world forniscono un supporto strategico fondamentale nell’attuazione di politiche vaccinali più appropriate.
Le prove di efficacia dei vaccini quadrivalenti potenziati
Lo sviluppo clinico dei due vaccini quadrivalenti potenziati (aQIV e QIV-HD) è avvenuto parallelamente, ognuno partendo dal relativo trivalente potenziato (aTIV e TIV-HD) assunto come riferimento base per dimostrare la superiorità rispetto al relativo vaccino trivalente/quadrivalente standard, per estendere successivamente i risultati di efficacia ai rispettivi quadrivalenti potenziati secondo la logica dell’immunobridging, accettata dalle autorità regolatorie. Entrambi i vaccini trivalenti potenziati hanno fatto registrare, rispetto al vaccino standard, un significativo miglioramento dell’efficacia, sia in termini di riduzione del numero di casi di influenza confermata in laboratorio, sia in termini di riduzione delle ospedalizzazioni, delle visite mediche e degli accessi in pronto soccorso [6-8].
Una metanalisi che includeva studi di real-world evidence ha stimato un aumento di efficacia relativa del vaccino aTIV, rispetto alla formulazione standard, del 34,6% nel prevenire i casi di influenza confermata in laboratorio negli anziani [7]. Un trial clinico controllato ha stimato un aumento di efficacia clinica relativa del vaccino ad alto dosaggio (TIV-HD), versus quello standard (SD-TIV), del 24,2% nel prevenire i casi di influenza confermata in laboratorio nei soggetti over 65 [8]. Una recente meta-analisi ha stimato i benefici relativi di aTIV versus TIV/QIV-STD e TIV-HD nel prevenire le visite mediche, ricoveri o visite al pronto soccorso correlate ad influenza. L’effetto pooled stimato ha evidenziato un aumento del 13,7% (IC95%: 3,1-24,2) e del 3,2% (IC95%: -2,5-8,9) del vaccino aTIV versus TIV/QIV-STD e versus TIV-HD, rispettivamente [6].
Un ampio studio di coorte retrospettivo [9], condotto negli USA sulle cartelle cliniche elettroniche di alcuni milioni di anziani, ha valutato l’efficacia relativa del vaccino trivalente adiuvato (aTIV) in confronto con il vaccino quadrivalente standard (SD-QIV) e con il vaccino trivalente ad alte dosi (HD-TIV) nel ridurre le visite mediche indotte dall’influenza nella stagione 2019-2020. L’efficacia relativa del vaccino aTIV, osservata nel mondo reale in soggetti ricoverati e ambulatoriali, è risultata superiore del 27,5% (95% CI, 24,4% – 30,5%) rispetto al vaccino standard quadrivalente (SD-QIV) e del 13,9% (95% CI, 10,7% – 17,0%) nei confronti del vaccino trivalente ad alte dosi (HD-TIV). Questi risultati favorevoli al vaccino trivalente potenziato con l’adiuvante MF59 sono risultati consistenti nelle diverse fasce di età degli anziani e durante diversi periodi della stagione vaccinale [9].
Entrambi i vaccini trivalenti potenziati hanno fatto registrare, rispetto al vaccino standard, un significativo miglioramento dell’efficacia
Un’altra recente revisione sistematica della letteratura degli studi sperimentali e osservazionali ha confrontato il profilo di efficacia dei due vaccini trivalenti potenziati aTIV e TIV-HD [10]. Nessun studio controllato randomizzato testa a testa è stato identificato, mentre sono stati identificati dieci studi che avevano un disegno di coorte retrospettivo e campioni di grandi dimensioni, condotti negli Stati Uniti tra le stagioni 2016-2017 e 2019-2020, e che presentavano un rischio moderato di bias. In linea con i principi GRADE, tutti gli studi sono stati considerati di qualità elevata. Le stime di efficacia relativa erano limitate agli endpoint clinici (visite mediche e ricoveri), era esclusa l’influenza confermata in laboratorio. Questa meta-analisi ha concluso che “allo stato attuale, i vaccini a dose standard adiuvati con MF59 e quelli ad alte dosi non adiuvati dimostrano avere un’efficacia simile nella prevenzione dell’influenza stagionale negli anziani e non è possibile formulare raccomandazioni conclusive sulla preferenza di un vaccino rispetto all’ altro”[10].
