L’uso appropriato del farmaco al centro del 41° Congresso nazionale della Società Italiana di Farmacologia

“La farmacologia sta vivendo un periodo di grande trasformazione ed è chiamata a rivestire, come ha chiaramente dimostrato la pandemia, un ruolo sempre più centrale nella filiera di sviluppo del farmaco: il farmacologo è, infatti, il primo attore in tutta la fase preclinica e di ricerca di base, grazie a un bagaglio di conoscenze scientifiche che gli permette di ideare nuove molecole e biomarcatori. Inoltre, con la sua expertise tossicologica, interviene anche prima che un farmaco entri nelle varie fasi di sperimentazione clinica e nel post marketing”. Sono queste le parole scelte da Giorgio Racagni, Presidente SIF, nel tracciare l’evoluzione della farmacologia e della figura del farmacologo di base e clinico, che oggi deve essere aggiornato in tempo reale sul piano della formazione, dell’informazione, dell’appropriatezza e della ricerca.

 

“Il valore scientifico e l’uso appropriato del farmaco” è il titolo del prossimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia che si terrà a Roma dal 16 al 19 novembre 2022, con l’obiettivo di fornire una panoramica sui nuovi sviluppi e i progressi prodotti dalla rivoluzione del mondo del farmaco negli ultimi anni.

 

L’accessibilità alle terapie avanzate; la medicina digitale e personalizzata; il ruolo crescente e complementare dei dati provenienti dal mondo reale a supporto degli studi clinici controllati. Sono questi alcuni dei temi di grande attualità di cui si discuterà nel corso del Congresso, che prevede una cinquantina di simposi, una decina di letture magistrali, oltre ad una serie di tavole rotonde proposte dai 17 gruppi di lavoro SIF al fine di coprire tutte le aree terapeutiche. Attesi oltre 2000 partecipanti per una convention che riserverà particolare attenzione ai giovani farmacologi della Società, che organizzeranno sessioni scientifiche anche nella giornata precongressuale (15 novembre). La formazione e l’aggiornamento continuo delle nuove generazioni rappresentano, infatti, un impegno solido e duraturo che la SIF porta avanti da molti anni, promuovendo e sostenendo diversi corsi ed iniziative rivolti a giovani laureati con l’obiettivo di acquisire specifiche competenze nel campo della ricerca di base e clinica, così come di approfondire i principali aspetti regolatori concernenti le politiche del farmaco.

 

“Il tema dell’innovazione sarà il fil rouge dell’intero programma – spiega il Presidente Racagni -, che in chiave di accessibilità ai farmaci prevede anche un focus sul metodo Payment by results per le terapie altamente innovative, che hanno contribuito a curare malattie per cui, fino a qualche anno fa, non vi erano prospettive terapeutiche: a partire dalle costosissime ‘one shot’ e da quelle oncologiche, per le quali è importante che non vengano mai meno i fondi. A fronte dei costi elevati di queste terapie, bisogna impostare delle politiche di governance del farmaco che permettano l’accesso rapido ai trattamenti più innovativi e, allo stesso tempo, non mettano in crisi la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.

Da qui la necessità di realizzare nuovi modelli di governance, in grado di trarre beneficio tanto da forme di partenariato pubblico-privato, quanto dagli strumenti messi a disposizione dalla medicina digitale e dall’intelligenza artificiale.

 

Il congresso riserverà, inoltre, ampio spazio al ruolo della farmacologia nella gestione della cronicità, a fronte di circa 7 milioni di over 70 che presentano multimorbidità e assumono più farmaci.

 

“Dato che l’obiettivo primario del percorso di cura – precisa Racagni – consiste nel fornire ai pazienti, fintantoché è possibile, le terapie a domicilio, è evidente come il farmacologo svolga un ruolo cruciale: nello stabilire – ad esempio – l’interazione tra i farmaci, così come nella riconciliazione dei trattamenti farmacologici quando un paziente viene dimesso dall’ospedale. Da qui, inoltre, l’importanza della real world evidence su cui la SIF sta investendo molto, ritenendo che generare dati dal mondo reale che siano complementari a quelli degli studi clinici randomizzati sia una direttrice da sviluppare in futuro, soprattutto in ambito regolatorio e nella programmazione sanitaria”.

 

Nel quadro dell’uso appropriato del farmaco e del conseguente contenimento della spesa sanitaria complessiva, il presidente Giorgio Racagni auspica che nel prossimo futuro “si possano intensificare i rapporti tra ricerca pubblica e privata, possibilmente in rete con l’industria”. L’ottimizzazione dell’offerta sanitaria passa anche attraverso “l’aspirazione del nostro Paese a conquistare una posizione di leadership in Europa nel campo della ricerca farmaceutica”. “Il mio sogno, ancor più forte a seguito della pandemia, è quello di realizzare un polo farmaceutico unico italiano, sul modello di quanto già fatto in Francia, Germania e in parte in Svizzera”, conclude.

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