La Francia è uno dei Paesi Europei in cui si spende di più in Sanità; infatti, le cifre d’investimento ammontano al 12,3% del PIL nel 2022.
La Francia ha un sistema sanitario universale per tutti i suoi residenti basato su un’assicurazione sanitaria obbligatoria. Nel Paese, come riportato dall’ultimo report dell’Osservatorio Europeo dei Sistemi e delle Politiche Sanitarie, il sistema viene finanziato principalmente dai contributi dei dipendenti e dei datori di lavoro.
È bene notare che già nel 2013 veniva riconosciuta alla Francia una solidità ed efficienza in materia di somministrazione e organizzazione delle cure sanitarie, un esempio per il nostro Paese.
La complessa macchina sanitaria francese coinvolge numerosi attori, tra cui: Il Ministero della Salute, l’Alta Autorità Sanitaria, L’Agenzia Nazionale della Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti della Salute (ANSM), la Santé Publique France, che si occupa principalmente di svolgere un ruolo di consulenza per garantire una corretta promozione alla salute e infine l’Assurance Maladie, che si occupa del rimborso dei servizi sanitari offerti (ad esempio: farmaci, visite ed esami).
L’aspettativa di vita francese
Considerando l’investimento della Francia in sanità non ci si stupisce dei notevoli successi del suo servizio sanitario. Ne abbiamo parlato con Christel Farina, farmacista di Fos-sur-mer, un comune del Dipartimento delle Bocche del Rodano (nella Regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra) che afferma, dati alla mano: «Tra i principali successi del Servizio Sanitario francese c’è da annoverare sicuramente l’alta aspettativa di vita che si registra nel Paese. Le donne francesi vivono in media più a lungo delle donne europee (85,5 anni rispetto a 82,9 anni), così come per gli uomini (79,3 anni rispetto ai 77,2 anni a livello europeo)».
Inoltre, Farina sottolinea che «buoni risultati sono stati ottenuti anche per il trattamento delle malattie cardiovascolari, che costituiscono la seconda causa di morte in Francia nel 2020 dopo i tumori, con il tasso di mortalità più basso d’Europa per entrambi i sessi (226 decessi per 100.000 uomini e 139 decessi per 100.000 donne nel 2019)».
Infine, la farmacista puntualizza un tema poco trattato, quello dei decessi ‘prematuri’ (prima dei 65 anni): «In Francia, negli ultimi anni, sono molto al di sotto della media europea: 249 decessi per 100.000 abitanti per gli uomini e 125 decessi per 100.000 abitanti per quanto riguarda le donne».
Un tema, quello dell’aspettativa di vita, che è lo specchio di politiche sanitarie lungimiranti. Inoltre, è bene notare che l’accesso alla sanità francese è per tutti, come ci conferma Farina: «Il sistema sanitario francese garantisce l’accesso a tutta la popolazione: i più svantaggiati hanno diritto all’Assicurazione Solidale, con nessun pagamento anticipato e copertura totale delle spese mediche».
I punti di debolezza: mancanza di personale sanitario e tassi di obesità crescenti
Nonostante gli sforzi e gli investimenti, il sistema sanitario francese affronta diverse sfide significative: «Circa il 45% della popolazione francese è sovrappeso e il 14% soffre di obesità, con una prevalenza più alta nelle regioni settentrionali e d’oltremare. Nel 2019, l’11% degli adulti sopra i 15 anni soffriva di sintomi depressivi, con un impatto maggiore sui gruppi a basso reddito. Inoltre, la Francia si posiziona tra i Paesi europei con un alto consumo di alcol, con un aumento significativo delle bevute episodiche importanti negli ultimi anni. Allo stesso tempo, la prevalenza del fumo di tabacco è in diminuzione, sebbene la tendenza si sia interrotta nel 2020, in concomitanza con la pandemia da Covid-19. È importante sottolineare che gran parte delle patologie e dei decessi legati al consumo eccessivo di alcol e tabacco potrebbero essere evitati attraverso una modifica dei comportamenti individuali e un rafforzamento delle misure di prevenzione».
Non è solo il tema della prevenzione e delle morti evitabili ad accomunarci ai cugini francesi ma anche quello del deserto sanitario: «Ad oggi i deserti sanitari coinvolgono tra le 6 e le 8 milioni di persone. Questo problema non riguarda solo le campagne o le zone montane, ma anche zone urbane o periurbane. Molti medici vanno in pensione e non vengono sostituiti, pochi nuovi medici escono dall’università. Questo è il risultato del numero chiuso che è stato in vigore in Francia per quasi 50 anni (dal 1971 al 2020). Dal 2021, si è passati al numero aperto alle facoltà sanitarie, aumentando il numero di studenti e futuri operatori sanitari».
Farina aggiunge un tassello importante all’accessibilità della popolazione alle visite mediche: «Le strutture sono spesso sovraffollate e le attese sono molto lunghe. Nonostante gli studi medici siano aperti tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 22».
Prevenzione, morti evitabili e deserti sanitari: sono tanti i punti in comune tra Francia e Italia
Una situazione molto simile alla nostra ma la Francia ha fatto un passo in più per cercare di arginare il problema, responsabilizzando proprio i farmacisti: «Sono state implementate cabine per le teleconsulenze nelle farmacie di città (a spese dei farmacisti). Inoltre, ci sono stati assegnati nuovi compiti, tra cui: vaccinazione (somministrazione e prescrizione), screening delle tonsilliti e delle cistiti batteriche mediante test rapidi (con successiva prescrizione di antibiotici in caso di test positivo) e colloqui di follow-up con i pazienti per la valutazione della terapia».
Guardando all’Europa del domani
Farina ritiene che l’Europa del domani dovrebbe affrontare in maniera multidisciplinare problemi come la gestione dell’obesità, la promozione di un’alimentazione rispettosa dell’ambiente e della salute e la gestione delle dipendenze (droghe, alcol, tabacco), garantendo l’accesso alle cure per tutti a livello europeo: «Le sfide future per la salute dovrebbero concentrarsi sull’educazione, sull’informazione e sulla prevenzione nutrizionale, oltre che sull’attività fisica. Migliorare l’alimentazione e lo stile di vita potrebbe contribuire a ridurre patologie ad alta prevalenza come diabete e obesità, che sono in aumento negli ultimi decenni. Inoltre, un cambiamento nei comportamenti alimentari sarebbe benefico anche a livello ambientale ed ecologico, un aspetto cruciale per le generazioni future».
Queste tematiche rappresentano sfide cruciali a livello europeo che richiedono una risposta coordinata e multidisciplinare. La gestione dell’obesità, la promozione di una dieta sana e la lotta alle dipendenze come l’alcolismo e il fumo di tabacco sono questioni di rilevanza pubblica che influenzano la salute e il benessere di milioni di cittadini europei. Affrontare queste sfide richiederà un impegno comune per migliorare l’accesso alle cure mediche, promuovere la prevenzione e l’educazione nutrizionale e adottare politiche volte a favorire uno stile di vita sano e sostenibile.