La superiorità di efficacia dei due vaccini trivalenti potenziati è stata applicata ai relativi vaccini quadrivalenti potenziati e confermata da appositi studi clinici. Uno studio multicentrico, controllato, randomizzato, condotto in doppio cieco su adulti over 65 ha valutato se il nuovo vaccino quadrivalente con adiuvante (aQIV) inducesse una risposta immunitaria non inferiore rispetto al relativo vaccino influenzale trivalente con adiuvante (aTIV-1) e ad un analogo vaccino trivalente contenente un ceppo di virus B alternativo (aTIV-2), e se avesse una superiorità immunologica per il ceppo B assente dai comparatori aTIV; infine, quale fosse la immunogenicità e la sicurezza negli anziani [11]. Lo studio ha dimostrato che aQIV induce una risposta immunitaria simile a quella del vaccino aTIV contro i ceppi di influenza omologa e presenta una immunogenicità e un profilo di sicurezza comparabili. Inoltre, ha evidenziato un’immunogenicità superiore contro il ceppo B aggiuntivo, indicando che aQIV potrebbe fornire una protezione più ampia rispetto all’aTIV contro l’influenza negli anziani [11]. Un analogo studio [12] condotto a Taiwan ha valutato l’immunogenicità e la sicurezza del vaccino influenzale ad alte dosi (QIV-HD), in confronto con il quadrivalente standard (SD-QIV), negli anziani over 65 anni. La sieroconversione per tutti e quattro i ceppi influenzali era più alta con QIV-HD rispetto a QIV-SD, con profili di sicurezza simili [12].
In conclusione, attualmente non esistono prove sufficienti per stabilire una superiorità di efficacia di uno tra i due vaccini potenziati (vaccino quadrivalente ad alte dosi (QIV-HD) e vaccino quadrivalente adiuvato (aQIV)). Le numerose prove disponibili sottolineano un profilo di tollerabilità dei due vaccini equivalente, i dati di efficacia real-world finora pubblicati tendono a supportare una sostanziale equivalenza clinica tra i due vaccini nel prevenire i casi di influenza negli anziani.
Health Technology Assessment (HTA)
Due studi di HTA condotti recentemente in Italia da due gruppi differenti di esperti hanno valutato positivamente il valore rispettivamente del vaccino quadrivalente adiuvato (aQIV) [13] e del vaccino quadrivalente ad alte dosi (QIV-HD) [14].
I due HTA sono partiti da assunzioni molto diverse, anche in considerazione di una netta differenza di prezzo tra i due vaccini (mediamente HD-QIV costa 10€ in piu di aQIV). L’HTA di aQIV ha utilizzato un modello dinamico e ha evidenziato la costo efficacia dell’introduzione di aQIV rispetto al vaccino standard nella popolazione anziana, con valori di QALY largamente al di sotto dei valori soglia di WTP (willingness to pay). Per l’HD-QIV è stato utilizzato un modello statico che ha assunto, sulla base della attuale mancanza di uno studio di efficacia RCT per aQIV, una efficacia dello stesso paragonabile a quella di un vaccino standard. Sulla base di questa assunzione, i risultati dell’introduzione di HD-QIV come vaccino di scelta per la popolazione anziana sono risultati costo-efficaci nonostante le differenze di prezzo. Le attuali raccomandazioni nazionali e internazionali indicano tuttavia che non sussistono al momento evidenze scientifiche sufficienti per affermare la superiorità di un potenziato rispetto all’altro e per questo ne raccomandano l’uso di entrambi nella popolazione anziana e fragile, senza differenze di età o condizione di salute del soggetto da vaccinare.
