Caregiver familiari, si muove qualcosa?

di Ivana Barberini

La bozza della Legge di Bilancio 2026, approdata in Senato, dedica un pacchetto di misure al sostegno economico e sociale delle famiglie italiane. Tra i provvedimenti più attesi, quelli rivolti ai caregiver familiari di persone con disabilità non autosufficienti, una categoria che da anni chiede un riconoscimento sociale, giuridico ed economico, insieme alla dignità che il loro ruolo merita.

Il testo prevede l’istituzione di un fondo per finanziare iniziative legislative “a sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, con una dotazione di 1,15 milioni di euro per l’anno 2026 e di 207 milioni di euro annui a decorrere dal 2027”. Si tratta di risorse destinate alla definizione della figura del caregiver familiare e al riconoscimento del valore sociale ed economico della cura non professionale.

Gli articoli dal 52 al 56 introducono nuovi fondi strutturali e rifinanziamenti mirati per favorire la conciliazione tra vita privata e lavoro, tutelare i minori, valorizzare i caregiver e potenziare le politiche di pari opportunità. I decreti attuativi definiranno nei prossimi mesi le modalità di accesso ai contributi. Tra gli obiettivi delle future misure legislative figurano il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura familiare, tutele previdenziali e contributive per chi assiste persone con disabilità, e possibili agevolazioni fiscali o contributi diretti.

Un fondo efficace nasce da politiche solidali, non da misure spot

Incrementare il fondo non significa guastare i conti dello Stato, ma allocare risorse economiche che segnino davvero la svolta per questa categoria

«In questa legislatura io credo che ci sia ancora l’opportunità di giungere alla conclusione di questa lunga vicenda della legge nazionale sui caregiver familiari, iniziata con l’approvazione di un emendamento in legge di bilancio 2018 che prevedeva un primo ed esiguo fondo, 30 milioni, ed una definizione del caregiver familiare» – evidenzia Alessandro Chiarini, presidente Confad intervistato da TrendSanità. «Dal 2018 ad oggi si sono succedute legislature e governi che nulla hanno prodotto in merito. L’attuale maggioranza, in sede di campagna elettorale, espresse il proprio sostegno alla necessità di approvare una legge nazionale. Essendo stato convocato un tavolo tecnico che ha lavorato un anno e mezzo su questo tema, ora il Governo ha tutti gli elementi per intervenire e quindi predisporre un disegno di legge che possa essere poi avviato all’iter parlamentare. Alla fine della legislatura manca circa un anno e mezzo, ma non è tanto tempo in realtà per i tempi parlamentari, e lo sanno bene tutti».

Alessandro Chiarini

Chiarini aggiunge che «ora è necessario che si avvii questo processo, che si proceda all’approvazione in consiglio dei ministri della legge, perché parallelamente, nella legge del bilancio 2026, l’articolo 53 ha indicato un fondo dotato, dal 2027, di 207 milioni di euro per sostenere un atto legislativo di natura governativa che dia finalmente una cornice di diritti e di tutele per la figura del caregiver familiare, prevedendo un’indennità economica per la platea di coloro che sono più a rischio di esclusione sociale ed impoverimento. Posso dire subito che 207 milioni non sono adeguati in riferimento alla platea. Non parliamo evidentemente di milioni di persone, ma ci riferiamo a chi ha un carico di accudimento notevole, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Parliamo di persone che spesso non possono materialmente conciliare un’attività lavorativa con l’attività di caregiving. Ora è importante che si avvii rapidamente questo processo, e che il fondo previsto in legge di bilancio 2026 venga irrobustito in sede emendativa; certamente siamo in presenza di un passo nella giusta direzione, però direi che è un passo un po’ timido.

Una posizione chiara, che rilancia l’urgenza di un riconoscimento concreto per chi ogni giorno si prende cura di persone fragili, spesso rinunciando a lavoro, tempo e serenità personale.

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