Medici favorevoli all’istituzione di una scuola di specializzazione universitaria in medicina generale

L’Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e Comunità (Assimefac) ritiene che sia improcrastinabile sanare il divario formativo, inerente alla medicina generale/medicina di famiglia, tra la realtà italiana e quella della stragrande maggioranza dei paesi europei ed extra europei, ove la medicina generale/medicina di famiglia è materia di studio nel percorso di laurea e di specializzazione al pari di altre discipline mediche. Ecco i risultati dell’indagine effettuata tra i medici, illustrati da Leonida Iannantuoni, Presidente CTS Assimefac e Giovanni Battista D’Errico, Responsabile Area di Oncologia e Cure Palliative Assimefac.

Materiali e metodi

È stato somministrato, tramite web e testate di settore, per la durata di giorni dieci, un questionario con dodici item inerenti sesso, età, professione principale, numero di eventuali assisti in carico, tipologia di svolgimento dell’attività di medico di medicina generale, conoscenza della realtà formativa europea ed extra europea.

Il questionario ha indagato:

a) Il parere dei colleghi circa l’opportunità, per i medici di medicina generale (MMG), di accedere alla carriera universitaria.

b) I vantaggi sia per i MMG, sia per i medici in formazione, nonché per la qualità dell’assistenza sanitaria derivanti dall’istituzione di una scuola di specializzazione universitaria in medicina generale.

c) L’ ultimo quesito chiede di esprimere parere, favorevole o contrario, all’istituzione di una scuola di specializzazione universitaria in medicina generale.

Risultati

Il questionario è stato compilato da 428 Colleghi di cui uomini il 63,80% e donne 36,20%. La fascia di età maggiormente rappresentata è stata quella di oltre 51 anni (45,60%).

Il 63,10% dei colleghi che hanno risposto al questionario svolge l’attività di medico di medicina generale con oltre 1000 assisti in carico (48,30%), complessivamente il 28,20% svolge l’attività professionale in medicina di gruppo. L’84,20% degli intervistati dichiara di essere a conoscenza che, in nazioni U.E. ed extra U.E., esistono scuole di specializzazione universitaria in medicina generale ed il 92,60% dichiara di essere favorevole alla possibilità, per i medici di medicina generale, di accedere alla carriera universitaria.

L’86,90% dei colleghi intervistati si dichiara favorevole all’adozione, tramite una scuola di specializzazione universitaria, di un unico core curriculum ed l’ 87,20%, bocciando l’attuale criterio formativo basato su corsi di formazione a gestione regionale, ritiene che una scuola di specializzazione universitaria porterebbe ad una migliore preparazione dei colleghi in formazione.

Per quanto concerne l’aggiornamento professionale dei MMG il parere prevalente degli intervistati (82,90%) è orientato favorevolmente all’istituzione di una scuola di specializzazione. Infine, l’84,20% degli intervistati reputa che una scuola di specializzazione potrebbe rilanciare, tra i giovani, la professione del medico di medicina generale ed l’89,60% si dichiara favorevole all’istituzione, anche in Italia, di scuole di specializzazione universitaria in medicina generale.

Conclusioni

Indipendentemente da età e ruolo professionale svolto, la quasi totalità degli intervistati (89,60%) ritiene che sia opportuno e improcrastinabile equiparare ad altre realtà internazionali la formazione dei medici di medicina generale tramite l’istituzione di vere e proprie scuole di specializzazione universitaria in medicina generale.

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