Blockchain per la prevenzione degli illeciti in sanità

La Fondazione Giglio di Cefalù è la prima azienda sanitaria in Sicilia che applica la Blockchain al modello organizzativo e amministrativo previsto dal decreto legislativo 231/2001

La Fondazione Giglio di Cefalù è la prima azienda sanitaria in Sicilia a utilizzare la tecnologia Blockchain applicata al modello organizzativo e di gestione amministrativa previsto dal decreto legislativo 231/2001 per la prevenzione di illeciti amministrativi e penali.

Il settore sanitario in questo particolare momento gode di finanziamenti stanziati dal PNRR per la Missione Salute 6 di circa 15,63 miliardi di euro. Per un utilizzo corretto di questi fondi, uno strumento come la tecnologia blockchain garantisce il contrasto a fenomeni di corruzione e incorrettezza nelle procedure amministrative.

Cos’è la blockchain

La tecnologia blockchain – traduzione letterale: catena di blocchi – è un sistema informatico a nodi che permette la gestione e l’aggiornamento di blocchi in sequenza di database. Tale tecnologia è progettata specificatamente per registrare transazioni e contabilizzazioni dando contenuto immutabile e data certa. I blocchi consistono in informazioni crittografate sulle operazioni finanziarie o su operazioni condotte nel sistema. I blocchi nel registro della blockchain sono interconnessi e contengono un identificatore univoco sequenziato denominato ‘Hash’: ogni blocco successivo contiene informazioni su quelli precedenti, formando un database costantemente aggiornato.

La tecnologia blockchain, nata e diffusa per la gestione delle criptovalute, in particolare per il Bitcoin, trova oggi applicazione nelle governance aziendali che si adeguano alle nuove frontiere delle tecnologie dell’industria 4.0.

Tecnologia Blockchain alla Fondazione Giglio di Cefalù

Da circa tre mesi alla Fondazione Giglio di Cefalù è attiva la tecnologia blockchain per scongiurare fenomeni corruttivi. Tale tecnologia è applicata per la prima volta in un’Azienda sanitaria in Sicilia adeguando i modelli 231.

Nell’ambito dei fondi del PNRR la blockchain rappresenta uno strumento utile per garantire il contrasto alla corruzione

Il progetto è nato sull’onda di una collaborazione con una start up di Palermo, la quale, a sua volta, è originata da uno spin-off di giovani ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo. La start up ha già lavorato a questo sistema e alla piattaforma della blockchain andando a dare certezza di certificazioni in diversi campi di utilizzo: dall’agroalimentare ad altre tipologie di prodotto.

Blockchain, garanzia di governance

“In un incontro tra il Direttore amministrativo della Fondazione Giglio di Cefalù con la start up si è ventilata la possibilità di testare la piattaforma di blockchain nel settore sanitario nell’ambito del modello 231 e quindi sul tema della trasparenza e dell’anticorruzione,” racconta Gianluca Galati, direttore amministrativo della Fondazione Giglio. “La start up ha messo a disposizione la piattaforma informatica e le loro competenze informatiche, inoltre, siamo stati assistiti da uno studio legale che ha dato a loro, e a noi indirettamente, un supporto giuridico e amministrativo sul tema del modello 231 quindi abbiamo ‘testato’ il sistema che attualmente è già a ‘pieno regime’ e oggi siamo molto soddisfatti.”

Cos’è il modello 231?

Il modello organizzativo  “legge 231” prevede una serie di obblighi per le amministrazioni pubbliche o le società, anche private, nell’adottare un piano di organizzazione laddove si rendano evidenti e chiari i percorsi amministrativi e le procedure amministrative all’interno dell’azienda.

La tecnologia blockchain conferisce una data certa anche all’adozione dei modelli previsti dalla legge 231

“Facendo degli esempi”, prosegue Galati, “chi gestisce l’Azienda? Il direttore amministrativo o il direttore generale e che responsabilità hanno? Com’è organizzato l’ufficio acquisti? Che tipo di responsabilità hanno le risorse umane?  Il modello di organizzazione, gestione e controllo 231, in sintesi, risulta essere una mappatura dell’azienda, ma che individua i vari centri di responsabilità. Chi è responsabile di cosa? Rende palesi le procedure che si adottano all’interno dei vari percorsi, andando inoltre ad individuare i settori di rischio basso, medio e alto”.

Aggiunge Galati, “il settore degli acquisti, laddove l’azienda spende milioni e milioni di euro, si considera il settore ad alto rischio ove si possono insinuare dei fenomeni di corruzione o di mancata trasparenza e quindi si deve individuare come procedere dettagliatamente nella procedura degli acquisti, come ad esempio, la richiesta del farmacista ospedaliero. A chi arriva la richiesta? Chi l’autorizza? E come passa all’ufficio acquisti e con quali procedure? Inoltre, se dovessero esserci degli accertamenti di sospetta corruzione, arriverebbe l’autorità giudiziaria e chiederebbe se questi modelli siano stati attivati e con quale data, etc. La tecnologia blockchain conferisce data certa anche alla data di adozione di questi modelli. Nel caso di una visita ispettiva si fornirebbero le credenziali all’autorità giudiziaria per le verifiche”.

Chi lavora in una struttura sanitaria affronta una spesa importante, pensiamo solo al settore della farmacia e quella dei dispositivi. Va da sé che venga considerato un settore a rischio di eventuali fenomeni di corruzione o a procedure non corrette.

La Fondazione Giglio di Cefalù prima azienda sanitaria in Italia ad utilizzare una piattaforma di blockchain

Gianluca Galati specifica come il modello 231, spesso, viene pensato dal Legislatore proprio per cercare di evitare fenomeni di corruzione o di cattiva amministrazione e sottolinea inoltre essere un “bel modello” ma che spesso resta pura teoria. La tecnologia blockchain costituisce quindi uno strumento con cui si mette in pratica la ratio della norma stessa e, attuandola, diviene un modo pratico e operativo per applicare il modello stesso.

Prospettive per il futuro: la blockchain sarà un vantaggio anche per i pazienti

Alla Fondazione Giglio di Cefalù è in fase di studio la possibilità di estendere, in un secondo tempo, la piattaforma di blockchain anche al comparto medico-legale. La piattaforma permette infatti di ampliare diverse possibilità di applicazione: dagli aspetti della cartella clinica elettronica, al consenso informato, e a tutti i passaggi che avvengono nel rapporto paziente-struttura sanitaria, per dare certezza e trasparenza anche a questi ambiti.

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Silvia Pogliaghi
Giornalista scientifica, esperta di ICT in Sanità, socia UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione)