La posizione di Cittadinanzattiva sul post-voto, espressa dal Segretario nazionale Anna Lisa Mandorino, è chiara: “Nessuna forza partitica, anche al top del suo consenso, può affrontare da sola la complessità della situazione attuale”.
Nell’agenda del nuovo governo, per la sanità le prime voci da affrontare saranno: la riforma per gli anziani non autosufficienti, lo sblocco del Decreto tariffe, un piano per il recupero e il superamento delle liste d’attesa e campagne di informazione e comunicazione sull’importanza di vaccini e prevenzione.
Segretario Mandorino, le urne hanno decretato la vittoria, attesa, del Centrodestra alle elezioni politiche. Come valuta questo cambio di rotta della politica scelto dagli italiani sotto il profilo della tutela dei diritti e dei doveri dei cittadini?
Con molto rispetto per l’orientamento che i cittadini hanno espresso attraverso il loro voto. Semmai, per un Movimento che crede nella partecipazione e nelle varie modalità di partecipazione, dal voto all’attivismo civico, che la nostra Costituzione contempla, con molta preoccupazione per il livello di astensionismo non abituale nel nostro Paese.
Sotto il profilo della tutela dei diritti e per quanto riguarda i doveri dei cittadini, che noi preferiamo chiamare standard di comportamento, mi piace ribadire qui quello che abbiamo detto nel nostro Manifesto “Oltre le elezioni”, uscito pochi giorni prima del momento elettorale. Noi pensiamo che ci siano donne e uomini di valore all’interno delle istituzioni e con molti di loro abbiamo lavorato e continueremo a farlo per il futuro, ogni volta che incontreremo disponibilità a confrontarci sulle questioni e a co-progettare le politiche pubbliche. Pensiamo però anche che nessuna forza partitica, anche al top del suo consenso, possa affrontare da sola la complessità della situazione attuale e che il compito della cittadinanza attiva sia fondamentale, specie in questa fase storica e specie rispetto ad alcuni ambiti che noi abbiamo indicato con chiarezza: la salute pubblica e l’investimento sul Servizio sanitario nazionale; la scuola come luogo di elezione per la costruzione del futuro del Paese; una politica unitaria e politiche pubbliche dedicate tanto agli anziani quanto ai giovani, considerati i trend demografici che caratterizzano il nostro Paese; lo sviluppo di un’Europa dei diritti e la pratica della cittadinanza europea.
Noi cittadini attivi dobbiamo vigilare, collaborare, intervenire, anche scontrarci quando necessario; le istituzioni devono favorire confronto e collaborazione
Su questi ambiti noi cittadini attivi dobbiamo vigilare, collaborare, intervenire, anche scontrarci quando necessario, da soli e in alleanza con tutti i soggetti che abbiano a cuore l’interesse generale. Le istituzioni, da parte loro, devono favorire confronto e collaborazione.
A suo avviso quali erano le proposte più interessanti in tema di salute e sanità presenti nei programmi elettorali della coalizione di centrodestra?
La sanità non è stata il tema centrale dei programmi dei vari partiti, e tanto meno il tema centrale del dibattito pubblico che ne è scaturito.
Ciascun programma conteneva proposte anche interessanti, insieme ad altre meno apprezzabili, ma prive di un collegamento sistematico fra di loro, anche se ci sono alcuni punti programmatici comuni a tutte le forze politiche, e questo è un dato positivo.
La sanità non è stata il tema centrale dei programmi dei vari partiti, e tanto meno il tema centrale del dibattito pubblico che ne è scaturito
Un aspetto dei programmi della coalizione di centrodestra che, almeno al livello di attenzione dedicata, è da ritenere molto interessante è la questione della salute mentale, della necessità di rafforzare le politiche pubbliche in questo ambito, anche a partire dal sostegno psicologico rivelatosi necessario dopo la pandemia. A proposito di pandemia, è interessante il riferimento alla necessità di aggiornare, speriamo in modo dinamico, il piano pandemico. E poi ci sarebbe un riferimento interessante, ma non ben chiarito, alla possibilità di estendere il perimetro delle prestazioni medico-sanitarie esenti da ticket. Questo è un aspetto che meriterebbe senz’altro un maggiore livello di dettaglio.
Ha identificato delle risonanze tra alcune proposte del centrodestra e quelle del centrosinistra o del terzo polo per quanto riguarda la tutela del diritto alla salute tali da far presupporre che ci potrà essere un dialogo in Aula?
Ci sono tre temi che ricorrono in tutti i programmi, e questo è sicuramente un bene perché prefigura la possibilità che non solo ci sia un dialogo, ma una collaborazione vera e propria anche fra forze di maggioranza e di opposizione: sono le questioni dell’assistenza territoriale e di prossimità, l’investimento sugli operatori, il recupero delle liste d’attesa per prestazioni e cure trascurate durante la pandemia. Ovviamente, non sono indifferenti le modalità con cui si intendono affrontare le tre questioni, ma questo sta al confronto tra le forze partitiche nelle sedi istituzionali opportune.
Piuttosto, è chiaro che nessuna di queste questioni, in particolare quella degli operatori, si risolve senza un investimento strutturato e sistematico sulla sanità e senza un finanziamento adeguato, auspichiamo in maniera proporzionale al Pil, del Fondo sanitario nazionale.
Su quali punti invece ritiene siano maggiori le distanze tra le ali dell’emiciclo?
Le maggiori distanze tra i partiti riguardano la governance della sanità, oscillando tra l’autonomia differenziata del centro-destra – in particolare della proposta della Lega – e un recupero di centralismo proposto dal Movimento Cinque Stelle e anche da Azione-Italia Viva, con una posizione mediana o, forse, irrisolta del Pd.
Sulla governance della sanità si oscilla tra autonomia differenziata del centro-destra e recupero di centralismo del Movimento Cinque Stelle e di Azione-Italia Viva
Inutile dire, specie in mancanza di strumenti adeguati come la definizione dei livelli essenziali dei servizi, qual è la posizione in proposito di un Movimento come il nostro, che fa della lotta alle disuguaglianze territoriali e della importanza di un Servizio sanitario nazionale uguale, universale, equo, una delle sue direttrici di azione.
Se lei dovesse scegliere tre criticità da risolvere per prime e velocemente da parte del nuovo esecutivo, cosa chiederebbe di mettere in atto entro i primi 100 giorni di governo?
Riforma per gli anziani non autosufficienti, sblocco dei Lea e liste d’attesa sono le priorità per i primi 100 giorni
Sicuramente dare impulso alla riforma per gli anziani non autosufficienti, prevista dalla Missione 5 del Pnrr, per cui è prevista l’approvazione entro la primavera del 2023; sbloccare attraverso il confronto serrato e urgente con le Regioni il Decreto tariffe, per rendere finalmente esigibili i Livelli essenziali di assistenza aggiornati nel 2017 ma non ancora entrati in vigore; un piano di emergenza nazionale e un monitoraggio stretto delle Regioni per il recupero e il superamento delle liste d’attesa.
Aggiungerei che, visto che nell’affrontare il tema Covid il centro-destra mette in evidenza nel suo programma la necessità di comportamenti individuali prudenti e responsabili, sono necessarie campagne di informazione e comunicazione ai cittadini sull’importanza dei vaccini e sulla necessità di prevenzione a 360°, e il sostegno a interventi attivi che consentano di accedere facilmente a ogni intervento previsto per la prevenzione, dai vaccini agli screening.