Analisi Costo/Efficacia
Assumendo che i vaccini influenzali quadrivalenti potenziati (aQIV e HD-QIV) forniscano una maggiore protezione per gli anziani rispetto ai tradizionali vaccini influenzali quadrivalenti a dose standard (SD -QIV), un recente studio [15] ha valutato il rapporto costo-efficacia di aQIV rispetto a SD-QIV e rispetto a HD-QIV in Danimarca, Norvegia e Svezia per gli adulti over 65 anni. Il modello decisionale adottato ha stimato che la vaccinazione con aQIV, rispetto allo standard SD-QIV, potrebbe prevenire un totale combinato di 18.772 infezioni influenzali sintomatiche, 925 ricoveri e 161 decessi in una stagione influenzale nei tre paesi. Nella prospettiva del Servizio Sanitario, utilizzare il vaccino aQIV invece dello standard SD-QIV comporterebbe un costo incrementale per anno di vita guadagnato aggiustato per la qualità (QALY) di 10.170 EUR/QALY in Danimarca, 12.515 EUR/QALY in Norvegia e 9.894 EUR/QALY in Svezia. Assumendo che i due vaccini potenziati siano equivalenti come efficacia, l’analisi minimizzazione dei costi indica che usare il vaccino aQIV rispetto all’HD-QIV comporta un significativo risparmio sui costi [15].
Un analogo studio cost-effectiveness condotto nel Regno Unito quando solo il vaccino aQIV era rimborsato dal NHS al prezzo di £ 11,88, ha dimostrato che la vaccinazione degli anziani con aQIV è conveniente rispetto a QIV-HD a meno che il vaccino QIV-HD non abbia un prezzo simile al vaccino aQIV [16]. Lo studio, realizzato adottando un modello dinamico di trasmissione del virus, calibrato per abbinare i dati di infezione del Regno Unito, ha stimato l’impatto della vaccinazione in 10 stagioni influenzali, assumendo come efficacia dei vaccini i risultati di una meta-analisi che concludeva per una non significativa differenza tra i vaccini quadrivalenti potenziati. L’analisi di sensibilità ha dimostrato che per essere conveniente, il prezzo di QIV-HD può variare da £ 7,57 a £ 12,94 a seconda dell’efficacia relativa dei vaccini. I risultati dell’analisi erano più sensibili alla variazione dell’efficacia del vaccino e al tasso di ricovero in ospedale a causa dell’influenza [16].
Le analisi di impatto sul budget (BIA)
Una corretta analisi di impatto sul budget consente di confrontare scenari ipotetici differenti e aiutare il decisore a identificare le soluzioni ritenute più idonee ad un dato contesto
Questo tipo di valutazione farmacoeconomica valuta la sostenibilità finanziaria di una specifica strategia sanitaria. L’analisi di impatto sul budget sanitario, con particolare attenzione alla spesa farmaceutica, viene valutata da AIFA in un contesto di negoziazione della rimborsabilità e del prezzo di un nuovo medicinale. L’analisi di impatto sul budget sanitario e/o farmaceutico regionale è molto importante per valutare la convenienza e soprattutto la sostenibilità di una futura campagna vaccinale antinfluenzale.
Una recente analisi di impatto sul budget ha valutato i costi e i benefici sanitari per il Sistema Sanitario Italiano correlati all’uso del vaccino quadrivalente adiuvato aQIV somministrato agli anziani over 65 [17].
Il modello, adottando i dati di efficacia real-world ricavati dalle meta-analisi sopra riportate, può stimare le conseguenze sanitarie ed economiche dei diversi possibili scenari di strategie vaccinali, avendo disponibili per la vaccinazione degli anziani i due vaccini quadrivalenti potenziati ed eventualmente il vaccino quadrivalente standard. La simulazione ha evidenziato come l’introduzione del vaccino antinfluenzale aQIV per vaccinare la popolazione anziana italiana sia in grado di indurre vantaggi clinici, in particolareuna riduzione degli episodi di influenza e di sindromi simil-influenzali (ILI), dei ricoveri per influenza e per complicanze respiratorie o cardiache, e dei decessi. In termini economici, i maggiori costi di acquisizione associati al vaccino quadrivalente adiuvato (aQIV) rispetto al vaccino a dose standard (QIV STD) sarebbero in parte compensati dalla riduzione di spesa derivante dai vantaggi clinici sopra citati.
Questo modello di impatto sul budget può essere applicato a singole Regioni italiane, secondo le specifiche caratteristiche demografiche e sanitarie. In questo lavoro tale modello è stato applicato alla Regione Lazio.
