È stato eletto presidente della commissione più corposa del Parlamento Europeo, la ENVI (Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare) e nelle poche settimane di incarico ha già ingaggiato la battaglia contro i tagli previsti nel bilancio UE per la salute e la sanità. L’italiano Antonio Decaro (PD), per dieci anni sindaco di Bari, è arrivato a Bruxelles sull’onda delle 500mila preferenze che lo hanno designato come terzo italiano più votato nelle elezioni del giugno scorso. Con TrendSanità affronta per la prima volta in una intervista le sfide del suo mandato.
«I temi della Commissione ENVI sono chiari e puntano al rispetto degli obiettivi sulla transizione ecologica che sono stati già fissati in sede europea e mondiale – spiega Decaro. Penso alle azioni sul clima, alla transizione ecologica per le aziende, ai target di sicurezza alimentare così come allo sviluppo delle politiche che tengono in relazione ambiente e salute. Certamente il mio non sarà un approccio ideologico ai lavori della Commissione ma orientato all’ascolto di tutti e alla condivisione degli step intermedi che necessariamente dovremo porre in questo percorso».
A proposito, come commenta l’iniziativa PPE della scorsa legislatura che proponeva di separare la sottocommissione salute per rafforzare il lavoro sulla sanità pubblica?
«Al momento è un dossier che non abbiamo ancora affrontato. Appena i lavori della Commissione saranno entrati nel vivo valuteremo il da farsi, tenendo sempre conto che nell’ottica del cosiddetto one health approach esiste una stretta interconnessione tra salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente».
La risposta dell’Europa alla pandemia, forse per la prima volta, è stata unitaria e compatta, dimostrando l’importanza e la necessità di avere un’Istituzione forte
In uno dei suoi primi atti ufficiali ha scritto testualmente “di essere profondamente rammaricato del taglio di 1 miliardo di euro al programma EU4Health per il periodo 2025-2027 e di deplorare gli altri tagli operati dal Consiglio” su vari programmi dedicati alla salute e alla tutela di natura e biodiversità, su economia circolare e qualità della vita, su mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e sulla transizione verso le energie pulite.
Che margini ci sono e come pensa di agire per scongiurarli?
«Certo, come Commissione ENVI siamo preoccupati per i tagli apportati dal Consiglio a molti programmi relativi alle questioni ambientali e sanitarie. Tali cifre di bilancio dovrebbero essere ripristinate al fine di garantire l’attuazione degli obiettivi del Green Deal europeo. Chiediamo quindi di aumentare i finanziamenti attraverso diversi canali, ad esempio attraverso lo strumento di flessibilità, garantendo un sistema rafforzato di risorse proprie dell’UE».
Facciamo un passo indietro, come è stato guidare una comunità, una città, durante la pandemia da covid-19? Quali lezioni ci ha lasciato?
«La lezione della pandemia ha lasciato un solco indelebile nella vita di tutti, non solo di chi, come me, in quegli anni ha avuto l’onere di guidare una comunità nella tempesta. La pandemia ci ha insegnato che nessun tempo ci è dato per scontato e che l’emergenza può irrompere nelle nostre vite da un momento all’altro. Occorre quindi dotare i territori di strumenti di prevenzione e di monitoraggio di fenomeni di questo genere e investire in maniera massiccia sui sistemi sanitari nazionali, che devono essere formati su nuove forme epidemiologiche che si stanno affacciando sempre più frequentemente alle nostre latitudini e rafforzati per contrastare la diffusione e il contagio della malattia. La risposta dell’Europa alla pandemia, forse per la prima volta, è stata unitaria e compatta, dimostrando l’importanza e la necessità di avere un’Istituzione forte e tempestiva sia nella fase della cura della malattia sia nella fase del sostegno alla ripresa nella vita di milioni di persone e imprese».