Carrozzine elettriche, batteria fuori uso? Adesso la spesa è tutta del cittadino

di Ivana Barberini

Dal 1° gennaio, con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario (DPCM 12/2017) dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), le spese per la riparazione e la sostituzione degli ausili elettrici, come le carrozzine a motore, non sono più coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. Il nuovo decreto ha, infatti, cancellato le precedenti disposizioni contenute nel DM n. 332/1999, cioè i codici specifici relativi a riparazioni e sostituzioni per le carrozzine elettriche, creando gravi disagi a chi ogni giorno fa affidamento su questi dispositivi per vivere in autonomia.

La questione è emersa solo all’attuazione concreta del nuovo tariffario con le delibere regionali e sta riguardando tutto il territorio nazionale, creando uno sconcerto e preoccupazione.

A denunciare sono stati i cittadini che, all’improvviso si sono trovati a pagare il conto di quasi 400 euro per le batterie delle carrozzine. Quando la batteria si deteriora e non funziona, cosa che accade facilmente con un uso quotidiano intenso, la carrozzina si ferma e con lei la possibilità di muoversi in autonomia, di uscire, di lavorare, di partecipare alla vita sociale. L’inclusione, quella vera, resta solo sulla carta.

Tra le prime denunce c’è quella dell’attivista veneto Luca Faccio che rivolgendosi all’ufficio protesico si è sentito dire che ora non possono più pagare, c’è una delibera regionale. «Il costo della batteria di cui ho bisogno è superiore alla pensione di invalidità. Si parla tanto di inclusione sociale, ma se la batteria si rompe, rischio di rimanere a piedi o sbaglio? Di sicuro non la pago. La mia pensione per vivere è di 336,00 mensili più l’indennità d’accompagnamento pari a € 542,02 che è destinata a chi mi assiste. La batteria ha un costo di €344,40 + IVA al 22% (che tra l’altro mi suscita perplessità, in quanto invalido al 100% e avente diritto alla legge 104/1992 dovrei poter usufruire dello sgravo fiscale dell’iva al 4%). Ho cominciato a chiedere un po’ in tutta Italia e spero arrivino altre segnalazioni. Io ho la forza di bussare alle porte, ho scritto anche una lettera al governatore Zaia, ma senza ottenere risposta».

Cosa è accaduto

Ce lo spiega Alessandro Chiarini di CONFAD .«Il nuovo decreto ha sostituito il precedente DM 332/1999, che includeva anche la copertura per la sostituzione delle batterie delle carrozzine elettriche tramite specifici codici ISO. Con il nuovo Nomenclatore i codici riguardanti la sostituzione e riparazione delle batterie per carrozzine elettriche sono stati eliminati, escludendo quindi le batterie dai LEA e rendendo la spesa a carico delle persone con disabilità.

Ciò comporta un aumento della spesa personale per le persone con disabilità, che dovranno sostenere direttamente i costi per l’acquisto e la sostituzione delle batterie delle loro carrozzine elettriche. È possibile attenuare l’impatto economico grazie agli strumenti fiscali, poiché la detrazione IRPEF si applica anche alle spese per riparazioni e pezzi di ricambio necessari agli ausili, purché debitamente documentate.

In ogni caso, l’ennesima pagina di una politica disattenta ai bisogni del mondo della disabilità

Ma la principale conseguenza pratica è che le persone con disabilità dovranno farsi carico direttamente delle spese per le batterie delle carrozzine elettriche, con un aggravio economico immediato. Resta comunque una modifica significativa nella copertura assistenziale, che scarica questi costi dal Servizio Sanitario Nazionale al singolo utente e che suona evidentemente come un taglio inaccettabile ai diritti delle persone con disabilità.

Diciamo che, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli e che questo è un caso classico di un provvedimento che incide sensibilmente sui diritti delle persone con carrozzine elettriche, ma che sicuramente non avrà una paternità dichiarata, poiché l’aggiornamento è del 2017».

Le carrozzine non sono optional: alcuni deputati chiedono spiegazioni al Governo

La questione approda in Parlamento. A sollevarla è un’interrogazione a risposta orale presentata il 12 giugno 2025 dall’onorevole Filippo Quartini (Movimento 5 Stelle), insieme alle colleghe Gilda Sportiello, Valentina Di Lauro e Marianna Ricciardi.

Il Ministero della Salute attribuisce alle Regioni la responsabilità di garantire assistenza, ma i deputati evidenziano come il problema sia esploso solo con l’attuazione concreta del nuovo tariffario, sollevando preoccupazioni in tutta Italia.

A intervenire anche la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), che denuncia un arretramento nei diritti delle persone con disabilità e il silenzio delle istituzioni “assordante”. I firmatari dell’interrogazione chiedono al Governo di intervenire al più presto, ripristinando la copertura delle spese per chi utilizza carrozzine elettriche. Perché quando si parla di mobilità, si parla di diritti fondamentali.

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