La popolazione della Regione Lazio
Secondo i dati DemoISTAT, all’inizio del 2023 la popolazione residente nella Regione Lazio è stata stimata in 5.707.112 persone, il 23% della quale (1.322.946) di età pari o superiore a 65 anni. Si stima che l’82,7% degli anziani sia portatore di una o più patologie croniche che lo rendono ad alto rischio di complicazioni da influenza e che il tasso di copertura vaccinale di questo sottogruppo dovrebbe essere almeno del 72,5% (793.434); il restante 17,3% degli anziani è a basso rischio di complicanze e il tasso di copertura vaccinale dovrebbe essere almeno del 54,6% (124.923).
Complessivamente nella Regione Lazio dovrebbe essere vaccinato circa il 70% degli anziani al di sopra dei 65 anni. Nel 2020, tra le persone over 65 della Regione Lazio, la percentuale dei vaccinati contro l’influenza è risultata pari al 52,7%, di poco superiore rispetto al 2019 (52,3%). Nel 2021, invece, la percentuale dei vaccinati per l’influenza è aumentata considerevolmente (+28,4%), raggiungendo una copertura per 100 abitanti pari al 67,7%. Questo probabilmente grazie alla co-somministrazione del vaccino antinfluenzale e del vaccino anti-Covid-19 per le fasce di età più avanzate. Nell’ultima campagna vaccinale 2022, la copertura nella Regione Lazio è stata del 61,2%, superiore alla media italiana, che si è fermata al 58,1%.
Effetti sul burden clinico e finanziario nella Regione Lazio
Nell’ultima campagna vaccinale, la Regione Lazio ha recepito le raccomandazioni del Ministero della Salute, offrendo alla popolazione di età pari e superiore a 65 anni esclusivamente i vaccini con indicazione specifica per la popolazione anziana. In particolare la Regione Lazio si è orientata prevalentemente verso il vaccino adiuvato basando la propria scelta sui principi di appropriatezza e sostenibilità.
Utilizzando il modello di budget impact pubblicato da Baldo V, Bellone M., 2022 [17], applicato all’attuale popolazione della Regione Lazio, una serie di simulazioni sono state condotte per analizzare l’impatto sulla spesa sanitaria di differenti combinazioni dei due vaccini quadrivalenti potenziati aQIV e HD-QIV, in alternativa al vaccino quadrivalente standard. I criteri di appropriatezza, equità e sostenibilità adottati dalla Regione Lazio sono risultati ancor più evidenti attraverso l’analisi di queste simulazioni.
Nell’ultima campagna vaccinale, la Regione Lazio ha recepito le raccomandazioni del Ministero della Salute, offrendo alla popolazione di età pari e superiore a 65 anni esclusivamente i vaccini con indicazione specifica per la popolazione anziana
Prima dell’introduzione dei due vaccini quadrivalenti potenziati, la spesa sanitaria attribuibile alla epidemia influenzale annuale degli anziani nella Regione Lazio è stata stimata in € 88.297.308, dei quali € 29.215.973 dovuti alla spesa per l’acquisto e la somministrazione del vaccino quadrivalente standard (Tabella 1 – Scenario base).
Assumendo che il 70% dei vaccinati sia stato vaccinato con uno dei due quadrivalenti potenziati, nel 65% il quadrivalente adiuvato (aQIV) e nel 5% il quadrivalente ad alte dosi (QIV HD) (Tabella 1 – Scenario A), questa evoluzione ha comportato un aumento della spesa per le vaccinazioni di € 5.666.321, ma un risparmio di € 191.150 e di € 2.392.896 per la riduzione, rispettivamente, dei casi di influenza e dei ricoveri ospedalieri, oltre che dei decessi. Pertanto, l’impatto totale sulla spesa sanitaria annuale del Lazio è stato di € 3.082.275.
La simulazione di altri scenari, basati sull’ipotesi che il tasso di copertura con il vaccino aQIV diminuisse a favore di un equivalente aumento del tasso di copertura col vaccino QIV HD (Tabella 1 – Scenario B e C), ha dimostrato che l’aumento del tasso di copertura con il quadrivalente ad alta dose comporta un significativo incremento della spesa delle vaccinazioni a fronte di una sensibile riduzione del risparmio dovuto alla riduzione dei casi di influenza e dei ricoveri ospedalieri.
