Anaao e Cimo-Fesmed dicono no alla mozione sugli specializzandi

Anaao, specializzandi: “No a interferenze sulla loro assunzione”

“Leggiamo con preoccupazione e stupore la mozione inviata dalla Conferenza permanente delle Facoltà e delle scuole di medicina e chirurgia e della Conferenza Permanente dei Collegi di Area Medica con cui si chiede di bloccare la riforma del sistema formativo specialistico medico introdotta con il DL 30 marzo 2023, n. 34”. È il commento dell’Anaao Assomed che definisce questa “un’azione tanto incomprensibile quanto tardiva e ingiustificata”.

“Il decreto Calabria, pur garantendo adeguato spazio anche alla formazione teorica svolta presso le Università, che continuano a svolgere un ruolo di coordinamento delle attività didattiche e di ricerca, ha scardinato il vecchio paradigma formativo italiano, in precedenza polarizzato verso un insegnamento esclusivamente teorico, incentrando la formazione specialistica dei medici verso l’insegnamento pratico che in medicina appare di importanza imprescindibile”.

“Ebbene, le pressioni di alcuni Universitari sul Governo italiano affinché revochi tale riforma epocale del sistema formativo medico, rischiano di arrecare un gravissimo danno sia al diritto dei medici a una adeguata formazione sia a quello alla salute dei cittadini.
Siamo pronti a contrastare tale tentativo di restaurazione del sistema formativo medico specialistico ormai obsoleto ed arretrato rispetto agli standard europei se necessario anche dinnanzi alla Commissione Europea affinché non venga dato spazio a tali tendenze particolaristiche  e baronali delle Università italiane”.

L’Anaao Assomed chiede al Ministro della salute e al Governo di continuare sulla strada intrapresa senza rallentamenti e con la certezza di avere l’approvazione della totalità degli oltre 50.000 medici in formazione specialistica. 

“Ci auguriamo – conclude l’Anaao Assomed – che il tempo delle lobby lasci spazio al tempo delle riforme vere nell’ottica di un continuo miglioramento delle cure e della formazione medica. Se così non sarà, siamo pronti alle barricate contro questo maldestro tentativo di mantenimento di uno status quo figlio di un inquadramento del medico in formazione specialistica vecchio di ben 24 anni (d.lgs. 368 del 1999)”.

Specializzandi, CIMO-FESMED: “La possibilità di partecipare ai concorsi non si tocca”

“Invidio l’ottimismo della Conferenza Permanente delle Facoltà e delle Scuole di Medicina e Chirurgia e della Conferenza Permanente dei Collegi di Area Medica, secondo cui dal 2026 il problema della carenza di medici sarà risolto in ogni ospedale d’Italia, tanto da ritenere inutile la possibilità di continuare ad assumere gli specializzandi dal terzo anno. Ma se tale previsione si rivelasse corretta, gli specializzandi non avrebbero possibilità di essere assunti, poiché le graduatorie degli specialisti sarebbero sufficienti a colmare ogni posto disponibile, anche nei piccoli ospedali di provincia, dove al momento non vuole lavorare nessuno”, dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED, leggendo la mozione adottata dalle Conferenze in cui si richiede di non estendere la possibilità di assumere a tempo determinato gli specializzandi dal terzo anno oltre il 2026, “anno in cui l’aumento delle borse per i contratti dei medici in formazione specialistica messo in essere dal 2021 in poi produrrà i suoi effetti in termini di aumento reale del numero degli specialisti disponibile”.

“Ricordiamo – aggiunge – che gli specializzandi che partecipano ai concorsi rientrano in una graduatoria diversa rispetto a quella degli specialisti, a cui si attinge solo nel caso in cui non ci siano specialisti disponibili. Perché tanto clamore, allora?”.

“Non c’è dubbio – prosegue Quici – che l’intero sistema formativo debba essere riformato, andando nella direzione degli ospedali di insegnamento e di una nuova collaborazione tra ospedali e università. Ma non c’è alcuna ragione per precludere agli specializzandi la possibilità di partecipare ai concorsi”, conclude.

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