Antibiotico-resistenza: in aumento in Europa i casi di E. coli portatori del gene blaNDM-5 che non rispondono ai carbapenemi

I paesi dell’UE/SEE segnalano un aumento del numero di isolati di Escherichia coli (E. coli) portatori del gene blaNDM-5 che li rende resistenti ai carbapenemi, antibiotici spesso utilizzati come ultima risorsa per il trattamento di gravi infezioni da E. coli.

Mentre nell’UE/SEE la resistenza ai carbapenemi nell’E. coli è stata finora molto bassa, i risultati di questo studio indicano che i ceppi di E. coli portatori di blaNDM-5 sono già presenti e rappresentano una nuova minaccia per i paesi dell’UE/SEE.

Inoltre, un’elevata percentuale di isolati di E. coli portatori di blaNDM-5 è anche resistente ad altri gruppi di antibiotici come aminoglicosidi, fluorochinoloni e trimetoprim-sulfametossazolo, il che limita ulteriormente il numero di opzioni per il trattamento di pazienti con queste infezioni da E. coli, sia nella sanità che nella comunità.

Il rapporto dell’ECDC report Increase in Escherichia coli isolates carrying blaNDM-5 in the European Union/European Economic Area, 2012–2022 ha analizzato 874 isolati di E. coli portatori di blaNDM-5, provenienti da 13 paesi UE/SEE. Nonostante la limitata completezza dei dati, quasi l’85% degli isolati con informazioni disponibili su viaggi e/o ricoveri era collegato a paesi al di fuori dell’UE/SEE, principalmente in Africa e in Asia.

Sebbene ciò suggerisca che l’acquisizione correlata al viaggio possa essere l’origine più probabile di questi isolati di E. coli, ci sono alcuni esempi di cluster di isolati strettamente correlati che potrebbero potenzialmente essere correlati alla trasmissione all’interno del paese.

Gli E. coli portatori di blaNDM-5 si stanno diffondendo rapidamente e su vasta scala geografica, ed esiste il rischio che il numero di casi di infezioni da E. coli resistenti ai carbapenemi aumenti nell’UE/SEE entro pochi anni. L’ulteriore diffusione di isolati di E. coli portatori di blaNDM-5 all’interno e tra i paesi dell’UE/SEE, in particolare all’interno e tra le strutture sanitarie, aumenterebbe l’onere sanitario ed economico delle infezioni da E. coli nell’UE/SEE.

Le misure di diagnosi precoce e controllo devono essere ulteriormente rafforzate per mitigare le conseguenze negative per i pazienti e i sistemi sanitari.

Gli E. coli sono batteri molto comuni nel tratto gastrointestinale e fanno parte della normale flora batterica nell’uomo, ma sono anche una causa comune di gravi infezioni. È la causa più frequente di infezioni del flusso sanguigno e delle vie urinarie nell’UE/SEE ed è coinvolta in infezioni sia di origine comunitaria che sanitaria. Inoltre, è associato a infezioni intra-addominali e può causare meningite neonatale.

Ogni anno più di 35 000 persone muoiono a causa di infezioni resistenti agli antimicrobici nell’UE/SEE, secondo le stime dell’ECDC. L’impatto sulla salute della resistenza antimicrobica (AMR) è paragonabile a quello dell’influenza, della tubercolosi e dell’HIV/AIDS messi insieme.

Può interessarti