L’impiego in percentuali uguali (35%) dei due vaccini potenziati (Scenario B), determina un incremento del budget sanitario che aumenta a € 6.164.736, ovvero raddoppia rispetto a quello evidenziato dallo Scenario A. L’impiego del vaccino aQIV nel 5% della popolazione anziana vaccinata e del vaccino QIV-HD nel 65% degli anziani vaccinati (Scenario C), genera un rilevante impatto sul budget totale, che triplica arrivando a € 9.247.197.
Vaccini | Scenario Base | Scenario A | Scenario B | Scenario C |
---|---|---|---|---|
STD | 100% | 30% | 30% | 30% |
aQIV | 0% | 65% | 35% | 5% |
QIV HD | 0% | 5% | 35% | 65% |
Spesa Annuale (€) | ||||
Vaccinazione | 29.215.973 | 34.882.294 | 37.637.393 | 40.392.493 |
Trattamento ILI | 1.408.766 | 1.217.617 | 1.242.781 | 1.267.945 |
Ospedalizzazioni | 57.672.569 | 55.279.673 | 55.581.870 | 55.884.068 |
Totale Spesa | 88.297.308 | 91.379.584 | 94.462.044 | 97.544.505 |
Impatto sul Budget(€) | ||||
Δ Costo Vaccinazione | 5.666.321 | 8.421.420 | 11.176.520 | |
Δ Costo Trattamento ILI | -191.150 | -165.986 | -140.822 | |
Δ Costo Ospedalizzazioni | -2.392.896 | -2.090.699 | -1.788.501 | |
Totale Impatto | 3.082.275 | 6.164.736 | 9.247.197 |
Tabella 1. Analisi di Impatto sul Budget della Spesa Sanitaria della Regione Lazio prima e dopo l’introduzione dei due vaccini quadrivalenti potenziati raccomandati per gli anziani over 65 anni
In una ulteriore analisi, assumendo come scenario base la distribuzione della copertura dei due vaccini quadrivalenti potenziati indicata in Tabella 2, si può stimare che un ulteriore aumento del 10% (Scenario D) e del 20% (Scenario E) della copertura con il vaccino quadrivalente adiuvato (con una equivalente riduzione della copertura con il vaccino standard) comporti un ridotto incremento dell’impatto totale sul budget sanitario.
Lo scenario F (Tabella 2) ipotizza che l’aumento del tasso di copertura avvenga con uno scambio di quote tra vaccino adiuvato e vaccino ad alta dose. Confrontato lo scenario F (a prevalenza di QIV-HD) con lo scenario E (a prevalenza di aQIV) (Tabella 2), si evidenzia che l’impatto sul budget sarebbe notevolmente superiore nello scenario F, nel quale risulterebbe un aumento da € 733.866 a € 8.953.761: questo risultato è dovuto in massima parte alla differenza nel costo di vaccinazione, ma in parte sensibile anche al mancato risparmio sui costi dei casi di influenza e di ospedalizzazione. Ciò considerando la minore efficacia relativa attribuita al quadrivalente ad alta dose rispetto al quadrivalente adiuvato secondo la meta-analisi di Coleman et al. [6].
Vaccini | Scenario Base | Scenario D | Scenario E | Scenario F |
STD | 30% | 20% | 10% | 10% |
aQIV | 65% | 75% | 85% | 5% |
QIV HD | 5% | 5% | 5% | 85% |
Spesa Annuale(€) | ||||
---|---|---|---|---|
Vaccinazione | 34.882.294 | 35.626.171 | 36.370.048 | 43.716.979 |
Trattamento ILI | 1.217.617 | 1.189.711 | 1.161.804 | 1.228.908 |
Ospedalizzazioni | 55.279.673 | 54.930.636 | 54.581.598 | 55.387.458 |
Totale Spesa | 91.379.584 | 91.746.517 | 92.113.450 | 100.333.345 |
Impatto sul Budget (€) | ||||
Δ Costo Vaccinazione | 743.877 | 1.487.754 | 8.834.685 | |
Δ Costo Trattamento ILI | -27.906 | -55.812 | 11.292 | |
Δ Costo Ospedalizzazioni | -349.037 | -698.075 | 107.784 | |
Totale Impatto | 366.933 | 733.866 | 8.953.761 |
Tabella 2. Analisi di Impatto sul Budget della Spesa Sanitaria della Regione Lazio: simulazione di possibili futuri scenari caratterizzati da un progressivo aumento del tasso di copertura con i vaccini quadrivalenti potenziati raccomandati per gli anziani over 65 anni
Le scelte della Regione Lazio in sintonia con il concetto chiave di health equity
Le Regioni e le province autonome decidono annualmente in maniera indipendente quali vaccini, tra i disponibili in commercio, saranno impiegati durante la campagna vaccinale. La scelta deve essere guidata da una valutazione che tenga conto di come riuscire a garantire il massimo dell’efficienza nel rispetto dell’indicazione d’uso e della sostenibilità economica.
La Regione Lazio nell’ultima campagna vaccinale antinfluenzale per gli anziani ha utilizzato il quadrivalente adiuvato nel 96% dei casi e il vaccino ad alta dose nel residuo 4%. Questa scelta è in linea con le ultime raccomandazioni del Ministero per l’utilizzo preferenziale dei vaccini potenziati adiuvato e ad alto dosaggio, e ha consentito una maggiore protezione degli anziani nella prevenzione dei casi di influenza, ricoveri e decessi (Figura 1) a fronte di un contenuto impatto sul budget della spesa sanitaria (Figura 1).
Figura 1. I risultati riportati nei grafici sono stati ottenuti attraverso un modello di impatto sul budget precedentemente sviluppato con focus sull’Italia, ma popolato con dati epidemiologici specifici per la Regione Lazio. I dati di efficacia derivano da fonti di letteratura scientifica, mentre quelli di costo sono coerenti con la realtà regionale. L’analisi è condotta su un orizzonte temporale di un anno. Il confronto è tra uno scenario di riferimento in cui il vaccino standard era l’unico utilizzato per la popolazione anziana della Regione Lazio e uno scenario in cui il 96% della popolazione vaccinata ha ricevuto aVIQ e la restante quota del 4% il vaccino potenziato ad alto dosaggio (QIV-HD).
La scelta della Regione Lazio di privilegiare l’utilizzo del vaccino quadrivalente adiuvato (aQIV) è in sintonia con i criteri di Health Equity sostenuti dall’OMS in occasione del 75° anniversario della propria fondazione. L’equità è uno dei cardini della sanità pubblica. In questa direzione va la priorità nel destinare i vaccini potenziati alla popolazione più a rischio, che necessita di una maggior attivazione del sistema immunitario per ottenere una protezione sufficiente. Allo stesso tempo, in un’ottica di programmazione sanitaria, occorre valutare anche l’aspetto della sostenibilità economica. In quest’ottica, dato che i due vaccini sono ugualmente raccomandati dal Ministero per la popolazione over 65 e non ci sono evidenze scientifiche di superiorità di un vaccino rispetto all’altro, la scelta di utilizzare una quota maggiore di adiuvato è dovuta alla già citata differenza di prezzo rispetto al HD-QIV. Dall’analisi di impatto sul budget, infatti, emerge tale scelta genera considerevoli risparmi nella spesa sanitaria regionale.
Conclusioni
L’utilizzo dei vaccini deve essere calibrato e bilanciato per ottenere il massimo in termini di efficacia clinica, nel rispetto della spesa pubblica. Per conseguire un risparmio economico è fondamentale che la vaccinazione raggiunga il maggior numero di persone possibili, soprattutto nella categoria di popolazione anziana e fragile, quella che, a causa delle complicanze dell’influenza, assorbe il maggior quantitativo di risorse.
Il vaccino quadrivalente adiuvato con MF59 risulta essere uno strumento fondamentale per il controllo della spesa regionale in prevenzione, assicurando allo stesso tempo un elevato standard di efficacia ed efficienza nella popolazione elegibile alla vaccinazione.
Bibliografia
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